Il Pd cambia nome? Qualche consiglio, tipo Frip: “Facciamo ridere i polli”
L’errore profondo è nel pensare di realizzare grandi opere in cemento armato in posizioni sospese estreme di rischio che, in teoria, dovrebbero durare 50 o 100 anni, a patto che vengano continuamente controllate e monitorate. Ma questo è un presupposto impossibile e sempre “incerto”, perché la possibilità de ll’errore umano nel controllo della manutenzione o di un imprevisto, come un gesto terroristico, è sempre presente e le conseguenze saranno quelle che vediamo oggi a Genova.
Il viadotto crollato è la rappresentazione plastica della follia demenziale umana nel progettare il proprio futuro.
Una struttura di quel tipo prima o poi collassa, è nel suo destino, non basta la manutenzione ordinaria o straordinaria di cavi e strutture portanti. Questa non è più manutenzione ma ricostruzione continua, cioè un progetto irrazionale e pericoloso.
A ingegneri e architetti uno Stato dovrebbe chiedere di costruire opere sicure e durature, non presunte opere artistiche e pericolose che prima o poi cadranno e che nulla hanno a che vedere con lo sviluppo delle infrastrutture di un Paese moderno e sicuro.
Se poi queste opere “ardite” e “futuribili” sono costruite sopra palazzi di abitazione siamo semplicemente di fronte a comportamenti demenziali e si dovrebbe chiederne conto, nelle sedi civili o penali, a chi li ha permessi.
Il destino, a volte cinico, gioca brutti scherzi
Massimo Fini, l’altroieri sul Fatto , ha scatenato la sua vis polemica contro politici, prelati, giornalisti e cittadini comuni che a suo dire, dopo la tragedia, hanno manifestato comportamenti non in sintonia con le norme del galateo.
Il novello Catone il Censore, immaginando di aver acquisito lo status di dittatore, mette sotto accusa la scompostezza degli italiani che DAL MARASMA nel quale versa attualmente il Pd, orfano del suo segretario fanfarone Matteo Renzi, è venuta fuori la proposta di cambiare nome al Pd.
Ora, la cosa è tanto incredibile, quanto politicamente sbagliata, data la presenza nel mondo, e nelle democrazie più avanzate, di un solido Partito democratico. E basti pensare per tutti ai Democratici americani, dai Kennedy ai Clinton. Sarebbe stato meglio, allora, proporre il cambio della testa dei cosiddetti dirigenti che hanno pensato a cambiare il nome del Pd.
Quello che, invece, nel Pd si continua a non capire (o a non volere capire) è che bisogna liberarsi definitivamente di chi è stato la causa del suo affondamento, e cioè l’ormai bollito rignanese Renzi. CARO LUIGI, Matteo Renzi è il “politico” meno dotato e più incapace nella storia delle galassie. Non stupisce, quindi, che lui e i suoi – persino peggiori di lui, e non è facile – abbiano partorito questa ennesima idea scellerata e disinvoltamente gonza. Renzi si è messo in testa sin dall’inizio di radere al suolo il Pd, e almeno in questo è efficacissimo. La Diversamente Lince di Rignano non avrà pace finché vedrà anche solo un minuscolo calcinaccio ancora in piedi. Per questo concede “interviste” a “Repubblica” o, diuturnamente, manda in tivù i Romano e le Malpezzi: per infierire sulle spoglie mortali del partito. L’idea di cambiar nome al Pd, lasciandolo però invariato al suo interno, non è che l’ennesimo atto di gattopardismo 2.0 renziano: cambiar tutto per non cambiar nulla. E fino a quando i suoi “oppositori interni” avranno la tempra donabbondiesca di tendono a trasformare in spettacolo anche le tragedie. Il fustigatore infligge poi ai trasgressori le pene più severe.
Credo, invece, che sia più scandaloso il fatto di non avere il senso delle proporzioni, di non saper cogliere la differenza tra un peccato mortale ed un peccato veniale, tra un furto di biciclette ed un reato di strage.
Certo, le norme della buona educazione sono state rispettate, quando lo Stato ha siglato un contratto capestro con un privato, mettendo il Orlando e Dylan Dog Martina, Renzi potrà continuare a fare il cattivo e il cattivo tempo (il “bello”, con Renzi, non esiste). Va però detto che qualche nome nuovo potrebbe risultare assai indicato per definire quel che resta del Pd. Qualche esempio. Pdc: “Partito Dei Citrulli”. Pdg: “Più danni (della) grandine”. Sr: “Siamo Ridicoli”. Fr: “Fronte Repubblicano” (questa è di Calenda, che come umorista è sottovalutato). Gms: “Genny Migliore Superstar”. Pdan: “Partito Degli Arditi Nardella”. Frip: “Facciamo Ridere I Polli”. Oppure un iconico e nostalgico “Dc”, inteso però come “Disboscatori (di) Consensi”: sarebbe perfetto. Un caro saluto. segreto di Stato su alcune clausole. Così come appariva tanto educato il concessionario che, aumentando le tariffe dei pedaggi, riusciva ad incrementare i profitti già miliardari e a diminuire gli investimenti per la manutenzione. Ovviamente, il galateo è stato rispettato, quando, in occasione di crolli di altri ponti, nessuno si è sognato di revocare la concessione. Dunque, il destino cinico e baro, con garbo e compostezza, ha provocato la tragedia. Tra le tante inaccettabili disfunzioni del nostro apparato statale una delle più frequenti è l’inadempienza alle sentenze di condanna al pagamento di somme a favore del cittadino, quando invece lo stesso deve essere rigorosamente puntuale a versare quanto deve a qualsiasi ente o concessionario pubblico, a pena di forti sanzioni ed esecuzione forzate molto celeri. Così avviene, ad esempio, per gli indennizzi per l’eccessiva durata dei Che “f ortu nat o” il governo giallo-verde, dovrà provvedere a mettere in sicurezza tutte le malefatte dei governi precedenti.
Con una legge sugli appalti che favorisce criminalità e malaffare e con una corruzione sempre molto fiorente, si troverà di fronte a tanto cemento depotenziato e allora per far fronte a ciò, non basterà l’equivalente di due o tre Def.