Decreto sicurezza, Salvini è pronto a litigare col Colle
“Solo limature, nessuna modifica”: il Viminale annuncia il testo in Cdm lunedì La moral suasion del Colle: la revoca della cittadinanza rischia l’incostituzionalità
Sarà
il primo decreto a portare il suo nome. E il ministro dell’Interno ha tutta l’intenzione di costruirci sopra un altro pezzo della sua campagna elettorale permanente. Il “dl Salvini” si occuperà di sicurezza e immigrazione: i testi - unificati in un unico provvedimento - dovrebbero approdare nel Consiglio dei ministri programmato per lunedì. Ma il cuore della faccenda sta tutto alla settima riga del comunicato diffuso ieri dal Viminale: “Nelle ultime ore - scrivono - non c’è stato alcun cambiamento nella sostanza dei provvedimenti. I testi hanno subìto solo delle limature, per rispondere ai requisiti di necessità e urgenza”. Il chiarimento non richiesto ha un destinatario preciso e porta il nome di Sergio Mattarella. Non sono piaciute, al leader della Lega, le “interlocuzioni” tra il Quirinale e i suoi uffici. E nemmeno è stata gradita la moral suasion che nelle ultime ore è stata esercitata da più fonti. Così ha deciso di chiarire subito che sul “decreto Salvini” è disposto ad andare allo scontro anche con il Capo dello Stato.
NON CHE IN QUESTI 100 e passa giorni di governo siano mancate le tensioni tra il vicepremier leghista e il presidente della Repubblica, dal caso Aquarius alla Diciotti, fino al mancato incontro per discutere dei 49 milioni sequestrati al Carroccio. Ora però tira aria da resa dei conti finale. I dubbi del Colle riguardano soprattutto alcuni punti del decreto considerati a rischio costituzionalità: la revoca della cittadinanza agli stranieri considerati “minaccia per la sicurezza nazionale”, l’abrogazione dei permessi di soggiorno per motivi umanitari e l’ampliamento dei reati che provocano la revoca del permesso di rifugiato. Timori che agitano gli stessi Cinque Stelle. Ma se il Quirinale sperava che fossero gli alleati di governo ha intervenire su Salvini, Mattarella è già stato costretto a ricredersi: sono troppo presi dalla partita del reddito di cittadinanza per aprire un altro fronte con il compagno di governo. Così, al contrario, sono diventati gli stessi grillini gli ufficiosi sostenitori dei rilievi del presidente. Sarebbero stati i Cinque Stelle - o almeno questa è la versione che lasciano filtrare - a sottoporre all’attenzione del Colle le bozze del testo che, al contrario, il ministro dell’Interno si era ben guardato da recapitare al Quirinale. Finora, la linea scelta da Mattarella è stata sempre quella di evitare lo scontro diretto con Salvini, anche per non fargli gioco. “Non vedo ostacoli”, ha detto ieri il ministro dell’Interno dopo l’incontro con Luigi Di Maio e il premier Conte. Forse stavolta dovrà guardare un po’ più in alto.