E Parnasi racconta: “Avevo rapporti con Centemero&C.”
Il costruttore spiega ai pm della Capitale le erogazioni alla Onlus “Più Voci” e fa il nome del tesoriere del Carroccio
Durante uno dei suoi interrogatori davanti ai pm di Roma, Luca Parnasi, l’imprenditore romano arrestato nell’inchiesta sullo Stadio della Roma lo scorso 13 giugno (ora ai domiciliari), racconta i suoi rapporti con un pezzo da novanta della Lega di Matteo Salvini: Giulio Centemero, il tesoriere del partito.
Centemero è anche il presidente della “Più Voci”, la onlus che nel 2015 riceve 250 mila euro da società riconducibili a Parnasi. Il passaggio del verbale con il nome del parlamentare è rimasto segreto perché finirà in un filone di indagine diverso da quello principale in cui Parnasi è accusato di associazione a delinquere finalizzata anche alla corruzione.
Nel caso della “Più Voci”, la Procura vuole capire se si tratti di erogazioni lecite a una vera associazione terza rispetto al partito o se, tramite la onlus, Parnasi volesse camuffare un finanziamento alla Lega.
Tutto parte dalle telefonate in cui Parnasi parla di soldi alla Lega. Tre anni dopo il versamento alla Onlus, alla vigilia delle scorse elezioni, Parnasi il 14 febbraio, in una conversazione intercettata – per i cara- binieri “molto importate”– dice al commercialista Gianluca Talone che per la “Lega erano 100 e 100”, spiegando che era possibile utilizzare due società, “ne facciamo 100 su Pentapigna e 100 qua”. “Talone – scrivono i carabinieri – afferma, riferendosi a terzi, di aver capito le modalità dell’operazione precisando: ‘Loro faranno una sul giornale e un’altra su trasmissioni radiofoniche’”.
L’IDEA DI EROGARE altri 200 mila euro, prima delle elezioni 2018, sarebbe quindi riconducibile al sostegno ai media leghisti, proprio come era avvenuto con i 250 mila euro elargiti nel 2015 alla “Più Voci”.
Dei soldi versati allora si occupò poi L’Espresso, in un articolo pubblicato il 30 marzo che preoccupò Parnasi.
Quando il giornalista Stefano Vergine, il 26 marzo, contatta l’imprenditore prima della pubblicazione dell’articolo, Parnasi e i suoi entrano in fibrillazione mentre sono intercettati: “Parnasi - scrivono i carabinieri - precisa che attualmente non hanno ancora fatto nulla con la Lega, ma, in passato hanno erogato 250 mila euro a un’associazione ‘Più voci’ e aggiunge che dovrebbe trattarsi delle elezioni di due anni prima, quando Parisi si candidò a Milano (candidato Sindaco nel 2016)”.
A quel punto Parnasi dice di avvisare “gli amici di Milano”, sostenendo poi che “l’indagine giornalistica su Pentapigna immobiliare crea qualche difficoltà”. Così incarica un collaboratore Giulio Mangosi di parlare con Andrea Manzoni, “commercialista in rapporti economici con la Lega”.
L’imprenditore – continua il brogliaccio – “dice a Mangosi di creare una giustificazione contabile retrodatata per sostenere che l’erogazione era a favore di Radio Padania”.
Ecco la trascrizione della conversazione: “Possiamo fare una cosa retroattiva! Secon- do me dobbiamo fare... guardate... ‘Noi abbiamo sostenuto la radio, abbiamo fatto dei passaggi sulla radio’. All’epoca facemmo qualcosa per (incomprensibile) Radio Padania, per cui dico se vale la pena, Andrea (…) magari forse lo vedi anche oggi e domani”. E poco dopo aggiunge: “Però prendi i pezzi di carta vecchi, gli dici: ‘Guardate mi ha chiamato questo giornalista’... Te l’avevo detto che è una rogna”.
I carabinieri poco dopo commentano: “Ragionando sulle possibili conseguenze dell’articolo, Parnasi e Talone ipotizzano di creare ad hoc della documentazione contabile retrodatata per giustificare l’erogazione”: “Posso pure fare un pezzo di carta, una fattura”, dice Talone. Così l’imprenditore si chiede se sia il caso di chiamare Giulio Centemero, preferendo poi rivolgersi a Manzoni.
IL GIORNO DOPO, il 27 marzo Parnasi continua a parlare delle erogazioni alla “Più Voci”. Con una persona che la Procura non ha identificato dice: “Dicembre 2015, io faccio un sostegno per erogazione liberale a un’associazione che si chiama Più Voci, al Nord! (…) Questa associazione era ovviamente (…). legata alla Lega. Io con Matteo sono amico fraterno, si fa campagna con me!”. Così chiede se conviene parlare con il giornalista perchè “tutto documentato e regolare” o se deve fare un comunicato.
Sentito dal Fatto, quando esplose l’inchiesta su Parnasi, Giulio Centemero, estraneo all’indagine romana, negò di avere mai sentito richieste di creare ex post la documentazione per giustificare l’erogazione. La Onlus, sempre secondo il tesoriere della Lega, si occupava davvero di attività culturale, e spendeva i suoi soldi per presentare libri. Quindi, tutto regolare.
I pm però hanno sentito la versione di Parnasi sul punto perché nelle telefonate sembra riferire alla Lega le nuove dazioni ed è molto agitato per quelle già fatte. Su questo filone, ma anche sui pagamenti alla Fondazione Eyu, vicina al Pd, la Procura di Roma farà approfondimenti e probabilmente Parnasi tornerà davanti ai pm la prossima settimana.
LUCA PARNASI/1
Creare una giustificazione contabile retrodatata per sostenere che l’erogazione era a favore di Radio Padania
LUCA PARNASI/2
Questa associazione era ovviamente (…) legata alla Lega Io con Matteo sono amico fraterno, si fa campagna con me!