Le commissarie di Corleone sulle orme di Dalla Chiesa
Tre donne nella città di Riina che domani celebra il generale
“In queste foto c'è la leggerezza e la professionalità della prima esperienza siciliana di Dalla Chiesa che a Corleone indagò sulla morte di Placido Rizzotto. La sua figura è stata una sorte di leit motiv dal nostro insediamento ed è stata una soddisfazione sentirci dire durante una riunione con la cittadinanza: voi ci state unendo”. Questo raccontano le tre commissarie che da 24 mesi amministrano il Comune di Corleone (Palermo), sciolto per mafia per la prima volta nell'agosto 2016, in seguito a un blitz dei carabinieri. Tre funzionarie del ministero dell'Interno, ma soprattutto tre donne, come raramente accade: Giovanna Termini, viceprefetto e presidente della Commissione; Rosanna Mallemi, viceprefetto aggiunto; Maria Cacciola, funzionario economico finanziario. “È vero, una concentrazione del genere non è consueta. La Sicilia è una società matriarcale ed è nelle sue corde – dice la presidente Giovanna Termini – tanto che a parte i primi momenti qui a Corleone non abbiamo mai avuto alcuna ritrosia”.
IFANTASMI dei criminali Totò Riina e Bernardo Provenzano hanno smesso di aleggiare sulla città che adesso vuole cacciar via anche il loro immaginario, dai liquori che richiamano Il Padrino ai manifesti che scimmiottano Marlon Brando e Al Pacino nelle vesti di uomini d'onore. Il prossimo 21 ottobre i corleonesi torneranno a eleggere il proprio sindaco ma prima di andar via le commissarie non stanno tralasciando alcun dettaglio. E con una montagna di carte davanti, elencano i provvedimenti approvati. Una sfilza di regolamenti apparentemente superflui ma concreti.
“Prima di tutto abbiamo voluto tutelare l'immagine della città di Corleone – dice Giovanna Termini – che in questi anni è diventata sintesi delle più grosse nefandezze”. I suoi paesaggi diventarono set pubblicitario per un’auto francese: nello spot si simulava un test per la capienza del cofano con un uomo incaprettato. “Adesso c'è un regolamento comunale e prima di accendere le videocamere si dovrà chiedere l'autorizzazione – continua –, così come per l'utilizzo del gonfalone del Comune che prima veniva portato un po’ ovunque. Si è iniziata la raccolta differenziata che adesso dovrà crescere”.
Le scommesse principali riguardano il settore del turi- smo e quello dell'agroalimentare. “Abbiamo contribuito a dar vita a un marchio – dice Rosanna Mallemi – che identifichi tutti i prodotti di Corleone e si è promosso un turismo che mette a sistema circuiti religiosi, beni confiscati e prodotti delle terre sottratte alla mafia”. Una vera missione in una città in cui anche il figlio di Provenzano faceva da guida ai Mafia-Tour, utilizzando come base un bene comunale. Durante l'ultima amministrazione i tentacoli della famiglia mafiosa locale erano arrivati a gestire la riscossione delle tasse comunali passando dal 73% al 25% di tributi incassati. “Per prima cosa abbiamo previsto delle rateizzazioni e la città ha risposto positivamente – continua Cacciola – però preferiamo non dare dei dati perché anche chi non ha pagato ha ancora tempo. Anche i familiari dei boss, nonostante qualche titolo sensazionalistico sui giornali, stanno iniziando a pagare”. E in città è palpabile la riluttanza nei confronti della stampa mainstream che, soprattutto in occasione della morte degli storici boss di mafia, si è catapultata in una città che adesso ha voglia di normalità. “Abbiamo assistito a scene molto toccanti. Corleone è fatta da giovani universitari e professionisti che fanno la spola con Palermo, associazioni che si impegnano sul territorio – dicono – e abbiamo avvertito un forte legame con la storia positiva, a partire dal prefetto Dalla Chiesa. Lo scorso anno i ragazzi hanno organizzato un concerto Gospel in sua memoria, quest'anno non abbiamo fatto altro che raccogliere il loro spunto”.
PER L'ANNIVERSARIO d e ll'uccisione del prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa (ucciso il 3 settembre 1982 dopo appena cento giorni dal suo arrivo a Palermo, assieme alla moglie Emanuela Setti Carraro) a partire da domani nel chiostro del Complesso Sant'Agostino sarà allestita una mostra con 40 foto del fotografo Pietro Olivieri (1913-1983) che raffigurano il primo periodo siciliano iniziato proprio il 3 settembre 1949 quando al giovane capitano fu affidato il comando del Gruppo Squadriglie dei carabinieri a Corleone. Al generale sarà intitolata la sala convegni del Complesso e un annullo filatelico. “In questi contesti la modalità è quella di dividere ma l'insegnamento di Dalla Chiesa è proprio il contrario. L'ordinarietà qui diventa straordinarietà, ma la gente chiede soltanto di essere ascoltata e questo abbiamo provato a fare. Tutti allo stesso livello”.
La rinascita
Via l’amaro “Il Padrino” e il Mafia tour: “Abbiamo favorito produzioni e turismo”