“Votare contro il premier ungherese non fermerà le destre populiste”
Lo studioso: “A questi partiti non interessa una rete sovranazionale”
Matthew
Goodwin studia da anni i movimenti della destra populista europea. Nel suo ultimo libro in uscita a ottobre, National Populism. The Revolt Against Liberal Dem ocrac y, Goodwin racconta il sentimento di frustrazione di ampi settori di opinione pubblica, il successo delle politiche anti-immigrati, il sempre più diffuso scetticismo nei confronti dell’Europa. Gli abbiamo chiesto quali possano essere gli sviluppi per la destra dopo il voto del Parlamento europeo, che accusa il governo di Viktor Orbán di aver violato i principi della democrazia. Matthew Goodwin, il voto del Parlamento europeo rappresenta una battuta d’arresto alla creazione di un movimento comune della destra populista europea? Direi, al contrario, che i nazional-populisti sono sempre stati essenzialmente delle organizzazioni nazionali. Il loro interesse primario resta la nazione in cui operano, non creare una sorta di cooperazione sovranazionale. Quindi, il voto su Orbán non dovrebbe incidere sulle sorti dei diversi gruppi populisti nazionali. Ma, al di là di diversi situazioni e interessi, possiamo immaginare punti di una strategia comu- ne in vista delle Europee del 2019?
Molti partiti della destra populista europea hanno già mostrato una strategia comune. Da un lato, si allontanano dal fascismo storico, che resta impopolare tra molti elettori. Contemporaneamente, i populisti esaltano la loro opposizione all’immigrazione di massa e alle élite politiche tradizionali. Questa strate- gia, in anni recenti, si è arricchita di altri temi: l’Islam, il terrorismo, l’opposizione all’Unione europea. Ma l’obiettivo resta uno: dare priorità alla “nazione” e alla comunità etnica nazionale contro le minacce esterne.
Ai partiti della destra europea populista si è aggiunto, negli ultimi mesi “The Movement” di Steve Bannon. Pensa che possa giocare un ruolo nella politica europea?
Sì, ma attenzione. La gran parte dei partiti populisti europei era organizzata ben prima dell’arrivo di Bannon in Europa – e prima dell’elezione di Trump negli Stati Uniti. È diffusa oggi la tendenza a interpretare i populismi attraverso la lente di Steve Bannon. Ma molti di questi, dal Rassemblement National francese alla Lega Nord ai Democratici svedesi, hanno iniziato la loro ascesa negli anni Ottanta e Novanta. Quindi, molto tempo fa.
Matteo Salvini è stato, in questi mesi, il politico europeo forse più vicino a Viktor Orbán. Ma Salvini guarda anche alle posizioni e allo stile di comunicazione aggressivo di Donald Trump. A cosa aspira, Salvini? Salvini è stato protagonista nella crisi dei migranti. Forgia alleanze in Europa. Ed è sul punto di conquistare l’intera destra in Italia. È per questo che molti dei leader populisti lo osservano da vicino. Oggi è la concezione liberale dell’integrazione europea a essere in pericolo. E Salvini gioca un ruolo centrale in questo attacco.