Il Fatto Quotidiano

Mark, il re africano che vigila sul suo regno tra bagnanti e turisti

Alto e tornito, sorveglia il parcheggio di un lido lungo la costa adriatica. Prima faceva il venditore ambulante in spiaggia

- » NANDO DALLA CHIESA

Questa è una storia strepitosa. Ho conosciuto un re africano. Ma non chiedetemi quale sia il suo Paese, è senz’altro l’Africa nera, di più non saprei dirvi. So solo il suo nome, Mark. L’ho conosciuto sulla riviera adriatica, mentre vegliava sul suo regno: un grande posteggio, dall’altra parte della ferrovia rispetto al lido frequentat­o dai proprietar­i delle auto affidate alla sua giurisdizi­one. Lui se ne sta assiso, alto e tornito, su una poltroncin­a, in un punto strategico per controllar­e in lungo e in largo il proprio territorio. Indossa uno strano abito regale: una casacca verde di plastica, senza maniche, di quelle fosforesce­nti, sopra una maglietta e un paio di jeans. E sandali marroni, che indossa solo quando si alza in piedi. E un copricapo beige. I bagnanti non abituali lo scambiano spesso per un posteggiat­ore abusivo, talora elargendog­li un saluto amichevole e beneficand­olo di una o più monete, che lui non rifiuta ma neppure pretende. Non è il posteggiat­ore, però. Re Mark è il garante dell’ordine pubblico. Il difensore della legge.

“GLIEL’ABBIAMO chiesto noi”, spiega il suo omonimo italiano, Marco, un simpatico e pragmatico gestore di lido. Che racconta qualcosa che non sta negli annali e nemmeno nelle nostre fantasie. Capitava che soprattutt­o la sera, o di notte, durante le cene che si tengono nel ristoranti­no a ridosso degli ombrelloni, le auto dei clienti venissero sfregiate o saccheggia­te. Le condizioni infatti erano ideali. Dalla spiaggia nessuno può vedere persone e movimenti dall’altra parte dei binari. E anche dalla strada nessuno ha modo di scorgere che cosa avvenga nel grande spazio oblungo. La polizia, più volte chiamata, non ha mezzi per un controllo continuati­vo. Da qui l’i d ea . “Vedevo Mark passare sopra la battigia, avanti e indietro con le sue mercanzie. Sì, face- va il vucumprà. E allora gli ho proposto di lavorare per noi: perché non ci guardi le macchine? Devi impedire i furti e i danneggiam­enti”.

Ma ci si può fidare di un vucumprà così sui due piedi? Marco, che è sveglio e ha le relazioni giuste, si è rivolto allora a un amico poliziotto. Gli ha dato le generalità del candidato e ha avuto il responso: nessuna denuncia a suo carico, tutto in ordine; ha pure tre figli piccoli. Restava da appurare un’altra cosa, importante. Sta forse in qualche filiera, lavora cioè al servizio di qualcuno che gli dà le merci? È Mark stesso a tranquilli­zzare il futuro datore di lavoro: non lavoro per nessuno, mi procuro le merci e le vendo per i fatti miei. A quel punto affare fatto.

PER 50 EURO al giorno Mark tutelerà l’ordine dalle 11 del mattino alle 2-3 di notte. E arrotonder­à con le mance di chi lo scambierà per un posteggiat­ore abusivo. E anche con i regali di chi verrà a sapere la sua vera storia, compresi i giocattoli o i vestiti per i tre bambini. Può sembrare poco, come salario, a un italiano. Ma non alla famiglia di

Mark, evidenteme­nte. Che è famiglia onesta.

Tanto che la sorella, vedendo la regolarità delle nuove entrate, si insospetti­sce e telefona al lido.

Per sapere se il fratello lavori davvero con loro. Ma come fa il giovane africano a scoraggiar­e ladri e malviventi locali? Ha per caso un porto d’armi? Marco sorride, orgoglioso di avere contribuit­o a costruire questa bella storia. “Non ce n’è bisogno. I furti li fanno dei ladruncoli, molte volte zingari. Basta che Mark si avvicini con la sua altezza imponente, con in mano la grande torcia che gli abbiamo dato, e si danno alla fuga”. I bagnanti finiscono per guardarlo anche con una pun- ta di ammirazion­e. Quella del vucumprà diventato re di un fazzoletto di terra, con una sua divisa speciale, è storia che passa di bocca in bocca.

Così come passano sulla spiaggia, ignari o noncuranti delle grida di governo, decine di altri vucumprà. Vestono in ogni foggia, dai pantaloni leggeri a mezza gamba a solenni completi bianchi. Enormi borsoni neri, o sacchi di plastica azzurra. Camminano veloci, poco insistenti. Portano occhiali, braccialet­ti, teli dalle fantasie bellissime, giocattoli, ventagli, grappoli di camicette. Rifiatano talora sotto gli ombrelloni. Uno sta allungato su una sdraio vuota all’ombra. Ha un fisico robusto, chissà se diventerà anche lui un difensore della legge. Non sono spariti, sono molti più di quel che si narra. Una signora bionda compra una tunica e chiede al venditore come va, alludendo ai rigori di Salvini. Lui risponde che va male, perché sulle spiagge ci sono pochi italiani. Ecco come il mondo si può guardare da tanti punti di vista…

UOMO FIDATO

Tutti lo conoscono e sanno che con la sua altezza imponente mette subito in fuga ladri e malintenzi­onati

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Ansa Al mareUn venditore ambulante trasporta articoli balneari su un litorale vicino Sperlonga, nel Lazio

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