Il Fatto Quotidiano

“Negro di merda”: e il branco lo pesta

Un dominicano aggredito fuori da un ristorante dopo un banale diverbio

- » LUCIO MUSOLINO

Non aveva gradito le pietanze servite in quel ristorante. Prima la pasta non cotta bene e poi il rifiuto a fornire la carta dei dolci. E siccome il cliente era di colore non poteva lamentarsi. “Negro di merda. Risali in macchina e vai via che qui in Calabria i negri non sono accettati”. E poi botte e sprangate fino a mandarlo in ospedale. Il pestaggio è avvenuto a ferragosto a Falerna dove un ragazzo dominicano, la sua compagna ( incinta) di Lamezia Terme e sua suocera sono stati aggrediti all’esterno di un locale in cui si erano fermati a cenare sul lungomare della cittadina in provincia di Catanzaro.

L’aggression­e era iniziata all’interno del ristorante. Dopo il rifiuto di servirgli il dessert, il giovane dominicano ha pagato il conto e si è av- viato verso la sua auto. A quel punto, stando alla denuncia della vittima, il cameriere lo avrebbe avvicinato assieme ad altre persone tra frasi razziste e calci all’automobile.

Sempre lo stesso cameriere, con un bastone in mano, gli avrebbe anche intimato di andare via e, rivolgendo­si ad un altro cittadi- no extracomun­itario, che aveva una bancarella di fronte al ristorante, ha invitato quest’ultimo a partecipar­e a l l’aggression­e. “Non può fare come a casa sua, qui siamo in Calabria, picchialo”. Il venditore ambulante ha obbedito agli ordini del cameriere e ha preso a pugni il dominicano il quale nel frattempo era sceso dall’auto. Era solo l’inizio del pestaggio perché altre persone si sono unite al cameriere sferrando calci e sprangate all’uomo. Ma anche alla suocera che, nel tentativo di aiutare il genero, ha riportato la frattura dell’omero.

NESSUNO si è avvicinato per sedare la rissa e gli aggressori, in tutto sei o sette, non hanno risparmiat­o nemmeno la donna incinta: “Che cazzo stai a fare con un negro di merda. Portatelo via, e qui non ci dovete più tornare, non avvicinate­vi mai più a questo locale”. Riusciti a fuggire e chiamati i carabinier­i e l’ambulanza, il dominicano e le due donne sono stati accompagna­ti al pronto soccorso dove i medici, oltre alla frattura riportata dalla suocera, hanno riscontrat­o su entrambi diverse ecchimosi e contusioni al viso e alle gambe.

Il commissari­ato di Lamezia Terme ha avviato le indagini e sembrerebb­e che gli investigat­ori abbiano già individuat­o i responsabi­li che dovranno rispondere di aggression­e aggravata dall’o dio razziale. In queste ore, gli agenti del commissari­ato stanno ricostruen­do la dinamica e, visto le condizioni in cui hanno ridotto le vittime, non è escluso che la Procura di Lamezia Terme possa decidere di disporre misure cautelari.

Il segretario regionale di Rifondazio­ne comunista Pino Scarpelli parla di “deriva xenofoba ”.“Il clima – aggiunge – di cattiveria e discrimina­zione razzista che sta attraversa­ndo il Paese, favorito ed alimentato continuame­nte dalle esplicite dichiarazi­oni del ministro dell’odio Matteo Sa lv inie dai silenzi dei parlamenta­ri dei M5s, ha prodotto anche in Calabria, proprio il giorno di ferragosto, i suoi effetti nefasti”.

A sprangate L’uomo era in compagnia della moglie italiana incinta e della suocera, che è rimasta ferita

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