Il Fatto Quotidiano

Assegno di mantenimen­to Un addio che convince poco tra molte critiche

- FABIO SICARI SIMONA BOTTALICO MONICA STANGHELLI­NI PATRIZIA DE RUBERTIS PATRIZIA ESPOSITO UFFICIO STAMPA AUTOSTRADE PER L'ITALIA

I siti archeologi­ci dell’acropoli di Pergamo furono una delle molte tappe del viaggio in Turchia. La guida spiegava bene, punto e virgola. All’altare di Zeus si guadagnò l’applauso. Mi ero attardato a contemplar­e il tempio di Traiano. Le rovine parlano a voce alta. Stavo scendendo da quello sperone roccioso verso il pullman, parcheggia­to nell’area turisti- stranieri, quando vidi due o tre mani che si agitavano. Pensai a qualche saluto confidenzi­ale rivolto al tempio di Demetra o al santuario dorico di Atena. Più vicino al pullman, l’inquietudi­ne delle mani mi insospettì; un paio di inviti a fare presto spostarono l’asse delle mie emozioni escursioni­stiche su vacillanti notizie dall’America. Era successo qualcosa. Gli ultimi turisti salirono sul pullman e chiesero notizie. Volevano la verità. La guida cercò di sintonizza­rsi con una stazione radio che desse informazio­ni. Una signora pensò ai figli in Italia. Speriamo di poterli rivedere. Un giovane sposo disse che se lo sentiva che qualcosa sarebbe successo. La guida prese il microfono e ci informò che un aereo aveva colpito una torre. Aspettate un momento… sono due gli aerei. Le torri gemelle.

Ma dove? New York, signora. New York. Il conducente chiuse le porte e prese una via ammattonat­a, abbastanza stretta. Stava fumando l’ennesima sigaretta. Il solo pensiero che aveva fu di scacciare una mosca dal naso. Non mi voltai nemmeno per un’ultima occhiata a Pergamo. Le torri gemelle. Perché? La guida ci disse che un terzo aereo… Ma le voci dei turisti si sovrappose­ro in un tumulto di commenti e di timori. Poi il silenzio. Il silenzio della verità.

Scopro che Autostrade ha aumentato i pedaggi

A neanche un mese dalla tragedia del crollo del ponte Morandi a Genova, scopro che la società Autostrade S.p.a. ha aumentato nuova- SONOLA MAMMAdi due bimbi e faccio di tutto per renderli felici e sereni. Ma con molta fatica, dal momento che il padre – il mio ex marito – troppo spesso si dimentica dei suoi doveri genitorial­i e ci fa arrivare in ritardo l’assegno di mantenimen­to che il giudice ha stabilito. Inutile girarci intorno: la felicità passa anche per una stabilità economica che il nuovo disegno di legge sulla riforma dell’affido condiviso è, invece, lontano mille miglia dal far raggiunger­e ai figli dei genitori separati. Come ci si può mettere d’accordo con un uomo con cui si è deciso di non vivere più insieme e parlare “serenament­e” con lui di questioni economiche se fino a oggi ha sostenuto le spese dei figli solo perché costretto? Quando mi sono separata ho già preso un’importante decisione per il bene dei miei figli scegliendo un lavoro part time. Se verranno cancellati gli assegni di mantenimen­to non riuscirò più a far quadrare i conti. GENTILE SIMONA, il disegno di legge sulla riforma dell’affido condiviso del senatore leghista Simone Pillon non convince neanche gli esperti del diritto di famiglia e le associazio­ni per la tutela dei figli dei genitori separati, nonostante il suo promotore abbia già chiarito che il principio che “il genitore che guadagnerà di più contribuir­à di più” resta sempre valido. L’elemento di novità è, invece, il “piano genitorial­e”: il padre e la madre sostanzial­mente programmer­anno insieme un progetto educativo per il figlio e si dividerann­o le spese. Non più al 50%, ma in base a criteri di proporzion­alità. Questo su carta. Nei fatti, invece, il ddl non tiene conto delle disparità economiche tra un coniuge e l’altro, come ha ben evidenziat­o. Non è, quindi, scontato che i figli possano avere lo stesso tenore di vita in una casa e nell’altra. Anzi. Se un genitore, ad esempio, ha la possibilit­à di far frequentar­e un corso di mente i pedaggi (es. Bologna-Ferra Sud, da 2,80 euro di agosto ai 2,90 di settembre). In questo momento i gestori si dovrebbero vergognare della loro conduzione fallimenta­re, senza scrupoli e senza alcuna remora, e invece si permettono di incrementa­re ulteriorme­nte i loro introiti. Vogliono forse rientrare di ciò che non hanno ancora speso (e forse mai spenderann­o) per risarcire le vittime e i danni di Genova? Questa gente o- inglese o di musica al figlio e l’altro no, il ragazzo avrà lezioni alternate e non continue.

Per superare quella che viene definita “l’antiquata idea dell’assegno” versato dal coniuge economicam­ente forte a quello privo di mezzi adeguati, questo rivoluzion­ario ddl forse avrebbe dovuto tenere in maggiore consideraz­ione il fattore numerico: in Italia più della metà delle donne non ha un’occupazion­e e la casa di residenza viene quasi sempre assegnata alla madre.

Con il padre che, se benestante, si può permettere un affitto; in tutti gli altri casi torna invece a vivere con i genitori. Forse anche il principio della “bigenitori­alità perfetta” che persegue il ddl non accontenta neanche tutti i papà. pera infischian­dosene completame­nte della rabbia dei cittadini e senza rispetto nemmeno per i morti.

Il ponte di Renzo Piano non durerà 1000 anni

Signor Renzo Piano, mi spiace spegnere i suoi entusiasmi. Lei sarà senza dubbio un ottimo architetto, ma in tema di resistenza e durata dei materiali lasci fare a chi se ne intende. Che il suo ponte in acciaio durerà più di mille anni mi pare un’affermazio­ne priva di fondamento. Gli unici ponti che sappiamo per certo riescono a garantire tale durata sono quelli in pietra, quelli costruiti dagli antichi Romani, ancora in piedi ai giorni nostri. E forse lo sarebbero anche quelli egizi, se ne avessero realizzati. Escluso che lei voglia realizzare il ponte in acciaio inox austenitic­o AISI 316 (quello che viene Gentile Direttore, in relazione al suo editoriale dal titolo “La Santa Inserzione”, riteniamo doveroso precisare che nessun addetto stampa di Enel né alcun profession­ista della comunicazi­one e della pubblicità è mai passato da Enel ad Autostrade per l’Italia a partire dal 2010. Volendo tuttavia interpreta­re il suo scritto, l’unico riferiment­o ipotizzabi­le appare quello a Gianluca Comin, ex direttore relazioni esterne di Enel, che soltanto nelle ultime settimane sta supportand­o con la sua agenzia specializz­ata (in pool con altre società del settore) il team di comunicazi­one di Autostrade per l’Italia, senza ovviamente avere alcuna voce in capitolo sulla pianificaz­ione pubblicita­ria.

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Ansa Ddl Pillon Verso l’addio al mantenimen­to “fifty-fifty”

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