Gli inviati italiani nella Primavera delle illusioni
Due ragazzi, uno ceco e uno slovacco In comune il nome e una tragica fine Jan Palach, studente di Filosofia all’Università di Praga si suicida per protesta dandosi fuoco a piazza San Venceslao
“Cara Valeria, approfitto della gentilezza del collega Ochetto della tv per scriverti. Qui la faccenda continua e spero di poter rientrare giovedì: ma non lo so. Sto vedendo se posso avere il visto della Polonia che, per fortuna, viene negato anche ai colleghi comunisti”. È il 9 aprile del 1968 quando la signora Valeria, moglie di Piero Novelli (1929-1983), inviato speciale della Gazzetta del Popolo di Torino, riceve la lettera del marito dalla Cecoslovacchia. Sono i giorni in cui la Primavera di Praga, il tentativo di un “socialismo dal volto u ma n o” intrapreso da Alexander Dubcek e dagli altri riformatori, fa precipitare i rapporti con Mosca. In quelle ore Davide Lajolo, il comandante “Ulisse” della Resistenza e il biografo di Cesare Pavese, comunista non ortodosso e già redattore capo di Novelli a l’Unità, annota sul diario (pubblicato in Ve nt i qu at tr o ann i): “I commentatori dei giornali sovietici, di solito tardivi a pronunciarsi su fatti sgradevoli, cominciamo a schierarsi apertamente contro i rinnovatori” di Praga. Mancano più di 4 mesi all’invasione russa del 21 agosto, che nessuno, salvo forse i sovietici, ha messo in conto. Pure il segretario del Pci Luigi Longo, narra Lajolo, è andato a Praga e ritorna “convinto che la strada intrapresa dai rinnovatori è giusta”.
INSIEME a Enzo Bettiza, Giorgio Bocca, Igor Man, Valerio Ochetto (che sarà arrestato a Praga nel 1972), e a Gianfranco Piazzesi, Bernardo Valli e Giuseppe Boffa (de l’Unità), anche Piero Novelli detto Pierino, ma il suo vero nome era Dario, va su e giù dalla Cecoslovacchia. La possibilità di riformare il socialismo in senso democratico, come sta facendo Dubcek, emoziona chi, come Novelli, era stato comunista e poi aveva abbandonato il Pci dopo i fatti d’Ungheria del 1956. In una corrispondenza del 14 agosto 1968, a una settimana dall’arrivo dei carri armati del Patto di Varsavia, Novelli incontra i redattori del settimanale Literàrni listy, che aveva contribuito a demolire il
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