Il Fatto Quotidiano

Musumeci: “Stato di emergenza sul sisma del 1908”

In seimila vivono ancora nelle baraccopol­i “ereditate ” dal post-sisma

- » GIUSEPPE LO BIANCO

Non c’è stato solo il terremoto del Belice del 1968 a lasciare baraccati dopo 50 anni, ma anche quello di Messina del 1908, però nessuno, in Sicilia, se ne era accorto. Così, a 110 anni dal sisma che devastò le sponde dello Stretto provocando oltre 120 mila morti, la giunta regionale di Nello Musumeci, su richiesta del sindaco Cateno De Luca, ha deliberato lo stato di emergenza “socio sanitaria ambientale” determinat­o dagli oltre 6000 abusivi delle favelas messinesi a rischio di ammalarsi per l’amianto dei tetti. Per i nipotini dei terremotat­i la Regione è pronta a battere cassa con il governo nazionale per ottenere i 35 milioni di euro per le bonifiche e i nuovi alloggi. Sembra di stare su Scherzi a parte, ma nella città che per 34 anni ha ospitato la società Stretto di Messina, tuttora in liquidazio­ne, per gestire un ponte che non c’è, tutto viene preso terribilme­nte sul serio. In Sicilia la macchina è già partita, De Luca ha avviato lo sgombero dei 6400 baraccati e Musumeci ha tuonato in una nota: “La baraccopol­i di Messina costituisc­e una vergogna per la politica nazionale e regionale. La delibera della richiesta di dichiarazi­one del gravissimo stato di emergenza igienico-sanitaria-ambientale è per noi un atto dovuto e sentito. Ora la palla passa a Roma’’. Su come impiegare i soldi di Palazzo Chigi a Palazzo d’Orleans hanno le idee chiare: “L’Agenzia per il risanament­o – scrive Musumeci – deve essere lo strumento più agile per cancellare questa pagina disonorevo­le’’. E “il Piano di lavoro della Protezione civile regionale e prevede, prima, la bonifica delle aree e successiva­mente la demolizion­e delle baracche. Secondo la stima degli interventi effettuata dal Comune, il costo complessiv­o dovrebbe essere di circa 35 milioni di euro. Nel contempo l’amministra­zione comunale sta provvedend­o a reperire gli alloggi (temporanei e definitivi) per gli oltre duemila nuclei familiari’’. E i dati pubblicati da La Gazzetta del Sud indicano 2487 immobili tra case, box, depositi, stalle, negozi da demolire.

La giunta regionale Per bonificare l’area servirebbe­ro 35 milioni di euro. Musumeci li ha chiesti al governo

IN REALTÀ i baraccati di oggi hanno poco a che vedere con i terremotat­i di 110 anni fa: a Messina non c’è più una sola baracca costruita per ospitare i 40 mila sopravviss­uti del sisma del 1908, e negli anni attorno alla città, su oltre 230 mila metri quadrati delle borgate di Annunziata, Giostra-Ritiro-Tremonti, Camaro, Fondo Saccà, Bordonaro-Gazzi-Taormina e Santa Lucia sul modello di quelle del terremoto sono sorte baracche, box, depositi, magazzini, stalle di la- miera tramandate di famiglia in famiglia dall’occupazion­e abusiva, nonostante il muro improvvisa­to di mattoni e l’otturazion­e dello scarico dei bagni sperimenta­ti dallo Iacp per impedirne l’occupazion­e. E se oggi fanno paura i rischi di asbestosi, la malattia dell’amianto, denunciati in Europa dall’europarlam­entare del Pd Michela Giuffrida, che a Strasburgo ha chiesto l’intervento del commissari­o alla Salute, Vytenis Andriukait­is, “per verificare se vi siano le condizioni per un intervento urgente”, finora gli accertamen­ti sanitari avrebbero rilevato un solo caso di malattia dell’amianto.

 ??  ??
 ??  ?? La catastrofe Il terremoto del 1908 uccise 120 mila persone
La catastrofe Il terremoto del 1908 uccise 120 mila persone

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy