Le fake news del cardinale Scola, il papabile che nessuno volle Papa
L’arcivescovo emerito di Milano smentisce la sua candidatura nel Conclave del 2013 e accusa i media
Il racconto della storia travestito da autobiografia risulta spesso parziale. Soprattutto quando lo scorrere del tempo stinge i fatti e contribuisce alla rimozione della realtà. È quanto capitato al cardinale Angelo Scola, arcivescovo emerito di Milano dal 2017 e oggi “pensionato” nella sua terra, il Lecchese, in Lombardia.
In questi giorni riminesi del Meeting ciellino, i quotidiani sono stati inondati da interviste del cardinale - da sempre “organico” a Comunione e Liberazione - sulla sua autobiografia vergata da un giornalista di Avvenire, Luigi Geninazzi, per l’editore Solferino: Ho scommesso sulla libertà. E così Scola ritorna sul Conclave del 2013, quando fu eletto papa l’argentino Bergoglio dopo la clamorosa rinuncia di Ratzinger. In più di una conversazione, l’arcivescovo emerito di Milano bolla come fake news la notizia della sua candidatura a pontefice, “costruita dai media” e poi usata successivamente per “metterlo ai margini” della Chiesa di Francesco.
BENE. La cosiddetta fake news di Scola candidato al soglio pontificio ha generato più di duecento articoli nel mese e passa che va dalle dimissioni di Benedetto XVI alla fumata bian- ca per Bergoglio, compresi quelli della versione americana del Wall Street Journal.
Non solo. Secondo le ricostruzioni di autorevoli vaticanisti, perlopiù di matrice ciellina, Scola si ritirò dopo il terzo scrutinio (aveva preso 50 voti) per l’ostilità di entrambi i “partiti” che si fronteggiavano in quel Conclave: il clan dei “curiali” italiani (Bertone e Sodano, in primis) e il “movi- mento” dei riformatori americani. A quel punto l’allora arcivescovo milanese ritirò la candidatura e Bergoglio sfiorò l’elezione al quarto scrutinio. Venne eletto alla sesta votazione perché la quinta fu annullata per un problema di conteggi.
Ma la prova regina che smentisce Scola è proprio una gaffe (se volete, una fake news) che lo riguarda e fece il giro del mondo. Appena si levò il fumo bianco dal comignolo della Cappella Sistina, la segreteria generale della Cei, la Conferenza dei vescovi italiani, mandò in rete un messaggio di gioia per l’elezione di Scola a papa. La Cei, non un quotidiano.