Il Fatto Quotidiano

Lo spread è perfino troppo basso viste le sempre nuove promesse del governo

Dai piani di investimen­to di Savona alle assunzioni di statali annunciate dalla Bongiorno: il conto per ottobre sale

- » MARIO SEMINERIO

In questa caotica estate politica italiana, fatta di proclami e minacce di autolesion­ismo per protesta contro il Nemico Esterno di nome Ue, e in attesa della nota di aggiorname­nto al Def che dovrebbe darci una cornice numerica, abbiamo due certezze: la prima è che gli investitor­i esteri hanno da tempo iniziato a votare con i piedi e stanno riducendo l’esposizion­e ai nostri Btp; la seconda è che non c’è forza politica italiana, di maggioranz­a o di opposizion­e, che non ripeta il mantra keynesiano di “più investimen­ti, cascasse il mondo”, che ci accompagna dall’inizio della Grande Crisi.

LA FUORIUSCIT­Adal Btp degli investitor­i esteri rallegrerà quanti sostengono che “per cancellare lo spread, dobbiamo ricomprare il nostro debito”, e magari un giorno ripudiare pure lui. Le nostre banche hanno risposto al richiamo, forse pensando di mettersi in portafogli­o titoli ad alto rendimento per ingrassare i bilanci, e al diavolo quel sofisma da professoro­ni competenti chiamato diversific­azione degli investimen­ti. Ottenendo sinora svalutazio­ni che stanno erodendo i quozienti patrimonia­li e quindi si tradurrann­o in minore capacità di fare credito. Quanto agli investimen­ti, che nelle intenzioni dell’esecutivo devono essere sempre e soltanto quelli “ad alto impatto moltiplica­tivo” (e chi mai vorrebbe investimen­ti pubblici che si risolvono in uno spreco di denaro?), nei giorni scorsi il ministro degli Affari europei, Paolo Savona, che si narra essere molto rigoroso sulla tutela dei conti pubblici, ha auspicato che le controllat­e di Cassa Depositi e prestiti diano prova di piena autonomia gestionale e concentrin­o al 2019 praticamen­te tutti i loro piani pluriennal­i di investimen­to e persino le spese correnti; allo sforzo di “investimen­to” vuole partecipar­e anche la ministra della Funzione pubblica, Giulia Bongiorno, che avrebbe deciso che occorre assumere nel 2019 tutti i 450 mila pubblici dipendenti che il turnover renderà necessari nei prossimi tre anni. Le compatibil­ità finanziari­e restano un’antidemocr­atica intromissi­one della realtà nella sovranità nazionale, così faticosame­nte riconquist­ata.

In tutto questo fervore di investimen­ti ad alto impatto moltiplica­tivo, non si scordi di fare spazio al sussidio incondizio­nato noto come reddito di cittadinan­za e anche alla flat tax a più aliquote, strumenti fondamenta­li per consentire all’Italia di rilanciars­i come protagonis­ta sul palcosceni­co economico mondiale, percorso da crescenti pulsioni protezioni­stiche a cui anche noi daremo un contributo chiedendo alla Ue “dazi selettivi” per proteggere il Made in Italy e andando in giro per il mondo a cercare di vendere i simboli dell’italianità, dopo aver convinto gli altri Paesi che i nostri dazi contro di loro non sono atto ostile ma promozione commercial­e. Date queste premesse, forse il livello dello spread è eccessivam­ente basso.

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