Il Fatto Quotidiano

Parco d’Abruzzo, strana convivenza tra uomini e orsi

Uomini e plantigrad­i convivono in pace, ma la frequenza degli “incontri” richiede cautela

- » VITTORIO EMILIANI

InTrentino

la Provincia aveva deciso: caccia “s elettiva” a orsi e lupi (pochi esemplari, in verità). Soltanto l’intervento deciso del ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha bloccato i fucili. In Abruzzo, dove lupi e orsi sono più numerosi, non si pensa di prenderli a schioppett­ate. Anzi, per gli orsi esiste il problema di un eccesso di “confidenza” reciproca fra loro e gli abitanti.

Sere fa per la festa del patrono a San Sebastiano dei Marsi il giovane orso Amareno – chiamato così perché si spazzola interi alberi di ciliegie amarene negli orti del borgo – è passato in mezzo a paesani e turisti, sgattaiola­ndo via veloce. I più sorridevan­o stupiti. Qualche paesano si è allarmato: “Prima o poi qui suc- cede qualcosa”. La storia è cominciata qualche anno fa con l’orsa Yoga, racconta uno dei pionieri della tutela dei parchi, Franco Pedrotti. Essa finì nell’oasi faunistica di Villavalle­longa dopo aver imparato a nutrirsi nei cassonetti dell’immondizia alla Camosciara.

POI È ARRIVATAl’orsa Gemma e quella ho avuto modo di conoscerla anch’io. Si aggirava infatti coi piccoli, in specie con Bernardo, dalle parti di San Sebastiano, poi, valicando il crinale, scendeva fino a Scanno. Qui – mi raccontò una guardia forestale – aveva grattato insistente­mente alla porta di una anziana signora la quale, vistala, non si spaventò per niente, le assestò una padellata in testa e richiuse ben bene l’uscio.

L’orso Bernardo cominciò a frequentar­e le strade di San Sebastiano e anche a fare razzie nei pollai. Tanto era diligente nel togliere le tegole una per una, quanto era devastante nel far strage di pollame.

Il giornalist­a romano Pino Coscetta fondò con altri l’ Associazio­ne“Amici dell’Orso Bernardo” per rifondere subito una parte dei danni subiti dagli allevatori.

ANCH’IO mi tesserai e pure il grande fotografo Mario Dondero che si appostò a lungo cercando di immorta- lare l’orso a zonzo fra le case. Senza riuscirci purtroppo.

Questo atteggiame­nto “confidente” dei paesani abruzzesi è il frutto di una civile “cultura dell’orso e del lupo” qui ormai diffusa.

Un filmato dell’inverno scorso mostra un cavallo che si sdraia e si gratta la schiena sulla neve attorniato da un branco di lupi che non gli torcono un pelo. Però il problema degli orsi “confidenti” (oggi sarebbero 6) rimane: scoraggiar­li con pallottole di gomma? Monitorarl­i con un radiocolla­re? O un foraggiame­nto supplement­are, mettergli a disposizio­ne anche cesti di frutta? Sì, sempre che non se le mangino prima i lupi che si sono rivelati ghiotti di mele. Qui gli orsi marsicani sono circa 50. I lupi formano 7-8 branchi. Richiedono una politica attenta, da ogni punto di vista.

L’orsa Gemma Ha bussato a un’anziana che, per nulla spaventata, le ha dato una padellata in testa

QUINDI, al di là delle polemiche, è bene pianificar­e forme civili di convivenza senza evocare il fucile.

La rapida diffusione del lupo sull’Appennino e pure nelle Alpi è un buon segno per il nostro ambiente. Anche per contrastar­e la massiccia diffusione di cinghiali di grossa taglia importati a suo tempo dai cacciatori e rivelatisi un vero boomerang.

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Eugenio Di Zeno Provincia de L’Aquila L’orso Amareno su un ciliegio a San Sebastiano dei Marsi

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