Indagati lobbista, Luca Barbareschi e Monorchio sr.
Traffico
di influenze illecite. È il reato che la Procura capitolina contesta all’ex deputato e attore, Luca Barbareschi, attuale direttore del Teatro Eliseo di Roma. Per lo stesso reato sono indagati l’ex Ragioniere dello Stato, Andrea Monorchio, e Luigi Tivelli, ex parlamentare Psi. Secondo il pm Giuseppe Cascini, “Tivelli riceveva da Monorchio e Barbareschi la promessa di (...) 70 mila euro e l’utilità consistita nell’assunzione della figlia di Tivelli con un contratto a tempo determinato (...) presso la società Casanova Spa, riconducibile a Barbareschi”.
ERA LA PROMESSA (mai concretizzata) in cambio di un affare non da poco, ossia “la mediazione illecita presso pubblici ufficiali del ministero dell’Economia e delle finanze e della Presidenza del Consi- glio dei ministri” affinché inserissero “nella manovra finanziaria di aprile 2017 un finanziamento di 4 milioni di euro a favore del Teatro Eliseo”.
Siamo quindi nel 2017, quando al governo c’era Paolo Gentiloni, all’Economia Pier Carlo Padoan e in manovra finanziaria entrò, prima di esser ritirato e infine di nuovo approvato, il generoso sostegno a Barbareschi, ancora oggi oggetto di ricorsi amministrativi da parte delle altre sale romane che da tempo ne denunciano lo sproposito.
Ma al di là dell’aspetto giudiziario, l’indagine della Procura di Roma restituisce alle cronache il nome di Tivelli, fine conoscitore della politica e delle dinamiche parlamentari, scrittore di libri insieme allo stesso Monorchio (“Dove va l’Italia?”, 1999) e a Lamberto Dini (“Oltre la partitocrazia”, 2008) e infine, per i detrattori, “mercante nel tempio”. Così lo definirono infatti 5 anni fa i deputati del M5S, quando lo scelsero come emblema del “lobbista da cacciare dal Parlamento” e stamparono la sua faccia su alcuni fogli di carta da sventolare in aula. La colpa di Tivelli era stata farsi beccare dai 5 Stelle mentre si vantava al telefono di aver fatto ribaltare una proposta di legge a firma Roberto Speranza (allora Pd) sul taglio delle pensioni d’oro: “Ho dovuto scatenare mari e monti – diceva Tivelli – è stata una battaglia durissima, ormai questo è il Parlamento”. Tivelli non nascondeva i suoi meriti nell’aver portato il tetto al cumulo tra pensioni e incarichi pubblici e da 150 mila a 294 mila euro, un bel regalo, spiegava ancora il lobbista al telefono, “a professori universitari, consiglieri di Stato, gente con privilegi”.
IL DEPUTATO M5S Giorgio Sorial aveva poi portato tutto in aula, accusando i dem di essersi fatti dettare la linea da un lobbista mentre tutti i suoi colleghi alzavano un cartellone con la faccia di Tivelli e la scritta: “Caro Pd, decido io”. Ne seguì qualche giorno di polemiche, con i 5Stelle determinati a voler regolamentare il lavoro dei lobbisti, attività riconosciuta in altri Paesi. Ora le indagini ipotizzano che Tivelli abbia fatto valere la sua esperienza, anche in altri casi: quattro anni dopo, secondo i pm, per conto di Barbareschi.