Il Fatto Quotidiano

La Lega la fa franca Ridarà i 49 milioni in 76 anni (456 rate)

La Procura accoglie la proposta di Salvini sui fondi da restituire

- » FERRUCCIO SANSA E DAVIDE VECCHI

■Con tanti versamenti da 600 mila euro l’anno la cifra sarà rimborsata nel 2094, ammesso che il partito duri tanto

La Lega restituirà quanto deve allo Stato. Ma in quasi ottant'anni. La Procura di Genova e il Carroccio ieri hanno trovato un punto di incontro sulle modalità di esecuzione del sequestro dei fondi frutto della truffa ai danni dello Stato, quantifica­ta in 48,8 milioni: ogni bimestre saranno prelevati 100 mila euro da uno specifico conto fino all'estinzione del debito. Un rapido calcolo: 600 mila euro per 76 anni. Un lasso di tempo più lungo della stessa Repubblica (nata nel 1946, 72 anni fa), una dilazione di pagamento che supera l'esistenza stessa del partito. Nel 2094 non ci saranno più Matteo Salvini né Umberto Bossi e, con ogni probabilit­à, neppure la Lega.

La Procura ha tenuto conto dell’impossibil­ità di proseguire l’attività politica da parte del partito nel caso di integrale esecuzione del sequestro ma ha anche previsto un margine per poter abbre- viare i termini di restituzio­ne del denaro. Come? Il Carroccio ha sostanzial­mente ipotecato i proventi futuri derivanti dall'affitto o dalla vendita della sede storica milanese di via Bellerio e si è impegnato a versare eventuali avanzi d’esercizio dal bilancio 2019 in poi. Quindi i proventi che il partito ottiene dalle donazioni dei cittadini, dal 2 per mille delle dichiarazi­oni dei redditi o dai versamenti degli eletti del partito. C’è poi il presunto tesoretto di 10 milioni che sarebbe stato trasferito dai conti della Lega in Lussemburg­o e che gli inquirenti stanno cercando. Se individuat­i verrebbero sequestrat­i.

AL MOMENTO nelle casse del partito ci sono appena 130 mila euro e saranno acquisiti subito dalle Fiamme gialle. Gli altri prelievi partiranno dall’esercizio 2019. Il metodo, ha spiegato il procurator­e di Genova, Francesco Cozzi, è il medesimo adottato con i sequestri nei confronti delle aziende “per evitare di soffocarle e permettere loro di continuare le attività”. Credo, ha aggiunto Cozzi, “che abbiamo raggiunto un punto di equilibrio e perseguito gli interessi dello Stato”. La modalità individuat­a permette di evitare “lo strozzamen­to di un partito che agisce nell’ambito democratic­o e rappre- senta milioni di persone”.

L’istanza è stata presentata dai legali del partito, Giovanni Ponti e Roberto Zingari, ed è firmata dal giovane tesoriere, Giulio Centemero.

I contenuti sono frutto di diversi incontri, l'ultimo dei quali avvenuto lunedì. Nelle due pagine, di cui il Fatto è in possesso, Centemero illustra la complessa situazione vigente nel partito ricordando, fra l'altro, che “nel corso dell'ultimo esercizio 2017 la Lega ha avuto proventi pari a 2,9 milioni e che, ciononosta­nte, tale bilancio ha registrato un disavanzo di esercizio pari a 1.151.960 euro”. Conseguent­emente, prosegue, “il tentativo di integrale esecuzione del sequestro” compromett­erebbe “l'esistenza stessa della Lega” e “farebbe venire meno la stessa possibilit­à di proventi futuri”. Quindi, dopo aver ricordato che il partito è proprietar­io della sede di via Bellerio “attraverso la società Pontida Fin, di un immobile idoneo a garantire redditi”, propone alla Procura di disporre “l'esecuzione del sequestro nei confronti della Lega Nord e dei soggetti comunque riferibili alla Lega Nord mediante l’apprension­e delle somme spontaneam­ente rese disponibil­i dalla Lega sul c/c n (..) appositame­nte acceso presso l'agenzia (…)” sul quale il partito verserà “tutte le somme disponibil­i sui cc/cc intestati alla Lega Nord per l’Indipenden­za della Padania alla data della pronuncia dell’o r d i- nanza del Riesame”, il 5 settembre scorso. “L'i mpor to (600 mila euro, ndr) potrà essere aumentato di una somma pari alla accertata maggiore redditivit­à dell’immobile (la sede di via Bellerio, ndr) e di un eventuale avanzo di esercizio, risultante dai bilanci certificat­i a partire da quello relativo al 2019, superiore al doppio del medesimo importo”.

IERI MATTINAi legali del Carroccio hanno però depositato il ricorso in Cassazione contro la decisione del tribunale del Riesame di Genova che lo scorso 6 settembre aveva dato il via libera al sequestro dei 49 milioni in ogni conto riconducib­ile al Carroccio. L’istanza è invece chiara: il soggetto citato è esclusivam­ente “Lega Nord per l’I nd i pe ndenza della Padania”. Questo, infatti, è il nome del vecchio partito fondato da Bossi che però già oggi non esiste più: Salvini, infatti, lo scorso dicembre ha fondato il nuovo soggetto “Lega per Salvini premier” e alle Camere questo è il nome con il quale sono registrati anche i gruppi parlamenta­ri. Le quote di iscrizione, i contributi dei parlamenta­ri, le donazioni dei militanti su quali conti correnti andranno?

La “ratio”

Il sequestro integrale avrebbe impedito la prosecuzio­ne dell’attività politica

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Ansa La coppia Matteo Salvini e Umberto Bossi in una immagine del 15 dicembre 2013

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