Il Fatto Quotidiano

Il Pd cambia nome? Qualche consiglio, tipo Frip: “Facciamo ridere i polli”

- GIORGIO CASTRIOTA LUIGI FERLAZZO NATOLI MAURIZIO BURATTINI ANDREA SCANZI PASQUALE MIRANTE

L’errore profondo è nel pensare di realizzare grandi opere in cemento armato in posizioni sospese estreme di rischio che, in teoria, dovrebbero durare 50 o 100 anni, a patto che vengano continuame­nte controllat­e e monitorate. Ma questo è un presuppost­o impossibil­e e sempre “incerto”, perché la possibilit­à de ll’errore umano nel controllo della manutenzio­ne o di un imprevisto, come un gesto terroristi­co, è sempre presente e le conseguenz­e saranno quelle che vediamo oggi a Genova.

Il viadotto crollato è la rappresent­azione plastica della follia demenziale umana nel progettare il proprio futuro.

Una struttura di quel tipo prima o poi collassa, è nel suo destino, non basta la manutenzio­ne ordinaria o straordina­ria di cavi e strutture portanti. Questa non è più manutenzio­ne ma ricostruzi­one continua, cioè un progetto irrazional­e e pericoloso.

A ingegneri e architetti uno Stato dovrebbe chiedere di costruire opere sicure e durature, non presunte opere artistiche e pericolose che prima o poi cadranno e che nulla hanno a che vedere con lo sviluppo delle infrastrut­ture di un Paese moderno e sicuro.

Se poi queste opere “ardite” e “futuribili” sono costruite sopra palazzi di abitazione siamo sempliceme­nte di fronte a comportame­nti demenziali e si dovrebbe chiederne conto, nelle sedi civili o penali, a chi li ha permessi.

Il destino, a volte cinico, gioca brutti scherzi

Massimo Fini, l’altroieri sul Fatto , ha scatenato la sua vis polemica contro politici, prelati, giornalist­i e cittadini comuni che a suo dire, dopo la tragedia, hanno manifestat­o comportame­nti non in sintonia con le norme del galateo.

Il novello Catone il Censore, immaginand­o di aver acquisito lo status di dittatore, mette sotto accusa la scompostez­za degli italiani che DAL MARASMA nel quale versa attualment­e il Pd, orfano del suo segretario fanfarone Matteo Renzi, è venuta fuori la proposta di cambiare nome al Pd.

Ora, la cosa è tanto incredibil­e, quanto politicame­nte sbagliata, data la presenza nel mondo, e nelle democrazie più avanzate, di un solido Partito democratic­o. E basti pensare per tutti ai Democratic­i americani, dai Kennedy ai Clinton. Sarebbe stato meglio, allora, proporre il cambio della testa dei cosiddetti dirigenti che hanno pensato a cambiare il nome del Pd.

Quello che, invece, nel Pd si continua a non capire (o a non volere capire) è che bisogna liberarsi definitiva­mente di chi è stato la causa del suo affondamen­to, e cioè l’ormai bollito rignanese Renzi. CARO LUIGI, Matteo Renzi è il “politico” meno dotato e più incapace nella storia delle galassie. Non stupisce, quindi, che lui e i suoi – persino peggiori di lui, e non è facile – abbiano partorito questa ennesima idea scellerata e disinvolta­mente gonza. Renzi si è messo in testa sin dall’inizio di radere al suolo il Pd, e almeno in questo è efficaciss­imo. La Diversamen­te Lince di Rignano non avrà pace finché vedrà anche solo un minuscolo calcinacci­o ancora in piedi. Per questo concede “interviste” a “Repubblica” o, diuturname­nte, manda in tivù i Romano e le Malpezzi: per infierire sulle spoglie mortali del partito. L’idea di cambiar nome al Pd, lasciandol­o però invariato al suo interno, non è che l’ennesimo atto di gattopardi­smo 2.0 renziano: cambiar tutto per non cambiar nulla. E fino a quando i suoi “oppositori interni” avranno la tempra donabbondi­esca di tendono a trasformar­e in spettacolo anche le tragedie. Il fustigator­e infligge poi ai trasgresso­ri le pene più severe.

Credo, invece, che sia più scandaloso il fatto di non avere il senso delle proporzion­i, di non saper cogliere la differenza tra un peccato mortale ed un peccato veniale, tra un furto di biciclette ed un reato di strage.

Certo, le norme della buona educazione sono state rispettate, quando lo Stato ha siglato un contratto capestro con un privato, mettendo il Orlando e Dylan Dog Martina, Renzi potrà continuare a fare il cattivo e il cattivo tempo (il “bello”, con Renzi, non esiste). Va però detto che qualche nome nuovo potrebbe risultare assai indicato per definire quel che resta del Pd. Qualche esempio. Pdc: “Partito Dei Citrulli”. Pdg: “Più danni (della) grandine”. Sr: “Siamo Ridicoli”. Fr: “Fronte Repubblica­no” (questa è di Calenda, che come umorista è sottovalut­ato). Gms: “Genny Migliore Superstar”. Pdan: “Partito Degli Arditi Nardella”. Frip: “Facciamo Ridere I Polli”. Oppure un iconico e nostalgico “Dc”, inteso però come “Disboscato­ri (di) Consensi”: sarebbe perfetto. Un caro saluto. segreto di Stato su alcune clausole. Così come appariva tanto educato il concession­ario che, aumentando le tariffe dei pedaggi, riusciva ad incrementa­re i profitti già miliardari e a diminuire gli investimen­ti per la manutenzio­ne. Ovviamente, il galateo è stato rispettato, quando, in occasione di crolli di altri ponti, nessuno si è sognato di revocare la concession­e. Dunque, il destino cinico e baro, con garbo e compostezz­a, ha provocato la tragedia. Tra le tante inaccettab­ili disfunzion­i del nostro apparato statale una delle più frequenti è l’inadempien­za alle sentenze di condanna al pagamento di somme a favore del cittadino, quando invece lo stesso deve essere rigorosame­nte puntuale a versare quanto deve a qualsiasi ente o concession­ario pubblico, a pena di forti sanzioni ed esecuzione forzate molto celeri. Così avviene, ad esempio, per gli indennizzi per l’eccessiva durata dei Che “f ortu nat o” il governo giallo-verde, dovrà provvedere a mettere in sicurezza tutte le malefatte dei governi precedenti.

Con una legge sugli appalti che favorisce criminalit­à e malaffare e con una corruzione sempre molto fiorente, si troverà di fronte a tanto cemento depotenzia­to e allora per far fronte a ciò, non basterà l’equivalent­e di due o tre Def.

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Ansa L’idea Manifestan­ti con le bandiere del Pd

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