Le trame segrete della loggia La P3 al servizio di B. il “Cesare”
Le motivazioni della sentenza di 1º grado: “Attività per interferire sulle istituzioni”
La P3 fu “un'associazione segreta” che svolgeva “attività dirette a interferire sull'esercizio delle funzioni di apparati pubblici o soggetti assimilati”. I giudici della IX sezione penale del Tribunale di Roma hanno depositato le motivazioni della sentenza del processo in cui la P3 fu riconosciuta come associazione segreta guidata dal faccendiere Flavio Carboni, condannato a sei anni e sei mesi. Le 302 pagine di motivazioni ripercorrono la frenetica attività di alcuni soggetti legati a Silvio Berlusconi e mostrano per l'ennesima volta quale fosse la percezione dell'allora presidente del Consiglio tra i suoi uomini, persuasi di potere tutto pur di soddisfare “Cesare”.
I “membri della P3” legati da “vincolo associativo”, si legge, erano tre: Carboni, Arcangelo Martino e Pasquale Lombardi. Martino è stato condannato a 4 anni e 9 mesi mentre Lombardi è deceduto una settimana prima della sentenza, la procura aveva chiesto 8 anni. I tre, scrivono i giudici nelle motivazioni, erano la testa della P3.
IN PARTICOLARE Carboni dispone “di relazioni privilegiate con esponenti di vertice del partito allora al governo, quali il coordinatore nazionale Denis Verdini e Marcello Dell’Utri, figura ‘ stor ica ’ no tor iamente vicina al presidente del partito” e “premier Berlusconi”. Cesare. L’elemento, proseguono i giudici, “che funge da leitmotiv della vicenda oggetto del processo, ove gran parte degli episodi trattati attengono a questioni che direttamente o indirettamente sono collegate allo stesso Berlusconi o comunque a problematiche di suo interesse”.
Va detto che la posizione di Dell’Utri è stata stralciata, mentre Verdini è stato condannato per finanziamento illecito ma assolto dal reato associativo perché, scrivono i giudici, non è possibile avere certezza probatoria di un suo “sostegno alle complesse attività del gruppo, tali da dimostrare la sua stabile appartenenza all'organizzazione occu lta ”. A casa di Verdini si svolge una cena e si parla, secondo quanto ricostruito, del lodo Alfano, tanto caro a Berlusconi. Una delle “complesse attività del gruppo”.
Principalmente, scrivono i giudici, sono tre: “La scelta del candidato di centrodestra alla carica di presidente della Giunta Regionale campana, questione sulla quale, in seguito, Martino e Lombardi si attiveranno in favore di Cosentino (…); il giudizio Mondadori Agenzia delle Entrate (…); il giudizio di costituzionalità sul c.d. Lodo Alfano”.
Il più attivo a compiere “interventi impropri” è Pasquale Lombardi. “Non rivestiva alcun ruolo né nelle imprese” di Berlusconi, “né nell'ambito del Pdl”. La sua “irruz ione sullo scenario in cui si svolgono quelle vicende ha un'unica motivazione e un presupposto comune, costituiti dai rapporti'privilegiati' che l'imputato ha intessuto, nel corso del tempo, con il mondo della magistratura, e in particolare con personalità di assoluto rilievo dell'ordine giudiziario: l’avvocato generale dello Stato Antonio Martone e lo stesso primo presidente della Corte di cassazione Vincenzo Carbone. Agli stretti legami del Lombardi con i vertici della Suprema Corte si affiancano le sue relazioni di vecchia data con l'ex magistrato, migrato nelle file del Pdl e all’epoca sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, nonché i rapporti ‘amichevoli’ che lo legano al capo dell'Avvocatura dello Stato Oscar Fiumara”.
MARTINO era mosso da “aspirazioni politiche”, Carboni da “prospettive di arricchimento economico” e Lombardi “da ambizioni di potere persona-
Il vincolo associativo “Si tratta di episodi che attengono a questioni collegate” all’ex premier
le”. “Appare indubbio che tra gli imputati Carboni, Lombardi e Martino si sia creato uno stabile vincolo associativo”. Quanto “al requisito della segretezza, appare incontestabile che l'esistenza di una stabile aggregazione tra gli imputati Carboni, Lombardi e Martino non fosse percepibile da terzi, tanto più in ragione del fatto che si muovono individualmente, ciascuno all'interno della specifica sfera di competenza”. Questa è la P3.