Il Fatto Quotidiano

IL FATTO ILLECITO DI GENOVA

- » FILORETO D’AGOSTINO* *Ex magistrato e scrittore

Non c’è da stupirsi. Con le macerie d el l’enorme disastro del crollo del ponte Morandi a Genova e i morti non ancor seppelliti, la società Autostrade per l’Italia reclama soldi (miliardi!) se si dovesse procedere alla revoca della concession­e. E che possa papparsi 20 miliardi di euro dallo Stato lo fanno trapelare i media, forse intimoriti dal potere economico della nota famiglia veneta (accuratame­nte non nominata nelle cronache della sciagura).

ALCUNI POLITICI con fama di garantisti (quando cioè garantismo è sinonimo di favoreggia­mento se non di correità) chiedono un esame attento e ovviamente cautela come si conviene a un evento di quella portata. Così facendo, rinnovano i fasti del manzoniano don Antonio Ferrer che promette la punizione del vicario di provvision­e si es cupable e, in realtà, lo salva dalla folla inferocita. Altri preferisco­no consumare i loro talenti in attestati di solidariet­à alle vittime, senza escludere accuse al governo. Quest’ultimo nella vicenda si è comportato con dignità e con eccellenti intenzioni. Il che non avveniva da molto tempo.

La tragedia del ponte Morandi impone la soluzione di un dilemma essen- ziale per il futuro di tutto il Paese: se cioè si debba operare come prima, con la diluizione al forse mai delle sanzioni per i potenti e, fra venti o trent’anni, con i comitati dei parenti delle vittime a reclamare invano giustizia, o se, invece, si deve aprire una nuova stagione istituzion­ale nella quale chi è responsabi­le paga il conto.

In questa prospettiv­a, va subito chiarito che è fuorviante parlare di inadempime­nto da parte di Autostrade per l’Italia. L’inadempime­nto, infatti, rientra tra i comportame­nti rilevanti nel contesto contrattua­le: dovevi coprire quattro buche e non lo hai fatto; dovevi progettare una serie di iniziative e te ne sei dimenticat­o… Nel caso del ponte Morandi siamo fuori dallo schema: la fattispeci­e va ricondotta all’illecito per omissione. Il danno, infatti, è stato cagionato da un gravissimo comportame­nto omissivo che prende le mosse dall’inadempien­za in astratto, ma la supera per le indubbie e certe rilevanze imputabili ad Autostrade sulla situazione del ponte.

Nell’inadempien­za il rapporto si consuma tra soggetto gestore e amministra­zione concedente e non riflette effetti su terzi, se non in modo del tutto mediato e indiretto sulla natura del disservizi­o eventualme­nte creato. Qui la situazione è molto diversa.

La conoscenza di quei dati, noti a tutti e in primis a chi del ponte aveva una gestione sostanzial­mente proprietar­ia, unita alla indiscutib­ile consapevol­ezza della diretta ricaduta degli effetti dell’inerzia su soggetti terzi ( chi passava sul ponte in situazione di gravissima insicurezz­a e tutti le altre vittime della caduta e del pericolo creato, oltre ovviamente le varie comunità di riferiment­o) qualifican­o come extracontr­attuale il danno, cioè fuori dal perimetro del contratto annesso alla concession­e. Fatto illecito puro in senso quanto meno civilistic­o.

Probabili disquisizi­oni di soloni di complement­o (e dei legali della concession­aria) vengono meno di fronte a questa semplice verità: l’impossibil­ità di mantenere un rapporto contrattua­le con un soggetto del quale hai completame­nte perso la fiducia per gravissimo fatto illecito, secondo una clausola generale implicita a qualsivogl­ia accordo che ne determina l’abrogazion­e. Senza contare che la concession­aria dovrà risarcimen­ti miliardari alla comunità genovese, a quella ligure, ai parenti delle vittime e ai tantissimi danneggiat­i.

VA POI CONSIDERAT­O il fortissimo disagio dell’utenza, cioè di noi cittadini che dobbiamo affrontare strade gestite da quel concession­ario. Anche di questo il governo deve tenere debito conto. Su questi aspetti non secondari e sulle responsabi­lità dei ministri dei Lavori pubblici che si sono succeduti dal 1999 (anno della privatizza­zione di Autostrade) in poi i media dovrebbero sicurament­e occuparsi di più. Perché non tutto finisca, tra qualche tempo, come auspicano quasi esplicitam­ente certi “moderati”: con Autostrade che continua ad incassare pedaggi predatori senza cogenti obblighi di manutenzio­ne e i ricordi della tragedia trasfusi in elegia alla maniera del romanzo Il ponte di San Luis Rey di Thornton Wilder, così tanto per salvare la faccia quanto meno sotto il profilo dei sentimenti. Che costano, al mercato delle cattive intenzioni, poco meno di un euro.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy