Diciotti, cento migranti in un comune vicino a Roma: prime proteste
Il fascicolo Il procuratore Luigi Patronaggio sta indagando il vicepremier e il suo capo di gabinetto, Matteo Piantedosi, per abuso d’ufficio, arresto illegale e sequestro di persona
C’è un’aggrav ante nel fascicolo sul ministro dell’I nterno Matteo Salvini e sul suo capo di gabinetto, Matteo Piantedosi, che tra oggi e domani potrebbe già essere trasmesso al Tribunale dei ministri di Palermo. Il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, ieri stava ultimando la relazione che sarà trasmessa ai colleghi palermitani e che spiega per quali motivi Salvini e Piantedosi sono accusati di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio. E per il reato più grave, il sequestro di persona, la Procura di Agrigento sta contestando anche l’aggravante di averlo commesso in danno di minori.
TUTTO INIZIAla notte tra il 15 agosto e il 16 agosto, quando il pattugliatore Diciotti della Guardia costiera interviene in acque maltesi per soccorrere un barcone con 177 persone a bordo. Da quel momento i migranti – salendo sulla Diciotti – entrano ufficialmente nel territorio italiano. Ma restano in mare. Il 17 agosto sono fermi in rada al largo di Lampedusa. Passano altri tre giorni prima che il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli indichi un porto per l’attracco: il 20 agosto la Diciotti viene indirizzato verso Catania. Ma Salvini continua a non autorizzare lo sbarco. Le direttive varate nel 2015 prevedono infatti che sia il Viminale e non più il ministero delle Infrastrutture – che in questo caso ha quindi una competenza generica – ad autorizzare lo sbarco predisponendo tutto il necessario per le questioni di ordine pubblico, sicurezza e accoglienza. Autorizzazione che viene ripetutamente richiesta dal comandante della Diciotti. Ma senza alcun risultato. Il tutto – ha verificato il procuratore di Agrigento con le audizioni di tre giorni fa – avviene per telefono. Salvini comunica al suo capo di gabinetto, Matteo Piantedosi, che gli uffici competenti del Viminale non devono autorizzare alcuno sbarco. A sua volta Piantedosi lo comunica, sempre per telefono, al vicecapo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, Bruno Corda, che in quei giorni sostituisce il capo dipartimento Ge- rarda Pantalone.
Questa sequenza di ordini telefonici – quindi non scritti – è al centro della contestazione che il procuratore Patronaggio muove ai primi due anelli della catena di comando: Salvini e il suo capo di gabinetto Piantedosi. Da quando, per la prima volta, viene rifiutata al comandante del Diciotti l’indicazione del porto dove sbarcare, Salvini e Piantedosi iniziano a commettere in sequenza i reati di abuso d’ufficio, arresto illegale e sequestro di persona. Reati che prevedono pene piuttosto alte: fino a otto anni per il sequestro di persona, che possono salire a 10 se “il fatto è commesso da un pubblico ufficiale con abuso dei poteri inerenti alle sue funzioni” e a 12 “se è commesso in danno di un minore ”. Aggravanti entrambe contestate agli indagati. Il 22 agosto, quando il procuratore di Agrigento sale sulla Diciotti per verificare la situazione a bordo, scopre un nu- mero di minori elevato. Patronaggio sta effettuando un’ispezione, corredata da fotografie, che viene allegata al fascicolo in transito verso il tribunale dei ministri. E tra le fotografie della “situazione critica” trovata a bordo, ci sono anche quelle dei minori presenti. È solo il giorno dopo, il 23 agosto, quindi ben 5 giorni dopo il soccorso, che scenderanno dal pattugliatore: di minori non accompagnati dalla Diciotti ne sbarcano ben 27. Parliamo di 25 ragazzi e due ragazze, tra i 14 e i 17 anni, tutti di cittadinanza eritrea fatta eccezione per una cittadina somala.
PER LORO, come per gran parte degli altri migranti delle stesse nazionalità, c’è un’altissima probabilità di avere una risposta positiva alla richiesta di asilo. Ma dalla notte del 16 fino allo sbarco iniziato la sera del 25 agosto, chi poteva informarli sulla “procedura di protezione internazionale” che deve esse- re assicurata – immediatamente dopo i primi interventi di assistenza – a chi scappa da un paese in guerra? Per questo motivo la Procura di Agrigento contesta anche l’abuso d’ufficio. Il motivo: non aver rispettato le norme previste dal Testo unico sull’immigrazione. Norme applicate soltanto dal 25 agosto in poi. Ora spetterà al Tribunale dei ministri valutare se Salvini e Piantedosi, per le condotte contestate dalla Procura di Agrigento, meritano una richiesta di rinvio a giudizio, un’archiviazione oppure – nell’attesa – un supplemento d’indagine.
Cosa rischiano
Il reato contestato prevede pene che possono salire fino a 12 anni