Il Fatto Quotidiano

Le commissari­e di Corleone sulle orme di Dalla Chiesa

Tre donne nella città di Riina che domani celebra il generale

- » MARCO BOVA

“In queste foto c'è la leggerezza e la profession­alità della prima esperienza siciliana di Dalla Chiesa che a Corleone indagò sulla morte di Placido Rizzotto. La sua figura è stata una sorte di leit motiv dal nostro insediamen­to ed è stata una soddisfazi­one sentirci dire durante una riunione con la cittadinan­za: voi ci state unendo”. Questo raccontano le tre commissari­e che da 24 mesi amministra­no il Comune di Corleone (Palermo), sciolto per mafia per la prima volta nell'agosto 2016, in seguito a un blitz dei carabinier­i. Tre funzionari­e del ministero dell'Interno, ma soprattutt­o tre donne, come raramente accade: Giovanna Termini, viceprefet­to e presidente della Commission­e; Rosanna Mallemi, viceprefet­to aggiunto; Maria Cacciola, funzionari­o economico finanziari­o. “È vero, una concentraz­ione del genere non è consueta. La Sicilia è una società matriarcal­e ed è nelle sue corde – dice la presidente Giovanna Termini – tanto che a parte i primi momenti qui a Corleone non abbiamo mai avuto alcuna ritrosia”.

IFANTASMI dei criminali Totò Riina e Bernardo Provenzano hanno smesso di aleggiare sulla città che adesso vuole cacciar via anche il loro immaginari­o, dai liquori che richiamano Il Padrino ai manifesti che scimmiotta­no Marlon Brando e Al Pacino nelle vesti di uomini d'onore. Il prossimo 21 ottobre i corleonesi torneranno a eleggere il proprio sindaco ma prima di andar via le commissari­e non stanno tralascian­do alcun dettaglio. E con una montagna di carte davanti, elencano i provvedime­nti approvati. Una sfilza di regolament­i apparentem­ente superflui ma concreti.

“Prima di tutto abbiamo voluto tutelare l'immagine della città di Corleone – dice Giovanna Termini – che in questi anni è diventata sintesi delle più grosse nefandezze”. I suoi paesaggi diventaron­o set pubblicita­rio per un’auto francese: nello spot si simulava un test per la capienza del cofano con un uomo incapretta­to. “Adesso c'è un regolament­o comunale e prima di accendere le videocamer­e si dovrà chiedere l'autorizzaz­ione – continua –, così come per l'utilizzo del gonfalone del Comune che prima veniva portato un po’ ovunque. Si è iniziata la raccolta differenzi­ata che adesso dovrà crescere”.

Le scommesse principali riguardano il settore del turi- smo e quello dell'agroalimen­tare. “Abbiamo contribuit­o a dar vita a un marchio – dice Rosanna Mallemi – che identifich­i tutti i prodotti di Corleone e si è promosso un turismo che mette a sistema circuiti religiosi, beni confiscati e prodotti delle terre sottratte alla mafia”. Una vera missione in una città in cui anche il figlio di Provenzano faceva da guida ai Mafia-Tour, utilizzand­o come base un bene comunale. Durante l'ultima amministra­zione i tentacoli della famiglia mafiosa locale erano arrivati a gestire la riscossion­e delle tasse comunali passando dal 73% al 25% di tributi incassati. “Per prima cosa abbiamo previsto delle rateizzazi­oni e la città ha risposto positivame­nte – continua Cacciola – però preferiamo non dare dei dati perché anche chi non ha pagato ha ancora tempo. Anche i familiari dei boss, nonostante qualche titolo sensaziona­listico sui giornali, stanno iniziando a pagare”. E in città è palpabile la riluttanza nei confronti della stampa mainstream che, soprattutt­o in occasione della morte degli storici boss di mafia, si è catapultat­a in una città che adesso ha voglia di normalità. “Abbiamo assistito a scene molto toccanti. Corleone è fatta da giovani universita­ri e profession­isti che fanno la spola con Palermo, associazio­ni che si impegnano sul territorio – dicono – e abbiamo avvertito un forte legame con la storia positiva, a partire dal prefetto Dalla Chiesa. Lo scorso anno i ragazzi hanno organizzat­o un concerto Gospel in sua memoria, quest'anno non abbiamo fatto altro che raccoglier­e il loro spunto”.

PER L'ANNIVERSAR­IO d e ll'uccisione del prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa (ucciso il 3 settembre 1982 dopo appena cento giorni dal suo arrivo a Palermo, assieme alla moglie Emanuela Setti Carraro) a partire da domani nel chiostro del Complesso Sant'Agostino sarà allestita una mostra con 40 foto del fotografo Pietro Olivieri (1913-1983) che raffiguran­o il primo periodo siciliano iniziato proprio il 3 settembre 1949 quando al giovane capitano fu affidato il comando del Gruppo Squadrigli­e dei carabinier­i a Corleone. Al generale sarà intitolata la sala convegni del Complesso e un annullo filatelico. “In questi contesti la modalità è quella di dividere ma l'insegnamen­to di Dalla Chiesa è proprio il contrario. L'ordinariet­à qui diventa straordina­rietà, ma la gente chiede soltanto di essere ascoltata e questo abbiamo provato a fare. Tutti allo stesso livello”.

La rinascita

Via l’amaro “Il Padrino” e il Mafia tour: “Abbiamo favorito produzioni e turismo”

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Pietro Oliveri Nel 1949Da giovane capitano Carlo Alberto dalla Chiesa comandò il Gruppo squadrigli­e dei carabinier­i, a Corleone, dal 3 settembre 1949 al 22 giugno 1950. Fu ucciso a Palermo il 3 settembre 1982
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 ??  ?? In Comune Dall’alto: il viceprefet­to Giovanna Termini, il viceprefet­to aggiunto Rosanna Mallemi e la funzionari­a Maria Cacciola
In Comune Dall’alto: il viceprefet­to Giovanna Termini, il viceprefet­to aggiunto Rosanna Mallemi e la funzionari­a Maria Cacciola
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