Arriva il fuso pazzo: neppure l’orologio unisce più l’Europa
TRA SOLARE E LEGALE Ogni Paese potrà scegliere
C’era una volta, il meridiano centrale europeo. Da Madrid a Berlino, da Stoccolma a Roma, cambiano le lingue, il clima, il cibo ma non l’ora, che è stessa ora per tutti. Certezza che potrebbe presto svanire. Se la corsia preferenziale voluta dalla Commissione europea sarà rispettata, una nuova direttiva Ue porterà entro l’aprile 2019 all’abolizione dello spostamento orario tra estate e inverno.
Una semplificazione solo apparente, dato che l’Europa rischia di perdere omogeneità di orario tra nord a sud. Questo perché ogni Stato Ue avrà il potere di decidere se adottare l’ora legale o quella solare, con possibili conseguenze sul coordinamento dei trasporti e delle attività commerciali tra un Paese e l’altro. Aggiungendo così al temuto caos politico post elezioni europee anche l’inedita sindrome da orologio impazzito.
La Commissione ha avviato l’iter legislativo per restare tutto l’anno sulla stessa ora dopo la consultazione popolare che ha visto esprimersi la grande maggioranza (84%) in favore dell’abolizione del cambio di ora due volte l’anno.
Il motivo per cui si era arrivati a interpellare i citta- dini europei attraverso moduli online è che da tempo vengono espresse preoccupazioni, da molti ritenute infondate, su possibili danni per la salute psicofisica a ogni aggiustamento delle lancette.
IL REFERENDUM consultivo svolto non è stato pienamente rappresentativo della volontà dei cittadini: molto partecipato da tedeschi, austriaci e abitanti del nord Europa, pochissimo da greci, spagnoli e italiani. Senza contare che i 4,6 milioni che si sono espressi non sono che un’esigua minoranza degli oltre mezzo miliardo di abitanti dell’Ue.
La voce del popolo è un mantra che perfino l’euroburocrate Juncker non può ignorare a otto mesi dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Ma ammesso che gli europei si siano trovati d’acc or do sull’abolizione del cambio ora, si sono immediatamente divisi su quale regime adottare: quelli del sud vorrebbero sempre l’ora estiva, quelli del nord preferiscono l’invernale. E dato che la Commissione non ha il potere d’imporre l’uniformità oraria - ha spiegato la commissaria Ue ai trasporti Violeta Bulk - dopo l’eventuale approvazione della direttiva, la decisione se essere “solari” o “legali” verrà lasciata alle singole capitali.
L’ORA LEGALE è una convenzione, introdotta nel secolo scorso con lo scopo di favorire il risparmio energetico. Per giunta la stessa scelta dell’ora da adottare è spesso legata a decisioni politiche. Di naturale il fuso – l in ea convenzionale che divide la superficie terrestre adottata in Usa a fine 800 per uniformare i tempi del trasporto ferroviario – ha davvero poco, se solo si pensa che la Cina è tutta strizzata (per evidenti ragioni politiche) nel meridiano di Pechino.
La Spagna, che si trova sulla linea Greenwich, fu spostata da Francisco Fran- co sul meridiano di Berlino nel 1942 in omaggio all’amicizia con Hitler.
Hugo Chavez nel 2007 ha voluto segnare l’avvento del bolivarismo in Venezuela mandandolo mezz’ora avanti.
Che male c’è ad avere più ore nello stesso Paese? Gli Usa ne contano 5 dall’East Coast all’Alaska, la Russia il doppio da Mosca alla Kam-
Micro-referendum Una consultazione online, votata da 4,6 milioni (su 500) ha portato alla modifica
chatka. L’Europa ne ha oggi già almeno 3 da Lisbona passando per Berlino e Roma, fino a quello di Helsinki e Atene, e per giunta neppure è una federazione di Stati vera e propria.
Eppure, prima di passare (primo caso al mondo), al cambio d’ora verticale, trasversale o persino a zig-zag, non sarebbe male - è il caso di dirlo – fermarsi tutti e resettare gli orologi.