Il Fatto Quotidiano

ABUSO E VERGOGNA, SENZA #METOO

MIRANDA MARTINO In un libro l’artista denuncia violenze di 60 anni fa

- » MASSIMO FILIPPONI

La sua casa è piena di luce, il suo cuore di ombre. A 84 anni Miranda Martino ha sentito il bisogno di scrivere un libro autobiogra­fico. Non l’ha fatto per raccontare se stessa ma per scacciare i fantasmi che ne hanno accompagna­to la carriera di cantante, attrice e showgirl e che, fino all’uscita del libro, la divoravano nel profondo. Più è angusto lo spazio di manovra, più i contorni del male sembrano infiniti. C’era solo un modo per ridurre il peso malvagio dei ricordi, condivider­e con altri il passato balordo. Rivivere la violenza per tentare di depotenzia­rne l’eco ben sapendo che il prezzo da pagare è molto alto. Molte le analogie con la cronaca e l’attualità in una sorta di #MeToo rilanciato ora, ma sofferto 60 anni fa quando non c’erano né telefonini né social. Miranda ha vissuto per certi versi le stesse angosce di molte ragazze e donne di oggi, vittime di ricatti e soprusi amplificat­i dalla Rete e dalla tecnologia.

Il libro si intitola Caduta in un gorgo di torbide passioni – L’autobiogra­fia di una diva

della canzone italiana. Leggerlo non può lasciare indifferen­ti, perché nel racconto che va dall’infanzia in una famiglia tradiziona­le, passata a girovagare per l’Italia cercando oasi di pace in un periodo in cui cadevano le bombe del secondo conflitto mondiale, fino agli inizi della carriera e poi ancora con l’affermazio­ne e l’evoluzione di un’attività artistica che spazia dalla musica leggera alla prosa impegnata, dalla radio alla tv, dagli spettacoli alle canzoni napoletane, dalla scrittura di testi per libri e inchieste fino alla direzione di un teatro a Roma. Una curiosa alternanza tra la donna forte e risoluta che si ribella al sistema e l’altra più debole, malinconic­a e inquieta. Spesso sola. “La mia voglia è fare i conti con me stessa - racconta la Martino - e far partecipi gli altri dei miei errori, vizi e lati oscuri”. E poi: “Le rabbie, le vergogne, ora che sono matura, sono mature anch’esse e le voglio analizzare anche a costo di farmi male”.

NEL RACCONTO dell’Italia che tenta di rialzarsi dopo la devastazio­ne di una guerra (subita e non compresa) a un tratto appare la violenza. La più abietta: quella sessuale. Due momenti distinti, accomunati dal dolore e dalla rabbia. Dall’umiliazion­e e dalla vergogna. Nella prima circostanz­a, poco più di una ragazzina, va incontro al martirio senza accorgerse­ne. Un giovane incontrato sul tram numero 28 a Piazza Cavour si offre di riaccompag­narla a casa e... “Il ragazzo che avevo appena conosciuto diventò un’altra persona, cambiò completame­nte faccia, sembrava una bestia, il viso contratto, gli occhi fissi su di me, minacciosi. Io non riuscivo a reagire, dalla gola non mi usciva alcun suono, mi sentivo impotente e senza scampo, e il ballatoio di quel quarto piano divenne il palcosceni­co di uno stupro”. Dopo pochi minuti, nel raccontare la violenza ai genitori, ecco l’altra tragedia. “Avrei avuto bisogno di conforto e invece non dissero una parola, nel loro sguardo c’erano solo durezza e rimproveri, e io mi sentii infelice e colpevole”.

Passano alcuni anni e Miranda non è più una sconosciut­a. Comincia a farsi apprezzare nel mondo dello spettacolo e, dopo alcuni provini, firma un contratto con la Rai.

Per motivi di lavoro entra in contatto con il maestro Bruno Canfora, in quegli anni uomo molto potente della Rai nonché direttore d’o rc h es t ra , compositor­e, arrangiato­re e autore di molte canzoni di successo. “Fu un colpo di fulmine, ma un colpo a tradimento, una violenza sconvolgen­te, per quanto squallida, si abbatté su di me. Amavo il maestro che mi aveva insegnato a cantare, a muovermi in mezzo a tutti gli ostacoli, che nell’amore mi aveva fatto conoscere l’estasi, ma lui, proprio lui, mi inflisse una pugnalata”.

Quello che segue è il racconto di un incontro di corpi, troppi. Il preludio alla beatitudin­e si trasforma nel tormento. Un whisky bevuto tutto d’un fiato stordisce Miranda che lascia che il partner la spogli e la distende sul letto. “Chiudo gli occhi, sono completame­nte abbandonat­a, ma lui non è vicino a me. Vagamente sento che traffica con qualcosa. Lo cervo, voglio il suo corpo, la sua pelle. Mi penetra subito subito senza troppi preliminar­i, e nello stesso tempo sento un clic, poi mi cambia posizione, un altro clic”. Forse sarebbe il momento di aprire gli occhi, invece continua il buio. “Sono completame­nte in suo potere, gli appartengo, può fare di me quello che vuole, non potrei oppormi. Tutto il mio essere è un paradiso di fuoco, di perversion­e, sono pronta anche ad altro”.

E l’altro entra. Miranda continua: “Mi accarezza, mi penetra e ancora quel clic; mentre lui mi bacia sulla bocca e l’estasi diviene sublime, il clic è sempre là. Quando riapro gli occhi vicino a me non c’è più nessuno”.

FOSSE UN FILM diremmo “stacco”. Passano gli anni. Miranda è data tra i cantanti che si sfideranno al Festival di Sanremo del 1959 ma un dirigente della Rca le dice, con imbarazzo, che la casa discografi­ca è contraria alla sua partecipaz­ione: condotta morale dubbia, si dice in giro partecipi alle orge.

“Ne venni a conoscenza tardi, anche se il linciaggio morale era cominciato presto e io non me ne ero accorta. Lo seppi da un amico molto stretto del ‘maestro’che tempo dopo ebbe pietà di me e mi raccontò che nell’ambiente giravano alcune mie fotografie molto compromett­enti, che il ‘maestro’ aveva avuto il coraggio di stampare e di consegnare a due cantanti famosi che io conoscevo bene, erano stati due banali flirt e il maestro lo sapeva, anzi per eccitarsi voleva che gli raccontass­i cosa avevo fatto con loro. E io, plagiata fino all’inverosimi­le”.

Miranda bruciò i negativi che le furono consegnati ma questo non l’aiutò più di tanto, era sicura che circolasse­ro copie delle immagini di quella maledetta sera. Il terrore di vederle di nuovo l’atterriva e l’atterrisce tuttora. Un incubo che l’ha costretta a una carriera meno luminosa delle altre dive di quegli anni e che l’ha obbligata a sperimenta­re altre forme d’arte oltre al canto. “Nel 2005 al Bagaglino, dove ero in scena con una commedia in cui impersonav­o una gattara, mi arrivò una cartolina: ‘Abbiamo le tue luride foto le metteremo su Internet’. La persecuzio­ne continua, devo ancora pagare il mio peccato!”.

Nel libro c’è molto altro: lo slancio artistico, l’impegno civile (per i detenuti) e quello politico (per Pci/Pds prima e i Radicali dopo); la quotidiana battaglia per far tornare i conti e il braccio di ferro con le banche; i rapporti con la famiglia, le relazioni con mariti e compagni e il legame con il figlio (“Mi hanno accusata di essere una madre snaturata perché l’ho fatto studiare lontano da Roma e lontano da me”). Ma il molto altro non può prescinder­e dalle “torbide passioni”.

IL SOSTEGNO NEGATO DAI GENITORI

“Avrei avuto bisogno di conforto e invece non dissero una parola. E io mi sentii infelice e colpevole”

IL RISCATTO E LA DENUNCIA

“Ho voglia di fare i conti con me stessa e analizzare vergogna e rabbia, anche a costo di farmi male”

Venni accusata di condotta morale dubbia, di fare le orge Il linciaggio morale era cominciato presto, ma io non me ne ero accorta. Me lo raccontò un amico molto stretto

 ??  ??
 ?? Foto tratte dal libro ?? Milva, Celentano e Miranda Martino al Cantagiro ’62 Un servizio fotografic­o su Playmen. Sotto uno scatto del 2015
Foto tratte dal libro Milva, Celentano e Miranda Martino al Cantagiro ’62 Un servizio fotografic­o su Playmen. Sotto uno scatto del 2015
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy