Insegnanti È legittimo chiedere ai prof di lavorare di più anche in estate?
Bene, anzi malissimo, mi sembra che le grandi opere non stiano dando grande prova di sé. Per quanto successo orribilmente a Genova nessun colpevole? È iniziata la campagna di assoluzione preventiva.
In effetti l’Italia è il paese degli innocenti e degli innocentisti, mai nessun colpevole, al massimo qualche dirigente bacchettato sulle mani e spostato di posto e residenza, possibilmente con qualche progressione di carriera. Spero, ma temo che ciò non si realizzerà, che nessuno parli più del ponte sullo stretto di Messina e magari si abbandonino gli strani e immotivati progetti per “grandi” (spesso inutili) opere. Dal libro dei sogni: e se si cominciasse a parlare invece di investimenti nelle “piccole”, ma indispensabili, opere, nelle manutenzioni troppo spesso trascurate e soprattutto dei controlli sui materiali usati che, spesso a quanto sembra emergere, non sono proprio i migliori?
Alle infrastrutture pubbliche serve lo Stato, non i privati
Mi lascia perplesso il fatto che in Italia nel 2018 possa cadere un ponte autostradale che corre sopra una città. Sono tragedie che, quando accadano in altre zone del globo, etichettiamo sbrigativamente come cose da terzo mondo. Una catastrofe come quella di Genova può aiutarci, nel dramma, a essere consapevoli dei ritardi e dei deficit infrastrutturali di cui è vittima l’Italia. E forse speriamo aiuti tutti anche ad affrontare il tema degli investimenti in grandi opere con più consapevolezza e meno demagogie. Infatti è noto che ci sono state agevolazioni per Benetton, proprietario di Autostrade per l’Italia, che gestisce il Ponte di Genova crollato, e Renzi e il PD, accusati di essere stati aiutati in campagna elettorale. A questo punto ritengo che un ritorno dello Stato nella gestione delle autostrade sarebbe salutare per la collettività e assicurerebbe deci- GENTILE DOTT. FELTRI, entro nel dibattito sulla proposta di accorciare le vacanze scolastiche da lei aperto su questo giornale con l’articolo del 15 Agosto in cui scrive: “Un piano ambizioso consentirebbe di assumere altri insegnanti (oltre a far lavorare di più quelli che già ci sono, unica categoria di lavoratori ad avere una pausa così lunga).” Lei poi, in risposta a un lettore, si lamenta del fatto che ogni discussione sulla scuola si radicalizzi in questioni sindacali o difese corporative. Cosa altro c'era da aspettarsi quando si palesa la prevenzione del proprio pensiero supponendo che gli insegnanti lavorino poco? Qualche lettore, ha già precisato che i docenti (a differenza di tutti gli altri impiegati) non percepiscono quattordicesima. Possiamo ipotizzare che tale mancanza possa compensare quel mese in più di ferie? GENTILE ANDREA, ribadisco il concetto: io non ho aperto un dibattito su quanto devono guadagnare gli insegnanti. Ho rilanciato la proposta dell’Economist: accorciare le vacanze estive per ridurre le disuguaglianze tra studenti con genitori abbienti che possono mandarli a studiare inglese o a visitare capitali stranieri e ragazzi che vengono da contesti che offrono meno possibilità, dove l’assenza della scuola diventa un grosso problema per i genitori che lavorano e non possono pagare babysitter o centri estivi. Questo è il tema di cui dibattere. Se si ipotizza di usare il tempo sprecato delle vacanze scolastiche per altre attività, mi sembra logico coinvolgere maggiormente gli insegnanti, magari su base volontaria. Come osserva lei, sembra che si sia affermato una specie di scambio: gli insegnanti lavorano meno di altri dipendenti pubblici, hanno più tempo libero ma guadagnano meno. Un equilibrio che, ne di miliardi di introiti alle casse pubbliche.
Solo i contratti trasparenti possono limitare la corruzione
Credo che per qualunque opera o concessione pubblica si dovrebbero prima imporre alcune regole contrattuali, come da almeno mezzo secolo viene fatto in tutti i grandi Paesi civili e come l’Italia non ha mai fatto finora, aprendo la strada alla corruzione peggiore e più im- mi par di capire, non appaga nessuno e che impedisce di valutare soluzioni di politiche educative che richiedono maggiori flessibilità. Non dico che gli insegnanti siano privilegiati. Dico che ci vorrebbe il coraggio di rimettere in discussione lo status quo senza ridurre tutto a una questione sindacale. La scuola è fatta di muri, di aule cadenti, di insegnanti, di personale non docente con altrettanto legittime rivendicazioni, ma ci sono anche di studenti. Le loro esigenze sembrano sempre l’ultima delle questioni da affrontare, quando si parla di scuola. Partiamo da lì. Decidiamo cosa serve ai ragazzi, poi adeguiamo stipendi, orari e richieste ai professori di conseguenza. punita, sia da parte dei committenti che ricevono appalti o concessioni senza gara evitando i controlli, sia da parte dei concessionari pubblici che dilatano i loro profitti ad arbitrio, nella completa illegalità e senza timore di penalità o deterrenti, necessari a imporre una maggiore etica generale, ai politici come agli operatori. Al contrario, in Italia, chi frega i cittadini o lo Stato per aumentare il proprio lucro viene premiato, in una catena di corruzione reciproca che lega partiti e tra- sgressori. E la prova più lampante di questo cerchio omertoso è il segreto di Stato imposto sui contratti delle grandi opere, così che i cittadini non possano valutare da soli i reati commessi e la malafede dei loro governanti. Gli Stati Uniti, per esempio, hanno contratti che stabiliscono in modo tassativo durata, costi e qualità dei lavori, e chi sgarra su qualcuna delle regole contrattuali non solo subisce punizioni esemplari ma sparisce proprio dal campo dei costruttori o dei conces- Si era sperato che la revoca delle concessioni alle Autostrade, proposta da Toninelli subito dopo la caduta del ponte Morandi, e avallata dal governo Conte, potesse rappresentare il sigillo ancora mancante al governo del cambiamento Lega-M5S. È arrivato subito, purtroppo, da parte dello stesso governo un rinvio della revoca annunciata per constatare meglio come stanno le cose. Evidentemente la marcia indietro governativa fa pensare che il potere economico-politico delle Autostrade (vedi Benetton & C.) è tale che anche i benpensanti 5Stelle non possono, al proposito, che riporre le armi nel fodero. Ma, così facendo – e se le cose dovessero andare per le lunghe – la credibilità di Conte & C. potrebbe ricevere un duro colpo.