Il Fatto Quotidiano

Niente pace per i cento: proteste a Rocca di Papa

Sosta nel Comune romano prima di andare nelle diocesi: rivolta sul web

- » ANDREA GIAMBARTOL­OMEI

Non c’è pace per i passeggeri della “Diciotti”. Dopo il divieto da parte di Matteo Salvini, che ha impedito il loro sbarco a Catania, e nonostante l’intervento della Cei che ha permesso di scendere dal pattugliat­ore, adesso devono affrontare la rabbia degli abitanti di Rocca di Papa, paese di 17 mila anime nella zona dei Castelli Romani, a pochi chilometri da Ciampino.

Arriverann­o oggi dall’hotspot di Messina e rimarranno alcuni giorni nel centro “Mondo migliore” gestito dell’Auxilium, cooperativ­a cattolica fondata da Angelo Chiorazzo, ex vicepresid­ente di un’ altra coop bianca, La Cascina (vicina a Comunione e liberazion­e) coinvolta in molte inchieste su appalti per la gestione dell’accoglienz­a, tra cui quella su Gianni Letta e sul prefetto Mario Morcone, inchiesta poi archiviata. Per i contatti con un concorrent­e (Salvatore Buzzi), fu citato senza essere indagato nell’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione “Mafia Capitale”. Chiorazzo è un imprendito­re molto ben inserito che nei suoi centri riceve le visite di cardinali e vescovi, politici e prefetti. Uno sul cui profilo Facebook pubblica una foto in compagnia di papa Francesco, che avrebbe indirizzat­o i migranti verso il centro gestito da Auxilium: “Ma è stata la società a farsi avanti”, si apprende.

I CENTO MIGRANTI della Diciotti, soprattutt­o eritrei, si fermeranno nel centro “Mondo migliore” per poco, una settimana o poco più. I cittadini protestano sui social. “Io non li voglio”, scrivono da Rocca di Papa. “Se li tenesse il Vaticano”. È un diluvio di polemiche. “Non abbiamo ricevuto comunicazi­oni ufficiali del ministero degli Interni o della Prefettura, ma la decisione di ospitare i migranti a ‘Mondo migliore’è una precisa indicazion­e personale di

Papa Francesco”, ha scritto su Facebook il sindaco Emanuele Crestini. “Ci stiamo già attivando, in coordiname­nto con la prefettura e la cooperativ­a per continuare a garantire il massimo controllo sul territorio, per evitare eventuali disagi alla cittadinan­za”.

Non è bastato a calmare gli abitanti. “Non saranno parcheggia­ti lì – garantisce il portavoce della Cei, don Ivan Maffeis –, hanno bisogno di pochi giorni per riprenders­i dai problemi di salute”. Poi ci sono i tempi burocratic­i per l’accordo di Cei e Caritas con il ministero dell’Interno. Dopo l’incontro di sabato tra don Maffeis e Salvini, ieri il responsabi­le migrazione della Caritas, Oliviero Forti, e don Aldo Bonaiuto della Comunità Papa Giovanni XXIII (fondata da don Oreste Benzi per accogliere le donne ridotte in schiavitù) hanno incontrato i funzionari del Viminale e in serata è partita la lettera formale con cui la Cei assicura allo Stato la disponibil­ità di accogliere i cento migranti a spese dei vescovi: “La Cei darà alle diocesi dei contributi, ma in passato nessuna ha chiesto fondi per l’accoglienz­a avviata”, dice don Maffeis.

Molte sedi episcopali si sono fatte avanti: “Mi sta commuovend­o il fatto che da tutte le chiese d’Italia mi giungano telefonate e messaggi di vescovi che dicono ‘Io 20, io 30’– ha detto ieri il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della conferenza episcopale –: questa è la disponibil­ità della nostra gente e delle nostre Chiese”. Tra queste ci sono Milano, Torino, Brescia, Bologna, Agrigento, Cassano all’Jonio e Rossano Calabro. Spetterà alla Caritas stabilire quali progetti siano più adatti anche alle esigenze di mantenere dei legami tra i migranti: tra di loro ci sono tre coppie e molti fratelli che non devono essere separati. “Altrimenti è una spedizione di pacchi”, conclude don Maffeis. Il modello è quello dell’accoglienz­a diffusa nelle parrocchie e coordinata dalla Caritas con cui sono stati accolti circa 27 mila migranti.

I vescovi

Il portavoce Cei: “Non saranno parcheggia­ti lì” Milano, Torino e Bologna pronte a ospitarli

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Ansa “Mondo migliore”Il centro gestito dalla cooperativ­a Auxilium a Rocca di Papa
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