Occhi su Catania, sbarchi nello Ionio
Mentre l’attenzione era puntata sulla Diciotti, ne sono arrivati altri 150
Partono
da altri lidi, dalla Tunisia e dalla Turchia. Non usano gommoni, ma barche a motore e velieri, i migranti sbarcati in Italia, soprattutto nella zona ionica. Mentre l’attenzione era tutta focalizzata sulla Diciotti, il pattugliatore della Guardia costiere su cui sono stati imbarcati i 190 migranti recuperati da due motovedette italiane, e mentre il ministro dell’Interno e segretario della Lega Matteo Salvini conduceva la sua battaglia, politica e mediatica, in Italia arrivavano altre barche.
Stando ai dati del Viminale aggiornati a venerdì, sono state 980 le persone sbarcate contro i 3.920 dell’a gos to 2017 e i 21.294 dell’ag o st o 2016. “L’anno scorso, al 18 agosto erano sbarcati in Italia solo via mare, 97.800 immigrati, quest’anno ne sono sbarcati 19.356. 80mila men o”, annunciava trionfante Salvini il 19 agosto a Lucca. Il calo, però, non è un risultato ottenuto da lui: i dati diminostrano che la riduzione comincia alla metà del luglio 2017, forse risultato del cambio della strategia delle milizie libiche che gestivano le partenze, al potenziamento dei controlli della “g u ar di a costiera” libica e alla strategia del predecessore di Salvini, Marco Minniti, promotore del codice di comportamento per le navi delle Ong e, soprattutto, del “Memorandum of Understanding”.
Se dalla Libia, quindi, le partenze sono diminuite (e non tanto per effetto delle politiche di Salvini), altre vie vengono percorse e altri approdi vengono trovati, soprattutto nella zona ionica, tra Puglia e Calabria, ma anche al sud della Sardegna.
DA FERRAGOSTO, giorno in cui al largo di Malta comincia l’Odissea dei 190 della “Diciotti”, a venerdì sono stati quasi 150 i migranti sbarcati in Italia nel silenzio. Proprio quel giorno vicino al tacco dell’Italia, vengono segnalate tre imbarcazioni. Una nei pressi di Gallipoli (Lecce), viene trovata vuota: forse era stata già ab- bandonata. Le altre, invece, sono al largo di Santa Maria di Leuca. La Guardia di finanza arresta due skipper georgiani e uno scafista greco che, su un veliero e un’imbarcazione a motore, trasportavano 24 migranti iracheni e iraniani. Il 21 agosto a Crotone sbarcano 56 uomini, quasi tutti pachistani. Raccontavano di essere partiti dalla Cirenaica, nella zone est della Libia guidata dal generale Aftar da dove, però, le partenze sono nettamente calate sia per il cambio della strategia dei trafficanti legati alle milizie, sia perché ci sono più con- trolli delle motovedette libiche, sia perché da lì la traversata del Mediterraneo è più dura. È invece più probabile che i pachistani siano partiti da Est, forse dalla Turchia, dove con 5mila euro si può ottenere un viaggio a bordo di velieri. A gestirli sono ucraini, georgiani o lettoni, come i due giovani fermati e poi denunciati a piede libero dalla Squadra mobile di Crotone e dell’Unità navale della sezione operativa della Guardia di finanza. E il 23, di nuovo al largo di Leuca, la Guardia costiera intercetta una barca a vela di nove metri che a bordo aveva 34 migranti di nazionalità iraniana e irachena. A questi sbarchi, poi, ad agosto se ne aggiungono altri avvenuti nel Sulcis della Sardegna e nel sud della Sicilia, quelli di barche partite dalla Tunisia o dall’Algeria, alcuni dei quali sono definiti “sbarchi fantasma”.
Vela o motore Diminuiscono gli arrivi dalla Libia, ma in Puglia e Calabria sono arrivate altre barche