Il Fatto Quotidiano

L’allarme e l’intervento ma muoiono in cento

Nuova strage al largo delle coste libiche nonostante l’allerta degli italiani

- P. C.

Due gommoni stracolmi di migranti in difficoltà al largo delle coste libiche, la traversata della speranza si trasforma nell’ennesima tragedia del mare. Sarebbero cento le vittime del naufragio avvenuto il 1° settembre e di cui si è avuta notizia grazie ai racconti fatti dai superstiti del naufragio al personale di Medici Senza Frontiere. Tra loro 20 bambini, due avevano appena un anno e mezzo. È bastato alleggerir­e la presenza del sistema Saf ( Search and rescue) libico nel canale di Sicilia per tornare alla straziante conta delle vittime nel Mediterran­eo. Ad attivare i soccorsi la nostra Guardia costiera che ha girato l’sos alle autorità libiche, competenti per territorio marittimo, ma non è bastato per evitare una strage. Con le navi delle ong al palo, lo specchio d’acqua tra Italia e Libia diventa ancora più a rischio.

Secondo l’Oim, l’agenzia Onu per i migranti, nel 2018 le vittime di naufragi sono state 1.130, mentre per l’Unicef il bilancio è di 1.565, con un calo del 39% rispetto al 2017: “Meno migranti e più vittime, significa che i viaggi della disperazio­ne sono diventati più pericolosi che mai”, ha commentato il portavoce di Unicef Italia, Andrea Iacomini. A bordo dei due precari gommoni si trovavano, nel complesso, 276 persone. I migranti salvati, di origini diverse (tra loro anche alcuni libici), sono stati portati nel centro di detenzione di Khoms, 120 chilometri a est di Tripoli. Si tratta di uno dei centri gestiti dal Ministero li- bico della migrazione ( Dcim) dove entrano le organizzaz­ioni internazio­nali. Appena accolti dal personale di Msf sono emerse le solite terribili testimonia­nze: “Tra i sopravviss­uti - ha riferito Jai Defranscis­cis, infermiera di Msf, tra le prime ad accogliere i naufraghi nulla prigione di Khoms - c’erano casi di ustioni chimiche causate dalla miscela tra carburante e acqua salata che si era accumulata sul fondo del gommone. Siamo riusciti a trattare 18 casi gravissimi, con il 75% del corpo ustionato”.

Sono stati gli stessi naufraghi, una volta in difficoltà, a contattare la guardia costiera italiana con il telefono satellitar­e “Mentre chiedevamo assistenza, la gente ha i- niziato a cadere in acqua quando il gommone si è sgonfiato. Ho visto morire dei bambini”, è il racconto di uno dei sopravviss­uti.

INTANTO FRANCIA E ITALIA hanno espresso cordoglio e condanna a Fayez al-Sarraj, leader del Governo di concordia nazionale (Gna), dopo l’assalto alla sede del Noc a Tripoli. Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, di ritorno dal vertice con il generale Haftar a Bengasi, attraverso una telefonata, Pari- gi tramite un comunicato ufficiale secondo cui “l’attacco ha come obiettivo il processo pol itico”. In un clima così confuso, al centro del dibattito resta lo svolgiment­o delle elezioni libiche, fissate per il 10 dicembre. La Francia ribadisce il suo impegno e l’improrogab­ilità dell’appuntamen­to, ma è lo stesso uomo forte di Tobruk a frenare: “In Libia non ci sono le condizioni per andare al voto tra 3 mesi” ha spiegato Haftar.

“Anche 20 bambini” Msf ha raccolto le testimonia­nze che hanno rivelato il naufragio

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Ansa Naufraghi soccorsi al largo della costa Libica e migranti nel porto di Tripoli
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Senza ritorno

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