La banca di Richard Fuld “il Gorilla” era la più spregiudicata nel cercare profitti con derivati su prestiti senza garanzie
Le autorità Usa organizzano il salvataggio di Bear Stearns da parte di JpMorgan Dieci anni fa. Sembra ieri, ma è passato abbastanza tempo per ripensarci e analizzare. Per esempio, quel sottile fattore della natura umana che consiste nella sua capacità di ripetere gli errori. Verrebbe da pensare che sia la matrice evolutiva a essere fallata. Oppure, per dirla con gli economisti, che sia semplicemente la cadenza dei cicli. Centinaia di dirigenti della Lehman Brothers si sarebbero dati appuntamento a Londra il prossimo 15 settembre per un superparty co mme morativo del falli mento della ditta per cui lavoravano. Per celebrare il fatale crollo del 2008, che peraltro ebbe effetti devastanti anche sull’economia inglese, viste le aziende e i privati cittadini che erano in affari con Lehman. “Questa storia ha del disgustoso” ha dichiarato il ministro dell’Economia del Regno Unito. L’email d’invito inviata ai “Lehman Brothers & Sisters” recita: “Difficile credere che siano trascorse 10 primavere dai nostri giorni alla Lehman, dove la cosa migliore erano le persone. Rincontriamoci, tutti insieme, dai capi fino a ll ’ ultimo analista!”. Delle
2007
Lehman annuncia un utile record di 4,5 miliardi di dollari 2008 2008
Lehman in Borsa cede il 42% e il Tesoro e la Fed prendono in mano il dossier 2008
All’una e 45 di notte Lehman viene fatta fallire. La mattina seguente il Dow Jones perde 504 punti, il crollo più alto dal dopo 11 settembre
reunion dello stesso genere sarebbero in programma anche a New York e Hong Kong.
Caccia ai rendimenti, con qualunque rischio
Torniamo a quel settembre 2008, nei paraggi di Wall Street: regnavano cinque grandi banche d’affari che non si occupano di gestire i risparmi dei privati, ma di organizzare gli investimenti delle società e dei grandi clienti. In ordine di grandezza erano: Goldman Sa-
A WALL STREET
chs, Morgan Stanley, Merrill Lynch, Lehman Brothers e Bear Stearns. La quarta della graduatoria, Lehman, quella con la reputazione più spregiudicata, dal 1994 era guidata da Richard “G oril la” Fuld, che passerà alla storia come “il peggiore Ceo di tutti i temp i ” . C o n l a sua caduta Lehman sarà il detonatore della peggiore crisi economica del millennio, paragonabile a quella del ’29. Anche se Lehman sarà più un effetto che una causa. E anche gli altri colossi dell’eco- nomia americana scopriranno i loro piccoli, friabili piedi d’argilla. Perché l’erosione era cominciata, silenziosamente, molto tempo prima quando varie circostanze erano andate in scena sincronicamente: l’avidità insaziabile di Wall Street, la sua spietata disinvoltura e il senso di onnipotenza, le demenziali politiche di prestito messe in atto dalle banche, anche dalle più gracili e poi la negligenza nei controlli del governo Bush e la der egulat ion sbocciata nel comparto finanziario già dai tempi della presidenza Clinton. Su tutto, il delinquenziale disinteresse del mondo degli affari verso la gente normale, le vittime da spolpare, sospinte nel baratro