Il Fatto Quotidiano

Il “socialismo dal volto umano” incontrava consensi Anche per il segretario del Pci Longo “la strada dei riformator­i è giusta”

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regime di Novotny, favorendo l’avvento di Dubcek alla guida del Partito comunista. Scrive che gli raccontano che “le copie si esauriscon­o in un baleno e pensano a un rinnovo e ampliament­o sia nella veste editoriale che nella tiratura. Sono tutti al fianco di Dubcek e sanno che il loro destino è legato al segretario”.

L ’ o c c u p azione sovietica, l’arresto di Dubcek, la repression­e (circa 200mila esuli, 500mila espulsi dal partito), coglie Novelli in Italia. Nel giro di pochi giorni, passando dalla frontiera con l’Austria grazie a un capitano dell’esercito ceco che simpatizza con i rinnovator­i della Primavera, è di nuovo in Cecoslovac­chia.

IN UN’ALTRA LETTERA inedita dell’Archivio Famiglia Novelli, un diplomatic­o italiano, Gino Tozzo, rievocherà da Helsinki a Piero, nel ’72, quei giorni, così come la crisi di Cipro. Di questa dice: “È ancora viva in me l’avventuros­a serata di Nicosia di tanti anni fa”, nel “campo dei soldati greco-ciprioti a bere metaxa”. E aggiunge: “Pure nel famoso agosto ’68 mi trovavo a Praga, e lei, sono quasi certo, alloggiava al mio stesso albergo, il Park Hotel. Ho vissuto tutta la vicenda del popolo cecoslovac­co, e an-

DUBCEK

che da lì ho seguito con interesse i suoi articoli”.

Quando Ochetto verrà arrestato a Praga per aver introdotto un manoscritt­o giudicato ostile al regime, Tozzo si diede da fare per la scarcerazi­one. “Quanto lavoro! - scrive - Quante ore alla cifra e alla telescrive­nte!”. Era il ’72, la Primavera un lacerato ricordo. Piero Novelli (che era mio padre) aderì a molte iniziative per far liberare Ochetto. Non tutti i suoi colleghi dell’agosto 1968 risposero all’appello.

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