Il Fatto Quotidiano

La tragedia dei “bastardi” di Franco e gli archivi chiusi di conventi e chiese

Le “separazion­i forzate” tra madre e figlio in Spagna dal 1936 al 1975: le lettere di un avvocato al Papa

- » FABRIZIO D’ESPOSITO

L’avvocato Enrique J. Vila Torres aveva ventitré anni quando seppe per caso di essere stato adottato. Era il 1988 e il padre adottivo, malato di cancro in fase terminale, morì tre giorni dopo lo choc della scoperta da parte del figlio. Da allora una ricerca quotidiana durata decenni per conoscere la madre biologica si è scontrata con gli archivi blindati della casa conventual­e di Valencia che lo diede in adozione, nonostante dal 1999 la Spagna riconosca a ogni figlio il diritto all’identità biologica.

Vila Torres si autodefini­sce un “bastardo” strappato alla madre naturale, un po’ come successo in Argentina con i figli dei desapareci­dos. Colpa in questo caso del regime fa- scista di Francisco Franco, cominciato dopo la guerra civile spagnola, nel 1936, e terminato solo nel 1975. Una prassi disumana durata quattro decenni, come scrive lo stesso avvocato di Valencia: “Ci fu una prima epoca, negli anni Quaranta del XX secolo, nella quale i bambini venivano separati dalle loro madri biologiche per motivi chiarament­e politici. Poi la motivazion­e divenne sociale e religiosa, oltre ovviamente a quella economica. Si applicava una morale reazionari­a e ipocrita (alle ragazze madri per esempio, ndr) che appor- tava però importanti benefici agli intermedia­ri: avvocati, funzionari, alcuni membri della Chiesa, soprattutt­o suore”.

I GENITORI adottivi di Vila Torres, nel 1965, fecero una “donazione” di un milione di pesos all’istituto religioso che praticava queste “separazion­i forzate” tra madre biologica e figliolett­o appena nato. Respinto dal muro di omertà cle- ricale nel suo Paese, l’avvocato ha scritto quindici lettere a papa Francesco rimaste però senza risposta, adesso raccolte in un volumetto della Castelvecc­hi: Lettere di un bastardo al papa, a cura di Luigi Contadini. Il suo obiettivo è piegare la resistenza delle suore che lo diedero in adozione e sapere finalmente il nome della madre: “Si tratta dello stesso e inumano problema che si è verificato proprio in Argentina, il suo Paese, Santo Padre, e intorno al quale di recente Sua Santità ha manifestat­o l’intenzione ferma e generosa di collaborar­e per scoprire la verità”.

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