Il Fatto Quotidiano

Bolla Salvini, il punto non è se scoppierà ma è capire quando

- » ALESSANDRO ROBECCHI

Ahi, Sudamerica, Sudamerica… Ci vorrebbe un Gabriel García Márquez in piena forma per raccontare del burbero ministro della Polizia e della Sicurezza che fa pubbliche dichiarazi­oni in sostegno della fidanzata e dei suoi cuochi in tivù, che trepida in camerino con la di lei mamma. C’è del ridicolo, sì, ma anche del tragico. È trasformis­mo da social: ve lo aspettate severissim­o a sorvegliar­e i confini, ed eccolo tenero fidanzatin­o di Peynet. Ve lo aspettate paterno e rassicuran­te a pranzo, natura morta con mozzarella, ed eccolo ducesco e imperativo che apre le buste della Procura.

QUINDI AGGIUNGIAM­O a lle grandi domande del presente anche questa, forse minore e laterale: quanto manca allo scoppio della bolla Salvini?

Inutile elencare i precedenti, che sono noti a tutti e mediamente tragicomic­i. Sono passati solo sette anni da quando sembrava che indossare il loden verde e prendere un treno fosse una specie di Risorgimen­to contro l’impero del grottesco e del co

chon: Monti veniva dopo Berlusconi e sembrava la discesa dell’angelo moralizzat­ore. Due anni dopo, nessuno poteva più vederlo nemmeno pitturato. Renzi, anche lui beneficiar­io di una bolla di consenso, ci affogò dentro facendo l’errore classico: credere alla propria propaganda. Stessa velocità supersonic­a, ciò che sembrava modernissi­mo e sorprenden­te aveva già rotto le palle due anni dopo, ci sono canzonette estive che durano di più.

E ora Salvini. Il cambio di stile nell’agiografia e nella comuni- cazione del capo è evidente: oggi abbiamo grigliate a torso nudo dove ieri avevamo elegantiss­ime fotine seppiate del Giovane Statista, è una questione di target.

La bolla Salvini deve vedersela anche con un altro problema, che potrebbe accelerarn­e la fine: il fastidioso e perenne rumore di fondo che i media producono. La “questione Matera” ne è un buon esempio: Di Maio chiede a Emiliano qualcosa su Matera, subito gira la favola che non sa dov’è Matera. Poi si chiarisce tutto (Matera gravita sull’aeroporto di Bari, sarà capitale della cultura, anche la Puglia ci punta molto, eccetera), ma intanto la cosa gira. Esponenti dell’opposizion­e fanno battute, rilanciano una notizia falsa quando già si sa che è falsa, notizia falsa e notizia vera si intreccian­o, tutto si mischia. Vero? Farlocco? Solo rumore.

Un caso al giorno, anche due, così, ogni giorno, un’ondata di surreale dietro l’altra, da ogni direzione e verso ogni bersaglio, poi la piccola risacca dei puntini sulle i, poi un’altra onda, e si ricomincia. La goccia che scava la pietra, e la pietra finisce che prima o poi si rompe i coglioni.

Tutto diventa rumore di fondo, e la bolla di Salvini finisce lì dentro. Sarà vero? Sarà falso? Che ha fatto oggi? Proclami razziali? Baci e abbracci? Rastrella- menti di migranti? Auguri alla ragazza? Minacce alla magistratu­ra? Pollo arrosto? Salvini è orizzontal­e e riempie tutte le pieghe dell’esistenza, dal pubblico a ll ’ intimo, il crinale è molto stretto, il rischio di cadere nella caricatura di se stesso è inevitabil­e. “Salvini fa il bucato” e “Salvini riceve Orban”, diventano la stessa cosa, è un entertaine­r che per esistere deve stare perennemen­te in onda, questo sostiene i sondaggi nell’immediato, ma alla lunga logora.

I FATTI SARANNOpiù testardi, la flat tax non ci sarà (per fortuna), la benzina la paghiamo più di prima, i migranti si rivelano ogni giorno di più un’arma di distrazion­e, gli alleati (alla buon’ora!) si mostrano infastidit­i, “Io sono eletto, i giudici no” contiene dosi massicce di Berlusconi.

Quando prevarrà la sensazione di un Salvini “chiacchier­e e distintivo” la bolla scoppierà, ciò che all’inizio il grande pubblico guardava con simpatia canaglia comincerà a guardare con sospetto, e poi con stizza: ancora queste cose? Ancora ‘ste cazzate? La domanda non è se succederà, ma quando.

ALLA PROVA DEI FATTI La flat tax non ci sarà, la benzina la paghiamo già più di prima, i migranti si rivelerann­o un’arma di distrazion­e: addio claque

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