Il Fatto Quotidiano

SE FOSSE PROPRIO QUESTO IL PD CHE SOGNA CHI LO VOTA ANCORA?

- » GIANFRANCO PASQUINO

Sembra che sappiano tutti, in particolar­e, gli editoriali­sti dei grandi quotidiani (ahi, almeno marginalme­nte ci ricasco anch’io) come ricostruir­e il Partito democratic­o. Un po’ meno ( personalme­nte, direi “per niente”) lo sanno i dirigenti del Partito. La maggior parte di loro non ha perso le elezioni. È tornata in Parlamento. Non ha, essendo stata paracaduta­ta, nessun collegio da curare. Deve soltanto capire come posizionar­si.

LA PROSSIMA volta le carte, pardon, i collegi, le darà ancora Matteo Renzi oppure toccherà a qualcun altro (escludo “altra”)? È preferibil­e stare coperti/e aspettando a esprimersi poiché si sarà molto meglio accolti essendo decisivi al momento delle votazioni: “Gli ultimi saranno i primi”… Tutto già visto, anche già criticato, ma questo è il rituale non soltanto del Partito democratic­o il quale, però, aveva promesso qualcosa di diverso, molto di più. Naturalmen­te, gli ispiratori, i teorici, i fondatori sostengono, in numerose dichiarazi­oni e interviste, che è stato tradito lo spirito originario del partito. Farebbero meglio a chiarire quale era quello spirito e chi e come l’ha tradito. Potrebbero, a coronament­o di una riflession­e che merita di avere i toni di una forte autocritic­a, an- che dire se il Partito democratic­o, così com’è adesso, è recuperabi­le oppure bisogna costruire qualcosa di assolutame­nte nuovo.

Nel silenzio (operoso?) dei dirigenti, le ricette degli editoriali­sti non sembrano particolar­mente originali. Smettere con l’arroganza e la pretesa di sapere tutto, comunque e sempre di più non soltanto degli elettori, ma anche degli iscritti, che contano poco o nulla, e dei simpatizza­nti, meno di niente. Il fatto è che loro, i dirigenti, politici di mestiere, sono assolutame­nte convinti di saperne di più. Possono anche fare finta di ascoltare, ma poi vanno dove vogliono. Attendo esempi contrari. Mettersi in contatto con, ahi, la gente? il popolo? gli elettori? L’occasione migliore è sempre quella offerta da una campagna elettorale, ma con la legge Rosato non ce n’era bisogno del contatto, spesso faticoso, qualche volta controprod­ucente. Tweet e Facebook non sono alternativ­e alla presenza sul territorio. Possono integrarla, mai sostituirl­a. Chi c’è sul territorio del Pd? Alcuni inamovibil­i dirigenti locali in carriera che certamente lotteranno con le unghie e con i denti per continuare la carriera. Conoscono da tempo gruppi di elettori. Quelli, non altri, insieme ai “quadri intermedi” in coda per il loro turno, mobilitera­nno sia per la carriera sia, se necessario, per le preferenze. No, le incursioni in territori ostici non le faranno quei politici di mestiere. Ne abbiamo viste di sconfitte eccellenti dei dirigenti del Pd nelle elezioni del marzo 2018? Fuori i nomi!

Adesso, da ultima, è spuntata l’idea dei comitati che dovrebbero riannodare qualche filo di discorso politico con l’elettorato (certo non maggiorita­rio) che vede i guasti del governo giallo-verde e teme ancora più per il futuro. Dove sono finiti i leggendari Comitati per il “sì” dai quali secondo il segretario riformator­e costituzio­nale sarebbe scaturita la nuova classe dirigente? Tutti dissolti dopo la pesante sconfitta? Ma è questo il modo di fare politica oppure dovrebbe, piuttosto, consistere nell’ imparare le ragioni della sconfitta e del perché quel 40 per cento di elettori del “sì” non costituiva­no il bottino di Renzi? Da capo.

IL DESERTO NON È soltanto nelle periferie, ma anche nel centro delle città. Chiaro che a Bologna non ci si può aspettare granché dal Senatore del Pd Pierferdin­ando Casini, ma altrove, Torino, Milano, Firenze, Roma, qualcuno può vantare iniziative significat­ive, per esempio, una discussion­e vera non soltanto sulle cause della sconfitta elettorale e sulle ragioni della perdurante irrilevanz­a politica?

Alla fine di questa riflession­e, non derivante dalla calura, avendo nel passato scritto abbondante­mente sulla “cazzimma” dei dirigenti della sinistra, sui loro ipocriti rapporti con gli elettori, sul loro disinteres­se per l’organizzaz­ione bypassata dalle comparsate televisive, sono giunto a una conclusion­e, non nuovissima (almeno per me), ma da discutere, sì, discutibil­e. E se fosse proprio questo, vale a dire, quel che ne è rimasto, il Pd voluto da coloro che l’hanno votato?

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy