Sicurezza, una scuola su due è fuorilegge
ESCLUSIVO Il dossier ministeriale, mentre si torna in classe
■ La metà dei circa 40mila istituti italiani è privo del certificato di agibilità. Lo dicono i dati dell’anagrafe dell’edilizia scolastica che Il Fatto è in grado di anticipare. Il ministro Bussetti: interventi immediati
Suona la prima campanella. I presidi incrociano le dita, i Comuni si lamentano di non avere soldi, il ministero stanzia fondi e programma i prossimi interventi. Ma la scuola italiana continua a non essere sicura: anche quest’anno, oltre 7 milioni di studenti, dai 3 ai 18 anni, studieranno in strutture vecchie e spesso fuori legge.
Oltre la metà dei circa 40 mila istituti è sprovvista del certificato di agibilità: rispetto al censimento 2015 non è cambiato nulla, come dimostrano gli ultimi dati dell’anagrafe dell’edilizia scolastica che Il Fatto è in grado di anticipare. Eppure gli scorsi governi si sono dati da fare, tra enormi promesse e un buon numero di cantieri effettivamente avviati. Non è bastato, e adesso il nuovo ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, assicura di accelerare le pratiche e intervenire in maniera più robusta: in tutta Italia ci sono 6.800 scuole da aggiustare, secondo le richieste arrivate al Miur. Intanto la scuola riapre in una situazione che, se non si può definire proprio d’emergenza, è quantomeno di incertezza.
UN MILIARDO NON BASTA L’edilizia scolastica è diventata un tema importante dell’agenda politica. Colpa anche dei crolli sempre più frequenti: 156 in 4 anni secondo Cittadinanzattiva, per un totale di 24 feriti. Il precedente più grave è il disastro del liceo Darwin di Torino nel 2008, in cui morì uno studente. Così, si sono moltiplicati gli sforzi per provare a mettere in sicurezza l’enorme patrimonio, 38.847 edifici di cui più della metà (22.763 per la precisione) risale a prima del 1975: sono strutture datate, costruite secondo vecchi canoni e con in media mezzo secolo di vita alle spalle; ci sono scuole addirittura precedenti all’Ottocento.
Nell’ultima legislatura sono stati stanziati diversi fondi: “Scuole sicure” e “antisismiche”, “sblocco patto” e “sblocca scuole”, Mutui Bei, fondi Pon, Por, Kyoto. Difficile districarsi fra i vari filoni e capire ciò che è stato fatto per davvero: l’ex sottosegretaria Maria Elena Boschi parlava addi- rittura di 9 miliardi di euro stanziati. La piattaforma Gies realizzata da Indire (l’Istituto per la ricerca e l’innovazione) è l’unico rendiconto dettagliato disponibile, anche se non del tutto esaustivo: a oggi risulta finanziato circa un miliardo e mezzo di euro, di cui uno già speso; gli interventi conclusi sono 1.661 su 3.243. Nell’elenco c’è di tutto: dalla messa in sicurezza antincendio di un asilo nido a Chieti all’adeguamento antisismico della palestra di una scuola media a Padova; dalla manutenzione straordinaria di un istituto di Agrigento al rifacimento della facciata a rischio crollo di un liceo di Ancona.
IL NUOVO CENSIMENTO
La brutta sorpresa è stata scoprire che dopo questi tre anni di impegno la situazione non è migliorata. Anzi, le statistiche sono persino peggiorate, ma questo dipende dal fatto che nel frattempo sono arrivate le informazioni sugli istituti che in passato non avevano risposto al sondaggio e si sono rivelati spesso sprovvisti di docu- menti. La situazione è più chiaro ma ancora molto grave: il 52,5 per cento (era il 45 nel 2015) degli edifici non ha il certificato di agibilità, il documento fondamentale che attesta le condizioni di sicurezza. Nel 37,6 per cento dei casi manca il collaudo statico, sulla stabilità delle strutture portanti. Non parliamo neanche del certificato di prevenzione incendi, che avrebbe dovuto diventare obbligatorio entro il 2016: non ce l’ha addirittura il 57,9 per cento degli edifici. Infatti ogni anno arriva puntualmente una nuova deroga, per non mettere fuori legge la maggior parte delle scuole italiane: l’ultima giusto qualche giorno fa nel Milleproroghe che all’esame della Camera.
MANCANO I CERTIFICATI
I certificati non ci sono: a volte gli enti locali si dimenticano di trasmetterli, nella maggior parte dei casi non vengono proprio fatti. I dirigenti scolastici tremano: “Purtroppo mettere a norma un edificio non è facile: servono soldi, tempo e personale qualificato negli uffici locali, spesso non c’è niente di tutto ciò”, spiega Mario Rusconi dell’Associazione nazionale presidi. Infatti loro ogni anno firmano una dichiarazione sull’assenza dei certificati, per sgravarsi della responsabilità penale di cui sono titolari. I Comuni, proprietari degli edifici (per elementari e medie; i licei sono in capo a Province e Città metropolitane), sono i primi a lamentarsi della mancanza di risorse, anche perché non possono permettersi di chiudere le scuole: non ci sono alternative. A monte c’è il ministero,
Rimpallo di colpe Gli enti locali sono proprietari degli edifici ma lamentano di non avere soldi e personale
Una scuola che non ha i certificati non è per forza a rischio crollo, ma senza non ci sono certezze sulle condizioni di sicurezza
MARIO RUSCONI
che però non ha competenza in materia se non quella di girare i fondi alle Regioni. E quelli, come si è visto, non bastano mai. Il risultato è che i lavori magari vengono fatti, le verifiche meno. “E senza quelle non si può stare tranquilli”, prosegue Rusconi. “Non necessariamente una scuola senza certificato è un edificio che rischia di crollare. Ma se manca il certificato non si ha la certezza della sua stabilità”. A oggi, di fatto, la metà delle scuole italiane non è a norma.
URGENZE IN TUTTA ITALIA
Il problema di fondo è anche la mole da smaltire: l’arretrato è enorme. Lo si capisce dal fabbisogno indicato dalle Regioni: al ministero sono arrivate 6.838 nuove richieste di intervento, più o meno urgenti. La maggior parte da Sud e isole: Campania (681), Puglia (646), Sicilia (538) e Sardegna (688). Il ministro Bussetti ha ricordato di avere a disposizione 7 miliardi di euro, il sottosegretario Giancarlo Giorgetti ha annunciato un “grande piano” per la messa in sicurezza. Il primo atto è stato l’accordo quadro in Conferenza unificata, che ha sbloccato un miliardo per gli adeguamenti antisismici e dovrebbe consentire di assegnare più rapidamente le risorse. La programmazione triennale, invece, può contare per il momento su 1,7 miliardi di euro, che però basteranno a finanziare solo la prima tranche delle 6.800 richieste; altre risorse arriveranno in manovra. Nelle prossime settimane il ministero pubblicherà i dati dell’edilizia scolastica: su un portale online sarà possibile consultare le condizioni di tutte le scuole italiane, edificio per edificio. Sperando che la situazione migliori con l’avanzare dei lavori. E nel frattempo non ci siano altri incidenti.