Figli di Lehman: party à go go a 10 anni dal crac
Presi di mira due siti repubblicani che criticavano il presidente Trump
È“Caccia a Ottobre Rosso”, negli abissi della politica americana. O è solo polverone informatico, sollevato su fondali sabbiosi per intorbidire la campagna per il voto di midterm del 6 novembre; o magari per lanciare un nuovo gadget. Microsoft dice d’a ve r e scoperto e intercettato hacker collegati al governo russo che prendevano di mira istituzioni politiche e centri studi Usa.
E il New York Times indica che gli hacker russi scoperti e bloccati da Microsoft tenevano sotto tiro il Senato Usa e due think tank repubblicani conservatori anti- russi, spesso critici nei confronti del presidente Donald Trump, l’In t e rn ational Republican Institute (IRI) e l’H udson Institute.
Il gruppo di pirati informatici individuato è Fancy Bear, noto pure come Strontium, legato al Gru ( il servizio di spionaggio militare russo), già coinvolto negli hackeraggi sulle presidenziali Usa 2016, quelle su cui s’indaga nell’ambito del Russiagate – la sentenza del processo a Paul Manafort, ex capo della campagna di Trump, pare ormai imminente -. L’Hudson Institute promuove programmi che studiano la diffusione e l’influenza della cleptocrazia al potere, con un’attenzione particolare quanto avviene in Russia. L’IRI, che ottiene fondi anche dal Dipartimento di Stato e dall’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale, promuove da decenni la democrazia
Palla al balzo Microsoft, che ha segnalato l’intrusione, offre gratis una nuova applicazione anti pirati
nel mondo. Sulla home page dell’ Hudson Institute, c’è uno studio che ricorda che tutte le maggiori agenzie d’intelligence Usa considerano “molto attendibile” che la Russia abbia interferito nelle elezioni presidenziali Usa 2016: il consigliere per la Sicurezza nazionale H.R. McMaster giudica le prove dei magheggi russi “incontrovertibili” e analizza il ricorso alla cleptocrazia da parte del Cremlino come strumento di controllo all’interno e d’influenza all’esterno, “infliggendo danni permanenti alla credibilità internazionale degli Stati Uniti”. Sulla pagina principale dell’IRI, c’è invece un commento sui “tentativi russi” di hackerare il sito e l’Istituto. In effetti, Microsoft spiega che gli hacker cercavano di dirottare i visitatori dei siti dei due Istituti su siti paralleli, mirando pure a impadronirsi dei loro dati. Erano anche stati allestiti siti paralleli del Senato Usa. Non è però chiaro quale fosse l’obiettivo delle operazioni, sostanzialmente fallite, e quale potesse esserne la portata, visto che i siti dei due think tank non sono certo fra i più popolari negli Usa, ma sono piuttosto frequentati da una élite di analisti e ricercatori.
IL RAPPORTO di Microsoft esce in una giornata di primarie in Alaska e nel Wyoming in vista del voto di midterm, per i quale il presidente Trump intende fare campagna per 40 giorni, tra il Labour Day - il 3 settembre - e il 6 novembre. Il clima politico è però già elettorale: c’è battaglia sul Russiagate, sul giudice della Corte Suprema indicato da Trump, Kenneth Kavenaugh, sulla riforma dell’immigrazione. E il presidente cancella un altro pezzo del lascito ambientale di Barack Obama che riguarda la produzione di carbone.
Il Cremlino respinge le accuse: “Non sappiamo di che hacker stiano parlando e neppure che influenza abbiano sulle elezioni”, dichiara il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov.
Ma il presidente di Microsoft Brad Smith, in un post, appare sicuro: “Entità straniere stanno lanciando attacchi informatici per disturbare le elezioni e seminare discordia … Internet è uno strumento che alcuni governi usano per rubare e/o divulgare in- formazioni, diffondere disinformazione, sondare e tentare di manomettere i sistemi di voto”.
Smith cita tentativi di interferenza da parte di hacker stranieri nelle elezioni presidenziali Usa 2016 e francesi 2017. Per arginare la minaccia, Microsoft lancia AccountGuard, che “fornirà una protezione informatica all’avanguardia senza costi aggiuntivi a tutti i candidati e agli uffici elettorali a livello federale, statale e locale, come ai think tank e alle organizzazioni politiche che crediamo siano sotto attacco”.
Alla fine viene il dubbio che tutta la denuncia sia un’operazione pubblicitaria per lanciare un nuovo prodotto. Manipolazione anche questa, ma d’altra origine.