Si è fulminata la lampadina: led obbligatorio da settembre
I maggiori costi si ammortizzeranno in un paio di anni. Si inquinerà 5 volte di meno
Eluce fu, ma rigorosamente a led. Tra 5 giorni, sabato 1° settembre, le lampadine alogene saranno bandite da tutta l’Europa: si potranno acquistare solo quelle di nuova generazione, meno energiovre e meno inquinanti. In particolare, a essere messi fuori mercato saranno i tradizionali bulbi di vetro a forma di pera, non direzionali, in classe energetica D, mentre continueranno a essere accettati altri tipi di lampade alogene, come quelle con attacchi R7 e G9, a patto che siano almeno in classe energetica C. Ma i fondi di magazzino potranno comunque essere ancora venduti fino all’esaurimento delle scorte.
A METTERE al bando la vecchia tecnologia è il regolamento europeo 244/ 2009 che ha imposto una dead line progressivo negli anni. Si è, infatti, partiti 10 anni fa con il divieto delle lampadine a incandescenza (ma sono serviti 4 anni per eliminare completamente dagli scaffali dei negozi i vecchi bulbi a incandescenza). In realtà, la Commissione europea aveva poi previsto la fine delle lampade alogene dal settembre 2016, ma poi – su pressione di Italia, Francia e Germania, contro il fronte verde guidato da Svezia e Danimarca – le istituzioni Ue hanno deciso di posticipare il divieto al 2018 per dare tempo alle lampadine led di diffondersi ancora di più, abbassando costi e rendendo meno drastico il passaggio. Quanto ai vantaggi per l’ambiente e la sicurezza energetica, da settembre il passaggio a lampadine a basso consumo energetico porterà a un risparmio annuale pari al consumo annuo di elettricità del Portogallo e consentirà di risparmiare circa 15,2 milioni di tonnellate di emissioni di Co2 entro il 2025, pari alle emissioni generate da circa due milioni di persone all’anno”, spiega Anie Confindu- stria, che rappresenta le imprese elettrotecniche ed elettroniche che operano in Italia. Cosa accadrà, invece, sul fronte dell’esborso? La Commissione Europea ha calcolato che passare per intero a lampadine led farà risparmiare circa 115 euro durante l’intera vita della lampadina, la cui durata media va da 30.000 a 100.000 ore, che equivale a 18/20 anni. Per fare un esempio pratico, una lampadina Led da 18 watt produce la stessa quantità di luce di una alogna da 100 watt, tagliando i costi sulla bolletta fino all’ 80%. Un risparmio che permetterà così di ammortizzare il maggior costo di acquisto entro un anno.
Del resto, è chiaro che ai vantaggi per l’ambiente, si affianchi il concreto risvolto economico che pesa sulle tasche dei consumatori. I led, infatti, anche se permettono di consumare fino a 5 volte meno rispetto alle alogene, assicurando una durata maggiore, risultano però cinque volte più costosi.
ANCHE SE il prezzo delle lampadine led è sceso anno dopo anno, riducendosi di circa il 75% dal 2010 al 2017, la spesa resta sempre importante. Tanto che, secondo le stime presentate nel 2016 dall’European environmental bureau (che riunisce 40 organizzazioni tra cui Legambiente), anche se il bando delle alogene avrebbe garantito ai cittadini europei risparmi per 6,6 miliardi di euro in bolletta (780 milioni per l’Italia), lo stop per la Lighting Europe (l’associazione che riunisce le maggiori industrie del settore dell’illuminazione) avrebbe comunque avuto un costo di circa 10 miliardi di euro per le famiglie che, di fatto, si sarebbero trovate in casa oltre 200 milioni di impianti di- ventati inutilizzabili per incompatibilità dei led.
Altro punto da non sottovalutare è la diffusione della notizia. Un’indagine internazionale di LedVance sui consumatori di Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, Svezia, Usa, Canada, Brasile e Cina ha messo in luce“una notevole disinformazione sull’ imminente messa al bando delle lampadine alogene”. In particolare, in Italia il 41% degli intervistati non ne ha mai sentito parlare e se a ciò aggiungiamo il numero di quanti ne hanno sentito parlare, ma non hanno chiare le conseguenze, la cifra aumenta del 16% fino a raggiungere il 57%. Tra coloro che, invece, non sono a conoscen- za del divieto, quasi la metà (47%) ha un’età compresa tra i 50 e i 60 anni e, ben più sorprendente, il 67% considera la propria conoscenza dei sistemi di illuminazione buona o almeno adeguata. Al contrario, il grado di informazione è particolarmente elevato nella fascia d’età compresa tra i 30 e i 39 anni e tra coloro con livelli di reddito ed istruzione più alti. Vale la pena sottolineare però che l’Italia è in testa alla classifica europea: il 58% degli intervistati italiani è a conoscenza della direttiva. Francesi, tedeschi e svedesi si attestano tra il 40 e il 50%. In fondo alla classifica troviamo gli inglesi: solo il 35% ne è informato.
Poca informazione Secondo un’indagine il 41% degli intervistati italiani non era al corrente della novità