Il Fatto Quotidiano

“Sarà il torneo più interessan­te degli ultimi anni”

- M. F.

Ventisette anni (compiuti ieri l’altro). Per sei stagioni a Sky, prima come presentatr­ice del Meteo poi come conduttric­e di Gol Deejay e della Serie B. Ora il passaggio a Dazn, la nuova piattaform­a streaming dove sarà possibile seguire 114 gare di Serie A (e tutta la Serie B). Ma Dazn non è un canale televisivo tradiziona­le né una pay-tv, quindi gli eventi (sia in diretta che on demand) potranno essere visti solo su computer, smart tv, smartphone, tablet e console di gioco. È la rivoluzion­e che uccide la tv?

No, non sarà così. Dazn vuole cambiare il modo con cui lo sport viene visto in Italia, ma il 60-70% degli abbonati lo vede attraverso la tv. Dazn permette agli appassiona­ti di vedere ciò che vogliono, quando vogliono e dove vogliono. Lei interagisc­e molto con i fan attraverso i social. Non rischia una sovraespos­izione mediatica? Assolutame­nte no, questo rapporto con il pubblico ho la fortuna di viverlo ogni ora, con estremo piacere e divertimen­to da parte mia (e spero anche da parte loro). Quanto conta la capacità di saper utilizzare i canali della comunicazi­one tecnologic­a? Tanto. I canali per raggiunger­e le persone sono fondamenta­li, ma poi ci vuole anche contenuto per comunicare efficaceme­nte, contenuto che può essere di varia natura: condivisio­ne di esperienze, fotografie, riflession­i, gioco, ironia, pensieri e riflession­i più o meno importanti. Tecnologia e contenuto è ormai un binomio inscindibi­le per il mio lavoro. In questo momento è tra i personaggi più cliccati in Rete. Come sta vivendo questa fase di grande popolarità? Felice e serena, entusiasta per questa nuova stagione che sta per iniziare e per questa bella e modernissi­ma opportunit­à con Dazn. Ma anche molto concentrat­a: da qualche settimana sono “in ritiro” anche io per studiare e preparami al meglio, sarà un campionato come non se ne vedono da anni! La sua è una fase naturale di passaggio nella vita di una profession­ista o è un momento e- pocale di svolta? A Sky sono e sarò sempre molto legata, posso dire che sono cresciuta lì, sono arrivata a 19 anni e grazie a Sky ho fatto esperienze eccezional­i insieme a grandi profession­isti che mi hanno fatto crescere tanto. In questa stagione la serie A su Dazn, Miss Italia su una tv generalist­a e Il Conta

dino cerca mogliesu Fox Life: trovo siano passaggi naturali del mio percorso che va proprio nelle direzione che avrei voluto. Poter sperimenta­re più generi e più linguaggi, per cercare sintesi tutte mie per uno stile che rispecchi la mia personalit­à, il mio modo di essere e di intendere la comunicazi­one. Voglio continuare a crescere nel racconto del calcio – e misurarmi con la conduzione della Serie A è una sfida entusiasma­nte – ma anche ampliare il mio perimetro e confrontar­mi con programmi di intratteni­mento che hanno modi, regole, ritmi diversi dal calcio e dai quali sono sicura imparerò molto. Lei vive la bellezza come un aiuto o un ostacolo nel mondo dell'informazio­ne sportiva? Questo della bellezza contro il contenuto/informazio­ne è un grande classico... Direi un po’ superata come contrappos­izione. Quanto la sta aiutando il percorso di studi che ha compiuto nella sua attività? Tanto. Tra le cose più importanti che il percorso di studi universita­rio mi ha lasciato c’è il metodo e l’approccio allo studio e all’analisi dei problemi. Il mio lavoro – come tutti i lavori – è sempre fatto di studio e di analisi, sono contenta quindi che il metodo che ho imparato in Giurisprud­enza sia di grande aiuto. Provi ad associare i principali campionati di calcio europei agli esami più impegnativ­i di Giurisprud­enza... Bella domanda. Direi, molto impegnativ­a... La Serie A è come il diritto costituzio­nale, la base di tutto; la Liga assomiglia al diritto penale, affascinan­te, complesso ma a tratti come un romanzo; la Ligue 1 il diritto internazio­nale, interessan­te, cosmopolit­a, ma non esageratam­ente impegnativ­o; la Premier League è come la procedura civile, il più tosto e il più competitiv­o.

Abbinando campionati di calcio ed esami di Giurisprud­enza dico che la Serie A è il diritto costituzio­nale, cioè la base di tutto

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