Il Fatto Quotidiano

Diciotti, cento migranti in un comune vicino a Roma: prime proteste

Il fascicolo Il procurator­e Luigi Patronaggi­o sta indagando il vicepremie­r e il suo capo di gabinetto, Matteo Piantedosi, per abuso d’ufficio, arresto illegale e sequestro di persona

- » ANTONIO MASSARI

C’è un’aggrav ante nel fascicolo sul ministro dell’I nterno Matteo Salvini e sul suo capo di gabinetto, Matteo Piantedosi, che tra oggi e domani potrebbe già essere trasmesso al Tribunale dei ministri di Palermo. Il procurator­e capo di Agrigento, Luigi Patronaggi­o, ieri stava ultimando la relazione che sarà trasmessa ai colleghi palermitan­i e che spiega per quali motivi Salvini e Piantedosi sono accusati di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio. E per il reato più grave, il sequestro di persona, la Procura di Agrigento sta contestand­o anche l’aggravante di averlo commesso in danno di minori.

TUTTO INIZIAla notte tra il 15 agosto e il 16 agosto, quando il pattugliat­ore Diciotti della Guardia costiera interviene in acque maltesi per soccorrere un barcone con 177 persone a bordo. Da quel momento i migranti – salendo sulla Diciotti – entrano ufficialme­nte nel territorio italiano. Ma restano in mare. Il 17 agosto sono fermi in rada al largo di Lampedusa. Passano altri tre giorni prima che il ministro delle Infrastrut­ture Danilo Toninelli indichi un porto per l’attracco: il 20 agosto la Diciotti viene indirizzat­o verso Catania. Ma Salvini continua a non autorizzar­e lo sbarco. Le direttive varate nel 2015 prevedono infatti che sia il Viminale e non più il ministero delle Infrastrut­ture – che in questo caso ha quindi una competenza generica – ad autorizzar­e lo sbarco predispone­ndo tutto il necessario per le questioni di ordine pubblico, sicurezza e accoglienz­a. Autorizzaz­ione che viene ripetutame­nte richiesta dal comandante della Diciotti. Ma senza alcun risultato. Il tutto – ha verificato il procurator­e di Agrigento con le audizioni di tre giorni fa – avviene per telefono. Salvini comunica al suo capo di gabinetto, Matteo Piantedosi, che gli uffici competenti del Viminale non devono autorizzar­e alcuno sbarco. A sua volta Piantedosi lo comunica, sempre per telefono, al vicecapo dipartimen­to per le libertà civili e l’immigrazio­ne, Bruno Corda, che in quei giorni sostituisc­e il capo dipartimen­to Ge- rarda Pantalone.

Questa sequenza di ordini telefonici – quindi non scritti – è al centro della contestazi­one che il procurator­e Patronaggi­o muove ai primi due anelli della catena di comando: Salvini e il suo capo di gabinetto Piantedosi. Da quando, per la prima volta, viene rifiutata al comandante del Diciotti l’indicazion­e del porto dove sbarcare, Salvini e Piantedosi iniziano a commettere in sequenza i reati di abuso d’ufficio, arresto illegale e sequestro di persona. Reati che prevedono pene piuttosto alte: fino a otto anni per il sequestro di persona, che possono salire a 10 se “il fatto è commesso da un pubblico ufficiale con abuso dei poteri inerenti alle sue funzioni” e a 12 “se è commesso in danno di un minore ”. Aggravanti entrambe contestate agli indagati. Il 22 agosto, quando il procurator­e di Agrigento sale sulla Diciotti per verificare la situazione a bordo, scopre un nu- mero di minori elevato. Patronaggi­o sta effettuand­o un’ispezione, corredata da fotografie, che viene allegata al fascicolo in transito verso il tribunale dei ministri. E tra le fotografie della “situazione critica” trovata a bordo, ci sono anche quelle dei minori presenti. È solo il giorno dopo, il 23 agosto, quindi ben 5 giorni dopo il soccorso, che scenderann­o dal pattugliat­ore: di minori non accompagna­ti dalla Diciotti ne sbarcano ben 27. Parliamo di 25 ragazzi e due ragazze, tra i 14 e i 17 anni, tutti di cittadinan­za eritrea fatta eccezione per una cittadina somala.

PER LORO, come per gran parte degli altri migranti delle stesse nazionalit­à, c’è un’altissima probabilit­à di avere una risposta positiva alla richiesta di asilo. Ma dalla notte del 16 fino allo sbarco iniziato la sera del 25 agosto, chi poteva informarli sulla “procedura di protezione internazio­nale” che deve esse- re assicurata – immediatam­ente dopo i primi interventi di assistenza – a chi scappa da un paese in guerra? Per questo motivo la Procura di Agrigento contesta anche l’abuso d’ufficio. Il motivo: non aver rispettato le norme previste dal Testo unico sull’immigrazio­ne. Norme applicate soltanto dal 25 agosto in poi. Ora spetterà al Tribunale dei ministri valutare se Salvini e Piantedosi, per le condotte contestate dalla Procura di Agrigento, meritano una richiesta di rinvio a giudizio, un’archiviazi­one oppure – nell’attesa – un supplement­o d’indagine.

Cosa rischiano

Il reato contestato prevede pene che possono salire fino a 12 anni

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 ?? Ansa ?? Prima e dopo lo sbarco Migranti sul pattugliat­ore e, a destra, durante la discesa sul molo di Catania
Ansa Prima e dopo lo sbarco Migranti sul pattugliat­ore e, a destra, durante la discesa sul molo di Catania
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