“Un altro pezzo di ponte sta crollando” Toti pressa la concessionaria dell’A10
Appeso
a un filo. Il Ponte Morandi, quel che resta, sta su come aggrappato all’aria. Sopra le case di via Fillak. Il pilone 10 sta perfino peggio del 9 (che poi è caduto).
Basta leggere la relazione che ieri Roberto Ferrazza ( presidente della Commissione ministeriale di inchiesta sul Morandi) ha inviato al Governatore Giovanni Toti, commissario delegato a gestire l’emergenza.
“DA L L’E SA ME tecnico progettuale emerge, con riferimento alla pila 10, sopravvissuta al crollo, uno stato di degrado dei materiali, ovvero della corrosione dei trefoli dei cavi di precompressione primari e secondari, di grado più elevato (4 su una scala di 5) rispetto a quello che era stato riscontrato nella pila 9 crollata, che risultava di livello 3”.
Più chiaro di così: il crollo del pilone 9 ha lasciato il 10 in condizioni disastrose. Due monconi incombono sulle case. Ferrazza aggiunge: “Si ritiene comunque necessario dare tale informazione tempestivamente alla protezione civile e ai soggetti interessati dalle operazioni di ripristino dei luoghi” per evitare che le persone accedano all’area che potrebbe essere interessata da un secondo crollo. Almeno altrettanto devastante.
Immediata la reazione di Toti: “Da contatti informali con società Autostrade sappiamo che stanno rispondendo per fare tutto quanto serve e domani (oggi per chi legge, ndr) verranno ad illustrarci le modalità tecniche per mette- re in sicurezza il manufatto e poi abbattere. Credo che ci sia la convinzione ormai profonda in tutti noi che prima riusciamo ad abbattere i tronconi, meglio è. Perché ci sono problemi di stabilità statica. Una volta abbattuti i monconi si può ripartire con la messa in sicurezza dell’area e si può ricostruire. I costi delle operazioni saranno certamente a carico di Autostrade”. Per fortuna la zona sotto i monconi è ormai sgombra e “il rischio per l’incolumità delle persone è zero. Ma meglio intervenire pilotando il crollo, piuttosto che debba cadere per ragioni di tenuta statica” che potrebbero avere ripercussioni anche sul pilone 10.
Poi, ovviamente, ci sarà la delicatissima questione di abbattere il 10 e probabilmente anche l’11. Difficile individuare la tecnica migliore per ridurre, se possibile, i danni delle abitazioni sottostanti. C’è chi propone di tentare con crolli controllati; chi pensa a sezionare la struttura asportando pezzo per pezzo. Ma il problema è che gli addetti alla demolizione dovrebbero operare su una struttura estremamente instabile. Con notevoli rischi.