Il Fatto Quotidiano

“Autostrade non ha fatto quanto doveva, ora tocca allo Stato”

AndreaCiof­fi Il sottosegre­tario al Mise: “Brutto quadro dalla relazione del Politecnic­o”

- » LUCA DE CAROLIS

“La relazione del Politecnic­o di Milano del 2017 ci dice che per uno dei piloni del ponte Morandi serviva lo stesso intervento fatto nel 1992, quando era ancora a gestione pubblica, ossia l’aggiunta di cavi esterni. Solo che la società privata in tanti anni non si è mossa, a differenza di quanto fece lo Stato. E questo è un brutto dato”. Andrea Cioffi, sottosegre­tario al ministero dello Sviluppo economico guidato da Luigi Di Maio, nonché senatore del M5S, è anche un ingegnere, laureatosi all’università La Sapienza di Roma in ingegneria struttural­e e geotecnica. Ergo, “so bene cosa sono i ponti”.

La relazione di cui ha dato conto Il Fatto parlava di “anomalie” nei tiranti del pilone 9, ossia proprio quello crollato il 14 agosto. È un documento che agevolerà la richiesta di revoca di concession­e alla società Autostrade?

La relazione afferma che era necessario intervenir­e, perché il modo di vibrare di alcuni degli stralli, ovvero i tiranti, era anomalo. E quello che colpisce è per risolvere il problema serviva lo stesso tipo di manutenzio­ne effettuata nel 1992.

Nel frattempo la società Autostrade aveva indetto un bando per rinforzare anche quel pilone, e i lavori erano già stati assegnati. C’è anche una componente di sfortuna, non crede?

Si potrebbe anche sostenere. Ma il dato principale, ripeto, è che in tanti anni la società privata non ha evidenteme­nte fatto tutti i lavori di manutenzio­ne necessari. Mentre quando lo Stato se ne occupava venivano effettuati. Tradotto, revocheret­e la concession­e? La procedura è iniziata.

È l’atto più forte che si può fare, e bisogna farlo bene. Vogliamo studiare accuratame­nte il contratto e verificare se ci siano situazioni lesive dell’interesse generale. E il crollo di un ponte può esserlo. Certo, poi bisognerà verificare anche cosa ha fatto in questi anni il ministero a livello di controlli. Legalmente Autostrade può dare battaglia, e chiedere enormi indennizzi. Lo Stato è più forte di qualsiasi privato, e se servirà metteremo in campo un esercito di amministra­tivisti. Se guerra deve essere, sarà guerra. Noi lavoriamo per la rescission­e del contratto in danno del concession­ario, ossia senza dovergli nulla. La Lega però non pare proprio avere voglia di farla, questa guerra: e infatti è gelida sulla revoca.

Ma no, agiamo in sintonia. Salvini cerca la trattativa con la società concession­aria. Siete divisi, lo ammetta.

Io non vedo questa divisione. Lavoriamo su piani diversi, per far sentire ai cittadini che lo Stato finalmente c’è. Sarà. Intanto però i vostri annunci sulla revoca hanno fatto crollare il titolo di Atlantia in Borsa. Bel danno no? Non possiamo avere paura di questo, perché dobbiamo fare quello che è giusto nell’interesse generale. E comunque il nodo di fondo sono gli enormi profitti del privato in questi anni, a forza di proroghe concesse anche con blitz notturni. Quindi è legittimo porsi una domanda: perché questi utili li deve fare una società privata e non lo Stato? Risposta: volete nazionaliz­zare le autostrade.

Nazionaliz­zare è una parola che suona sempre un po’ così. Diciamo che alcuni monopoli naturali, dalle autostrade fino alla fibra ottica, possono essere restituiti ai cittadini. E in quest’ottica lo Stato può tornare a fare impresa. Si tornerà alle mangiatoie pubbliche, con sprechi senza fine. In passato è successo, è vero, ma erano altri tempi. Ora il sistema pubblico è molto più controllat­o, per esempio dalle Autorità indipenden­ti. E allora può gestire alcuni monopoli, con lo scopo di fare utili ma anche azione sociale. Serve il giusto mezzo. Nell’attesa Genova è una città paralizzat­a, anche a livello di viabilità. Cosa biso- gna fare del ponte Morandi? Domanda difficile. Si può demolire tutto, è vero, ma non sarà una passeggiat­a, anche perché ci sono delle case lì sotto. Se saranno bravi, serviranno almeno dai 9 ai 12 mesi. E per ricostruir­lo?

Almeno un anno e mezzo. Ci sarà molto da fare.

Si lavora per rescindere il contratto a danno del concession­ario, se serve sarà guerra I monopoli vanno ridati ai cittadini

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Ansa Senatore Andrea Cioffi

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