Vincino, il graffio contro tutti i potenti
Da Lotta Continua al “Male” al “Foglio”: ne ha fatte di ogni colore
Allampanato,
dinoccolato, un elegantissimo, letterato hippie che ti guardava storto da quelle lenti fondo di bottiglia – montate su Persol da sole, modello Steve McQueen – tanto da far diventare gli occhi minuscoli, ma non lo sguardo. Quello era lungo, lunghissimo, anarchico e indipendente, da artista, quale lui era. Vincino, al secolo Vincenzo Gallo, era molto più di un vignettista, di un disegnatore satirico, era un fine antropologo, uno che smascherava i vizi dei potenti (ma anche dei deboli) facendone sintesi in tre schizzi storti, irresistibili e irriverenti. Ieri se ne è andato, dopo una brutta be- stia di malattia, a 72 anni, e dopo una carriera meravigliosa, mai al servizio di nessuno. Anzi, a volte sembrava, per vezzo, godere nel disegnare su giornali apparentemente a lui lontani – ergo conservatori, ordinari, filo-tutto purché quel tutto fosse potente.
Classe 1946, palermitano Nel 1972 inizia a lavorare per “Lotta Continua” Partecipa alla nascita de “Il Male”, e lo dirige per quattro anni
È stato direttore di “Ottovolante” Poi “Il Clandestino” e il “Corriere della Sera” Nel 1995 passa a “Il Foglio” Fonda e dirige la rivista “XL” Nel 2011 rifonda “Il Male” Successivamente collabora, tra gli altri, con “Vanity Fair”