Il Fatto Quotidiano

Il vero rapporto con Dio va al di là dei formalismi e delle usanze ipocrite

- » DON FRANCESCO BRUGNARO*

In quel tempo, si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemm­e. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratame­nte le mani, attenendos­i alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogar­ono: “Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?”. Ed egli rispose loro: “Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurand­o il comandamen­to di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini”. Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: “Ascoltatem­i tutti e comprendet­e bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro”. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, a- dultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutez­za, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo”.

( Marco 7,1- 8.14.15.21- 23). Gesù e i suoi discepoli sono ancora una volta contestati per comportame­nti ritenuti non conformi alle pratiche religiose e morali tradiziona­lmente e comunement­e vissute nel mondo giudaico. Non si tratta tanto dell’interpreta­zione della Scrittura, ma dell’uso che ne viene fatto per assecondar­e opportunis­mi, giustifica­re doppiezze di vita, tollerare incoerenze idolatrich­e, eccezioni ai precetti, riti più o meno con- sentiti, insomma per nascondere la mentalità farisaica che Gesù sconfessa come ipocrisia: maschera del bene!

Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure? La critica alle azioni dei discepoli riguarda una questione importante che è quella che stabilisce il rapporto tra puro e impuro, tra Scrittura e Tradizione, che rimanda all’ autentica relazione con Dio senza trascurare il Suo comandamen­to, senza annullare la Sua Parola. Farisei e scribi vogliono ingabbiare Gesù e il suo insegnamen­to entro mani più o meno lavate, tra oggetti e stoviglie purificate, in ritualismi senza cuore e pratiche formali, tra abiti e pendagli e liturgie esterioriz­zanti. Fan tutti così! O, l’altro principio rischioso che nell’Evangelii gaudium Papa Francesco vuole scardinare del ‘si è sempre fatto così!’ Guai se il cuore è lontano da Dio e dall’uomo! Gesù Maestro ricorre a Isaia per stigmatizz­are l’ipocrisia dietro cui si può nascondere il fariseo o il cristiano, il miscredent­e o il praticante, in realtà ogni uomo: Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti (…): “questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”.

È svelata la mentalità che riduce la relazione con Dio all’osservanza materiale dei precetti che fa “sentire a posto” con Dio, quasi che gli si pagasse il tributo del culto o l’esecuzione casistica di ogni norma. Gesù scardina la tradizione che avete tramandato voi, degli uomini! Il suo Vangelo è libero e nuovo, aiuta e sostiene la vita, afferma ciò che è vitale per l’esistenza gioiosa e consapevol­e di ogni uomo; soprattutt­o quando la vita è minacciata, oppressa, offesa, negata! Solo la coscienza ha la possibilit­à di rendere pure o impure le cose. Quando si apre all’opera di Gesù il cuore scopre che il mondo è buono, che le cose sono piene di parole d’a mo r e . Siamo riportati al centro felice della vita perché la fede e la libertà sviluppano insieme un nuovo modo di vivere nella prossimità della carità e nella fecondità della verità.

* Amministra­tore Apostolico di Camerino - San Severino Marche

La religione non può esaurirsi nell’osservanza materiale dei precetti come se si pagasse un tributo del culto

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