Il Fatto Quotidiano

I soldi per i Giochi 2026? Li mette il Credito Sportivo

No soldi pubblici La banca è del Tesoro e finanzia gli impianti per Statuto: il piano prevede interessi zero e rate basata sulla redditivit­à post-evento

- » LORENZO VENDEMIALE

Un “prestito olimpico” (e di Stato) per permettere a Milano e Cortina di avere i loro Giochi anche senza il sostegno diretto del governo. Dopo il ritiro ( almeno momentaneo) di Torino, il diktat del M5S è chiaro: “Lo Stato non ci metterà un euro”. E su questo rischia di naufragare la candidatur­a: Lombardia e Veneto proveranno ad andare avanti da sole, la Lega non vuole abbandonar­le ma la strada è tutta in salita. Serve comunque un via libera di massima dall’esecutivo, soprattutt­o serviranno almeno 400 milioni. Così spunta una possibile soluzione: si chiama Istituto del Credito sportivo. La banca dello sport, controllat­a dal ministero dell’Economia, è pronta a sostenere il sogno a cinque cerchi.

LA CANDIDATUR­A italiana ai Giochi invernali 2026 prosegue grazie all’iniziativa autonoma di Lombardia e Veneto, ma senza Torino, che non era disposta ad accettare la leadership di Milano pretesa da Beppe Sala. E quindi senza il prezioso contributo economico del governo. Su questo i 5stelle (con Luigi Di Maio in testa) sono categorici: del resto per loro finanziare i Giochi nelle due città dove non governano sarebbe una sconfitta. Fontana e Zaia si dicono tranquilli, ma trovare tutti quei soldi non sarà uno scherzo. Per questo l’ideale sarebbe recuperare Torino: infatti da Malagò in giù continuano gli appelli a Chiara Appendino a ripensarci. Lei per ora tira dritto.

Non è un momento semplice per la sindaca, che rischia di perdere i Giochi a vantaggio della rivale Milano (e indebolirs­i nell’opinione pubblica), ma deve fare i conti con la sua maggioranz­a in Comune, scettica sull’evento. Non a caso ieri ha ricevuto la visita “consolator­ia” di Beppe Grillo, che le ha ribadito la sua fiducia: “Chiara è fantastica”. E anche il ministro Toninelli ha continuato a difendere Torino: “Sono convinto che fosse la scelta migliore, l’idea delle tre città era caotica”.

Il tridente, insomma, resta una chimera: “Le città non accettano il protocollo d’intesa, la vicenda per me è chiusa ”, taglia corto Giorgetti. Salvo sorprese, il Coni farà un ultimo tentativo con Milano-Cortina. Il Cio chiede garanzie entro l’11 gennaio: l’impegno del governo servirà comunque, ma su questioni di carattere generale (rispetto dei diritti u- mani, libera circolazio­ne delle persone, laboratori antidoping, ecc.) che non comportano oneri e su cui il M5S potrebbe anche chiudere un occhio. Il problema sono le garanzie economiche: quelle, se non cambierà il quadro politico, dovranno firmarle le Regioni. E poi bisognerà trovare i soldi veri: circa 400 milioni secondo le stime (al ribasso) del dossier, una bella cifra per un bilancio regionale.

È qui che può entrare in gioco il Credito sportivo, una sorta di Cassa depositi e prestiti (che ne detiene anche una quota minore) dello sport: partecipat­o all’80% dal ministero dell’Economia (poi Coni al 6,7% e altri piccoli azionisti), ha la funzione di finanziare impianti e iniziative sportive. Appunto quello che farebbe in questo caso: le Regioni forse non hanno i soldi necessari a organizzar­e un’Olimpiade, l’Ics, che vanta un patrimonio di un miliardo di euro e un giro di investimen­ti di 300 milioni l’anno, sì. L’istituto anticipa, le Regioni spendono, fanno i Giochi e poi restituisc­ono con comodo: tasso zero (c’è un fondo finanziato dal ministero per abbattere gli interessi), piani magari legati alla redditivit­à degli impianti post evento, mutui trentennal­i.

L’idea è ancora solo in embrione: presto per scendere nei dettagli (se ne parlerà eventualme­nte dopo la vittoria), ma circola già a Palazzo Chigi e avrebbe il pieno appoggio del presidente Andrea Abodi, che è stato nominato dall’ex ministro Lotti ma ha stretto rapporti col sottosegre­tario Giorgetti. Del resto il piano è coerente con le funzioni dell’istituto, che sta già facendo qualcosa di simile proprio con Cortina, in vista dei Mondiali di sci 2021 (per cui ha anticipato i ricavi del contratto con la Federazion­e internazio­nale e gli investimen­ti per le opere pubbliche).

COSÌ L’AIUTO dello Stato c’è ma non si vede: le Regioni ricevono le risorse, formalment­e però si tratta solo di un prestito. Anche il M5S, che di contributi pubblici non ne vuole sapere, non potrebbe avere molto da ridire. Certo, resta il tema di fondo del sostegno politico ai Giochi (Toninelli ha annunciato un prossimo Consiglio dei ministri per trovare una linea comune con la Lega, favorevole all’evento): il governo dovrà comunque impegnarsi, basta poco a uccidere definitiva­mente la candidatur­a. Ma più ostacoli si superano (quello economico è il principale), più motivi di contrasto all’interno della maggioranz­a si eliminano, più aumentano le speranze del Coni. Con una banca (pubblica) alle spalle anche le Olimpiadi dell’autonomia diventano possibili.

Il tridente “fallito” Toninelli: “Torino la scelta migliore” Giorgetti lo gela: “Vicenda chiusa”

 ?? Ansa/LaPresse ?? Divisi Malagò (Coni) e Appendino
Ansa/LaPresse Divisi Malagò (Coni) e Appendino
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy