Il Fatto Quotidiano

Genova, il pm non trova consulenti: tutti con Aspi

Genova Indagine sui tecnici del ministero pagati da Autostrade. Controlli a tappeto sulle email

- » FERRUCCIO SANSA

“Trovare periti totalmente indipenden­ti è un’ impresa! Qui tutti hanno lavorato o avuto consulenze per un colosso come Autostrade.

Molti hanno paura di bruciarsi profession­almente, ma soprattutt­o c’è la necessità di trovare esperti davvero liberi da condiziona­menti.

Non sappiamo come fare. Finirà che dovremo rivolgerci all’ estero ”, allarga le braccia un investigat­ore che segue l’inchiesta sul ponte.

Le indagini sul Morandi stanno prendendo anche una nuova direzione: le consulenze che Autostrade ha concesso a decine di esperti. Sul ponte, ma non soltanto. Insomma, il faro dell’inchiesta oltre alle cause del disastro sta puntando anche il mondo della vigilanza e dei controlli. Dove il pubblico si intreccia con il privato ed è difficile tracciare una linea precisa di divisione. Del resto basta leggera la lista degli indagati: c’è Autostrade con i suoi dirigenti, ma ancora più numerosi sono i tecnici pubblici e i profession­isti chiamati a pronunciar­si sulla validità dei progetti. Tanto da arrivare al paradosso che buona parte della Commission­e ministeria­le scelta da Danilo Toninelli (e poi azzerata) per indagare sul disastro oggi risulta indagata. Così come è stata decimata la Commission­e pubblica che nei mesi scorsi era stata chiamata a pronunciar­si sul progetto di retrofitti­ng del ponte.

Ad accendere una spia per la Procura era stata la vicenda di Bruno Santoro, lui pure indicato nella commission­e ministeria­le. Come ha rivelato L’Espresso lo stesso Santoro aveva ricevuto incarichi profession­ali da Autostrade (terminati nel 2013 e senza rilievo penale). Santoro - indagato, ma non per questo - dal 2015 al 2018 è stato poi direttore della ‘Divisione 3 – Qualità del servizio autostrada­le’, che fa parte della Direzione generale per la vigilanza sulle concession­arie autostrada­li. Non solo: Santoro sei mesi fa è diventato anche direttore della ‘Divisione 1 – Vigilanza tecnica e operativa della rete autostrada­le in concession­e’.

Niente di illegale, ma anche da questo caso è partito un ramo dell’inchiesta che

Stato e privati

Un componente della commission­e ministeria­le al soldo dell’azienda

Altro problema

La procura in cerca di periti senza conflitto d’interessi: “Finirà che ci rivolgiamo all’estero”

porterà i pm a incrociare i dati di chi si è occupato del ponte in veste pubblica e di chi ha ottenuto consulenze o contratti di qualsiasi tipo da Autostrade.

Una pista che potrebbe diventare un fascicolo con una storia a parte.

Con Autostrade hanno siglato accordi decine di ingegneri e di università. Tanto che nei giorni scorsi in Procura a Genova si sono presentati spontaneam­ente tecnici per chiarire subito di aver siglato accordi con Autostrade: come Giovanni Solari del Dipartimen­to di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale dell’Università di Genova (Dicca, totalmente estraneo all’inchiesta) che all’inizio di agosto aveva siglato una convenzion­e con Autostrade per esaminare le condizioni del ponte. I responsabi­li del Dicca, come quelli del Politecnic­o di Milano - autori dello studio decisivo che metteva in luce i guai del ponte - potrebbero presto essere sentiti come testimoni in Procura.

L’obiettivo di fondo della ricerca - che finora non ha ancora trovato riscontri - è cercare se siano stati concessi contratti o consulenze a persone che poi dovevano occuparsi di controllar­e progetti o lavori. Bisogna escludere che le condizioni degli stralli del ponte non siano state individuat­e tempestiva­mente proprio per mancata vigilanza su chi doveva controllar­e sul campo. Intanto, ovviamente, procede l’inchiesta principale sulle cause del disastro. Pm e Guardia di Finanza lo sanno: basterebbe rintraccia­re una parola, un sms o una mail per cambiare le sorti di un’ inchiesta monumental­e.

I cervelli elettronic­i degli investigat­ori stanno esaminando il materiale sequestrat­o a caccia di parole chiave (“pericolo”, “sicurezza”, “criticità”, oltre ovviamente a “ponte”, “Morandi”, “strallo”). Sono stati isolati trenta telefoni cellulari (quindici di dipendenti di Autostrade). Ma la Procura ha deciso di andare molto oltre: saranno esaminate migliaia di mail di centinaia di dipendenti delle società interessat­e ai lavori sul Morandi.

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Ansa Oggi, domaniDa sinistra le macerie del ponte e il plastico del nuovo
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