Vigilanza sui lavori, il ministero decise di non disturbare
La Convenzione del 2007 L’articolo 28 riservava allo Stato facoltà di ispezione e verifica degli interventi sulle strade in concessione
Lo Stato avrebbe potuto e dovuto vigilare in maniera puntuale sui lavori in corso sul ponte Morandi di Genova. Per legge il ministero dei Trasporti avrebbe avuto gli strumenti per esercitare questo potere su tutti i circa tremila chilometri della rete dei Benetton. Avrebbe potuto inviare i suoi ispettori a rendersi conto di come stavano procedendo le cose su quel ponte considerato da anni un grande ma insostituibile malato. Avrebbe potuto anche chiedere un’indagine sulle condizioni di quella infrastruttura ritenuta in fin di vita dagli esperti. Avrebbe potuto affiancare questa indagine a quella richiesta dai Benetton al Politecnico di Milano. Avrebbe potuto mettere a confronto le conclusioni, discutere con il concessionario modalità e tempi di intervento. E avrebbe potuto farlo senza spendere un euro perché per legge i costi delle ispezioni e dei controlli sarebbero stati a carico del concessionario, cioè i Benetton. Ma di tutto quello che poteva fare, lo Stato non ha fatto nulla. Perché?
AD ATTRIBUIRE al ministero dei Trasporti precisi poteri e doveri di ispezione e indagine è l’articolo 28 della Convenzione unica voluta nel 2007 dal ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, e sottoscritta da una parte dall’Anas, che a quei tempi aveva ancora il potere di vigilanza sulle autostrade, e dall’altra da Giovanni Castellucci, amministratore di Autostrade per l’Italia (Benetton). La Convenzione un anno dopo diventò legge per cui qualsiasi inadempienza ad essa collegata è passibile di sanzione giudiziaria. Il titolo dell’articolo in questione è “Vigilanza del Concedente”, cioè lo Stato. Al comma 3 si stabilisce: “Il Concedente potrà richiedere tutti i chiarimenti necessari. Visita e assiste ai lavori, può eseguire prove, esperimenti, misurazioni, saggi e quanto altro necessario per accertare il buon andamento dei lavori. Il Concessionario deve fornire tutti i mezzi occorrenti provvedendo alle spese all’uopo necessarie”. Il comma 1 è altrettanto chiaro: “Il Concedente vigila affinché i lavori di adeguamento delle autostrade siano eseguiti a perfetta regola d’arte a norma dei progetti approvati, senza che per il fatto di tale vigilanza resti diminuita la responsabilità del Concessionario in ordine all’esecuzione dei lavori. Il Concedente vigila anche sui lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria e sui ripristini”.
Perché tutti i ministri dei Trasporti che si sono succeduti dalla firma della Convenzione ad oggi non hanno voluto usare i forti poteri di controllo e vigilanza sui lavori passati, in corso e futuri che riguardano le autostrade dei Benetton derivanti dall’articolo 28 della Convenzione? E perché anche i dirigenti pubblici responsabili della vigilanza sulle autostrade hanno chiuso in un cassetto la Convenzione senza avvalersene fino in fondo? Non ci sono risposte plausibili se non che il potere politico prima e a ruota gli alti dirigenti del ministero abbiano voluto che i Benetton sui loro tremila chilometri si regolassero da soli, come se quelle strade fossero roba loro e non dello Stato che le aveva pagate e costruite nei decenni precedenti.
SONO DUE i dirigenti statali che hanno avuto la responsabilità di vigilare per conto dello Stato sul comportamento dei concessionari. Il primo è Mauro Coletta, che ha svolto quel delicatissimo compito per una quindicina d’anni, all’inizio come alto dirigente dell’Anas. E quando poi l’Anas ha dovuto cedere questa funzione al ministero dei Trasporti, si è spostato solo di qualche centinaio di metri e da via Monzambano a Roma sede dell’azienda delle strade si è trasferito negli uffici ministeriali a Porta Pia. Un anno fa ha lasciato l’incarico ed è stato sostituito da Vincenzo Cinelli, un alto funzionario che fino a quel momento si era occupato di vigilanza sul sistema delle dighe. Dicono che in quell’incarico abbia fatto di tutto per non farsi notare e aggiungono pure che alla Vigilanza delle autostrade fino ad ora non si sia discostato da questa impostazione.
Per effettuare concretamente le ispezioni e i controlli sulle autostrade della rete Benetton e anche su i tratti delle altre concessionarie la Direzione del ministero dei Trasporti può contare su un organico di un’ottantina di persone. Che grosso modo sono i dipendenti della vecchia Ivca, Istituto di vigilanza sulle concessionarie autostradali in capo all’Anas, spostati al ministero. Per anni è stata ripetuta la solfa che non c’erano soldi per pagare ispezioni e trasferte. Nessuno ha mai detto che a pagare non doveva essere lo Stato, ma i Benetton. I quali, peraltro, hanno fatto ricorso anche per non pagare i costi delle ispezioni relative alla sicurezza stradale.
L’ispettorato Per 15 anni il responsabile dei controlli è stato Coletta (ex Anas), poi gli è subentrato Cinelli