Controllo di giudici e media, diritti violati dei rifugiati: le accuse Ue
È il Golden Visa Scheme gestito da società offshore: per entrare basta pagare
“L’Ungheria sarà condannata perché ha deciso che non sarà patria di immigrazione. Ma noi non accetteremo minacce e ricatti”. Il premier ungherese Viktor Orbán attacca il Parlamento europeo, che oggi in seduta plenaria deciderà se sanzionare l’Ungheria per “viol azio ne dello Stato di diritto”.
SULLA CROCIATA anti-immigrazione Orbán e il suo partito Fidesz hanno edificato il proprio potere. Eppure, dal 2013 al 2017, proprio l’Ungheria di Orbán ha beneficiato enormemente di un’altra forma di immigrazione: quella selettiva, che garantisce residenza per- manente, e quindi libero accesso all’area Schengen, a stranieri in grado di pagare circa 300 mila euro da investire in bond governativi gestiti da società off-shore.
È il Golden Visa Scheme, uno dei molti programmi di “residenza per invest imen to” c on cui facoltosi ex t ra c o mu n i ta r i si comprano l’accesso all’Ue.
Utilizzati dai governi per fare cassa, esistono in Portogallo, Gran Bretagna, Germania e da poco anche in Italia. Ma quello ungherese, con quello maltese e cipriota, è fra i più controversi. Perché? Per l’opacità dei criteri di gestione del progetto – ideato dal capo di gabinetto di Orbán, il rampante Antal Rogan – affidato senza gara a 5 società off-shore, in regime di oligopolio, con verifiche rapidissime e tariffe fra i 40 e i 60 mila euro a investitore. Massima segretezza sull’identità dei beneficiari: un muro di gomma su cui si sono schiantate anche le richieste di trasparenza di alcuni parlamentari europei.
Nel caso ungherese, sappiamo che fra i 20 mila permessi garantiti in quattro anni, circa 16 mila sono stati venduti a cittadini cinesi, almeno 220 a Russi e gli altri ad expatmediorientali o africani. Chi sono e perché sono entrati in Europa? Lunedì i siti ungheresi Direkt36e444, in collaborazione con la russa Novaya Gazeta, hanno pubblicato il risultato di mesi di verifiche su una lista arrivata anonimamente in redazione: fra i beneficiari russi dello schema ungherese, insieme a boiardi di Stato e parlamentari, ci sarebbe anche, con moglie e figli, Andrey Naryshkin. Il figlio 39enne di Sergey Naryshkin, onnipotente capo dell’Svr, il servizio di intelligence internazionale russa e, dal 2010 al 2016, presidente della Duma.
DI NORMA il Cremlino non vede di buon occhio l’acquisizione di passaporti stranieri da parte dei suoi cittadini per il timore di fuoriuscita di capitali. Perché lo ha fatto Naryshkin junior? Una fonte sentita dai giornalisti ha confermato che l’ammissione di parenti di per-
Lo zar dell’Svr Tra i beneficiari, oltre a 16 mila cinesi, c’è il figlio dell’ex capo dell’intellingence estera russa
sonalità di spicco dei servizi segreti di un paese terzo richiede l’approvazione ai livelli più alti del governo: probabilmente Rogan, se non lo stesso Orbán. Secondo Ferenc Katrein, ex funzionario dell’i nt el li ge nc e ungherese, è un campanello d’allarme: “C’è da domandarsi perché politici e alti funzionari russi e i loro fa- miliari abbiano aderito a questo schema, visto che normalmente possono muoversi liberamente in Europa”. E suggerisce che sia una priorità, per l’i ntelligence europea, capire la relazione di queste persone coi servizi russi e quali rischi la loro presenza possa rappresentare per Ungheria e Ue.