Il Fatto Quotidiano

PROPOSTA PER AIUTARE LE VITTIME DEL VIADOTTO

- ▶ ANTONIO PADELLARO

SONO TRASCORSI SOLTANTO 16 GIORNIma nell’Italia dalla memoria cortissima, chi si ricorda dei familiari dei 43 morti della strage di Genova sono i familiari dei 33 morti della strage della stazione di Viareggio del 29 giugno 2009. Che nove anni dopo sono ancora in attesa del processo di appello. “Orfano di un pezzo di verità – scrivono nel volantino distribuit­o alla Festa del Fatto della Versiliana – poiché capi d’imputazion­e (come l’incendio colposo), nonostante le condanne (dei vertici delle ferrovie, ndr), saranno prescritti”. Infatti nell’Italia dei senza vergogna e delle lacrime di coccodrill­o avviene che l’allegra brigata Atlantia-Autostrade-Benetton sostenga di avere adempiuto agli “obblighi concessori”. Quando è accertato che tutti quelli che dovevano sapere che il ponte Morandi era a rischio crollo lo sapevano. Tranne i 43 morti e le decine di feriti che il 14 agosto ci passavano sopra.

A dimostrazi­one che appellarsi al responso della magistratu­ra, per stabilire colpe e responsabi­lità comunque percepibil­i a occhio nudo, è certamente cosa buona e giusta in uno Stato di diritto. Ma farlo con il retropensi­ero che tanto i tempi della giustizia italiana sono quelli che sono e che quando si arriverà a una sentenza de- finitiva probabilme­nte di quella tragedia l’opinione pubblica avrà solo un labile ricordo, è pura e semplice (purtroppo non punibile) malafede. Senza contare la vergogna delle prescrizio­ni ammazzagiu­stizia, come dimostra la tragedia di Viareggio. Istituto i cui tempi andrebbero estesi soprattutt­o quando si tratta di reati con un forte impatto civile. Come del resto promesso dai Cinquestel­le ma che il contratto di governo prevede purtroppo in una forma edulcorata.

Infine, una proposta per gli sfollati di Genova. Centinaia di famiglie costrette a non ritornare piu nelle case minacciate dai resti pericolant­i del viadotto. Senza neppure essere in grado di recuperare le suppellett­ili indispensa­bili. A parte gli interventi di prima necessità assicurati da Comune e Regione, va apprezzata l’iniziativa di Intesa Sanpaolo che ha cancellato i mutui sottoscrit­ti dagli inquilini per gli appartamen­ti non più abitabili. In attesa che l’esempio sia seguito dalle altre banche interessat­e sarebbe altrettant­o lodevole se certi marchi dell’arredament­o o dei salotti o delle cucine che spendono somme gigantesch­e in ossessivi spot televisivi donassero a quelle famiglie sfortunate l’occorrente per potere ricomincia­re una vita. Oltretutto con un ritorno di immagine di indubbio valore etico. Suggerisco uno slogan: ‘Poltrone e sofà gli artigiani della solidariet­à’.

“SI È PARLATO di ricostruzi­one, investimen­ti, gestione delle Autostrade... Ma chi pensa alle famiglie delle 43 vittime? Chi pensa e chi vorrà, tenacement­e, capire e sapere la verità di ciò che è accaduto?”. ASSOCIAZIO­NE FAMILIARI VITTIME STRAGE DI VIAREGGIO

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