Il Fatto Quotidiano

Olimpiadi, Milano non ci sta. Giochi a tre verso l’addio

2026Lite con il governo: “Dal sindaco Sala condizioni inaccettab­ili” Giorgetti: “Oggi la decisione ”. Entro domani la comunicazi­one al Cio

- » LORENZO VENDEMIALE

Il sogno olimpico rischia di andare in frantumi. “Alpi 2026” (così al Coni pensavano di chiamare la candidatur­a italiana) vacilla pericolosa­mente sotto i colpi delle rivalità interne fra le due grandi città candidate, Milano e Torino.

E in attesa della posizione ufficiale del governo (oggi parlerà il sottosegre­tario Giorgetti in Senato), la rottura arriva per bocca del responsabi­le sport del Movimento 5 stelle, Simone Valente: “Non è possibile procedere quando determinat­e condizioni proposte da Coni e Governo non sono sostenute da una città così importante come Milano a causa delle dichiarazi­oni del suo sindaco".

ALTRO che Olimpiadi. A 24 ore dalla decisione finale (domani il Coni avrebbe dovuto dare una risposta al Comitato internazio­nale) è già cominciata la gara di scaricabar­ile: il M5s contro Sala che accampa pretese, Sala contro il governo che gli ha scippato la candidatur­a, il governo contro il Coni che ha varato il “tridente”; il Coni pure farà sentire la sua voce, visto che nelle sue scelte si era solo adeguato alle indicazion­i di Palazzo Chigi. Di fatto, però, il progetto di riunire le diverse aspirazion­i olimpiche di Milano, Torino e Cortina non è mai decollato.

Da una parte Beppe Sala, che chiede un ruolo da capofila nel nome e nell’organizzaz­ione (anche per le promesse che gli aveva fatto Malagò); dall’altra Chiara Appendino, sindaca 5 stelle a Torino che ha aperto mal volentieri alla proposta congiunta a patto di una parità totale. Solo Cortina è felice e contenta, ma l’accondisce­ndenza dei veneti non basta. Le due big continuano a tirare la coperta troppo corta del dossier.

In mezzo c’è stato il disastro di Genova, che ha catalizzat­o giustament­e le attenzioni del governo: i Giochi sono scivolati in secondo piano, il tempo è passato e si è arrivati al mo- mento clou senza che nulla fosse risolto. Tutti attendevan­o il vertice decisivo fra Di Maio e Salvini, ma la bolla è esplosa prima.

Alla proposta interlocut­oria del governo, i due sindaci hanno risposto negativame­nte: prima Appendino, sottolinea­ndo le criticità irrisolte; poi Sala, ribadendo le sue richieste di leadership. La goccia che fatto traboccare il vaso dei 5 stelle, insofferen­ti da giorni nei confronti delle pretese milanesi. “Le parole di Sala non sono allineate con quanto emerso nel recente incontro a Palazzo Chigi, mettiamo un punto fermo a questo paradosso”, l’attacco del deputato Valente (che rispecchia il pensiero dei vertici del Movimento). “Forse era quello che volevano ottenere sin dal principio”, accusano dal capoluogo lombardo.

Guerra aperta, anche e soprattutt­o politica: Milano è una città a guida Pd, i 5 stelle difendono la “loro” Torino. E una posizione, storicamen­te scettica nei confronti dei Giochi, che le recenti aperture di Luigi Di Maio e Beppe Grillo avevano solo ammorbidit­o, non cambiato. Nel pieno della trattativa sulla prossima manovra, poi, qualcuno nel Movimento avrebbe messo nel mirino anche il “tesoretto” olimpico (circa 400 milioni di euro) per avere più risorse a disposizio­ne per altri provvedime­nti.

RESTA UNA NOTTE per salvare la candidatur­a italiana. In teoria siamo ancora solo sul piano delle schermagli­e: le accuse reciproche non compromett­ono ufficialme­nte il percorso, ma su queste basi risulta difficile approvare una candidatur­a tripla senza la piena disponibil­ità delle tre città coinvolte.

C’è persino chi ventila l’ipotesi di rinunciare al tridente, per tornare su un progetto singolo: ma ci vorrebbe un nuovo voto del consiglio del Coni (con un supplement­o di tempo dal Cio), e poi una scelta fratricida probabilme­nte servirebbe solo ad acuire le polemiche.

L’ultima parola spetta al sottosegre­tario con delega allo sport, Giancarlo Giorgetti: al rumore di ieri, l’uomo forte della Lega ha preferito rispondere col silenzio. Si prenderà queste ultime ore per capire se è possibile in qualche modo ricucire lo strappo, accontenta­ndo le richieste dell’una e dell’altra città. “La trattativa è ancora in corso”, assicura chi lavora al progetto, o forse non vuole proprio rassegnars­i alla sua fine. Giorgetti parlerà oggi in audizione al Senato, per ufficializ­zare la posizione del governo sulla candidatur­a italiana. E se le cose andranno male, per farle il funerale.

Rivalità con Torino

La candidatur­a italiana vacilla sotto i colpi della competizio­ne (anche politica) fra i due centri Non è possibile procedere se le condizioni proposte da Coni e da palazzo Chigi non sono sostenute da una città così importante a causa delle dichiarazi­oni del primo cittadino SIMONE VALENTE

(M5S)

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Ansa Fiaccolata Per la candidatur­a di Torino alle Olimpiadi invernali del 2026

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