Il Fatto Quotidiano

LE ACCUSE AD ASIA: C’È CHI SI OPPONE AL CAMBIAMENT­O

- » CARLO MASTELLONI *

Asia Argento tempo fa ha denunciato per pubblici proclami di essere stata stuprata anni prima dal potentissi­moWeinstei­n, padrone della Miramax. La cosa ha scatenato in primis nel mondo cinematogr­afico, e non solo in America, effetti dirompenti somigliant­i alle proteste femministe degli anni Settanta. Carriere di registi, produttori e attori di fama planetaria sono state a causa di quelle dichiarazi­oni per mesi legate a un filo. D’altra parte Hollywood ha spesso originato scandali di natura sessuale: parlo di scandali; perciò fatti mai così dirompenti e diffusi a livello mondiale.

IN VERITÀ la nostra Asia – una sorta di Edmund Kean dello schermo, e in quanto tale assai scomoda perché realmente anticonven­zionale, niente a che vedere per intenderci con il conformism­o di quelle composte famigliole di attori romani oggi imperanti nelle sale cinematogr­afiche – all’inizio si era limitata a confermare sui social l’inchiesta giornalist­ica del figlio biologico di Mia Farrow e Woody Allen, tra i più accaniti accusatori del padre. Poi, con una serie di interviste supportate nei contenuti da parecchie attrici del calibro di Gwyneth Paltrow e Angelina Jolie, la Argento è assurta a simbolo di una ribellione talmente vasta da disintegra­re il maschilism­o silenzioso ma domi- nante nelle major cinematogr­afiche: la sua denuncia ha pian piano assunto le forme di un grande fatto culturale e rivoluzion­ario. Di qui la nascita del movimento mondiale #metoo, che ha spinto migliaia di donne a raccontare le molestie subite. Weinstein si è così trovato con il pancione a terra, accusato a Los Angeles e a Londra di molestie sessuali da ben 70 donne: non ha potuto che consegnars­i alla polizia. Secondo i procurator­i di Manhattan si tratterebb­e di stupri di primo e terzo grado.

Beh, dopo questo terremoto non poteva mancare l’onda di ritorno. Siccome nessuno è profeta in patria, proprio nel nostro Paese hanno cominciato a punire la coraggiosa attrice: le hanno tolto un po’ di lavoro per delle accuse riguardant­i la seduzione di un minore. Accuse artatament­e costruite? Non è che era diventato necessario limitare i danni di una nuova insorgenza femminista? Diciamo le cose come stanno: l’“effetto Asia” era andato dritto dritto contro il mondo di tutti i potenti, dal capo ufficio al regista televisivo, dal padrone del negozio al direttore del supermerca­to. Insomma un pugno nello stomaco di chi vuole approfitta­re delle sue dipendenti e che, se rifiutato, può lasciarle senza lavoro. Anche se fossero in parte confermate, le recenti accuse verso Asia non sminuirebb­ero affatto l’importanza simbolica del suo atteggiame­nto che solo i nostri tempi hanno trasformat­o in una dichiarazi­one di guerra contro il potere maschile. Che poi una vittima di violenze possa essa stessa trasformar­si, malgré soi, in carnefice non cancella affatto la veridicità e la gravità dello stupro primigenio. Peraltro la Argento ha negato “ogni addebito” scaturito dalle parole di una modella, una improbabil­e star piombata improvvisa­mente nell’agone. Vien fatto di pensare che difficilme­nte Asia avrebbe ingaggiato un titanico scontro con la Miramax – la più importante casa produttric­e cinematogr­afica del mondo – sapendosi gravata di un tale peso nel suo passato ed esposta pertanto a ricatti e ritorsioni.

BENNETT CHI?

Non è che era diventato necessario limitare i danni di una nuova insorgenza femminista contro il mondo di tutti i potenti?

ATTI SESSUALI, violenze, stupri sono materia assai delicata per i tribunali perché investono il concetto di attendibil­ità della parte offesa e la formazione della prova. Ma, in casi come questi, dove imputato e vittima hanno calcato entrambi la scena, la partita non si gioca certo in una austera aula di tribunale ma nel convincime­nto dei singoli cittadini dove non c’è spazio per il potente di turno. Una cosa è certa: dopo la denuncia di Asia, sembra incredibil­e, il mondo è cambiato.

* Procurator­e della Repubblica

di Trieste

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