Il Cremlino voleva salvare il “compagno” Assange
Londra Il fondatore di Wikileaks divulgò notizie top secret: da 6 anni nell’ambasciata dell’Ecuador per sfuggire agli Usa
Incontri segreti di diplomatici russi a Londra. Una incredibile fuga, sotto il naso di Scotland Yard. L’ultimo scoop del Guardian sembra la trama di un film d’azione, e invece è il racconto di una operazione studiata per “liberare” il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, dal lungo esilio nell’a m b asciata dell’Ecuador a Londra, e portarlo probabilmente in Russia, al riparo dalla richiesta di estradizione degli Stati Uniti, dove è accusato di spionaggio.
Secondo la ricostruzione del Guardian l’operazione era fissata per la notte di Natale del 2017 ed era legata al tentativo poi fallito, da parte dei diplomatici ecuadoriani, di far ottenere ad Assange un passaporto diplomatico. Il punto di contattato con i russi sarebbe Fidel Narváez, ex console dell’Ecuador e amico di Assange.
IN UNA INTERVISTAal quotidiano inglese, Narváez ha negato di aver discusso l’operazione con i russi, ma ha confermato di aver visitato l’ambasciata londinese della Federazione Russa a Kensington per due volte insieme ad altri 20 o 30 diplomatici di diverse nazioni: incontri pubblici, organizzati durante la crisi internazionale seguita all ’ avvelenamento di Serghei e Yulia Skripal a Salisbu- ry, nel marzo scorso. Ma i rapporti di Narváez con Mosca sembrano più stretti di quanto lui ammetta. Il suo nome è legato a un altro famoso rivelatore di segreti e spina nel fianco degli Stati U- niti: Edward Snowden, a cui il diplomatico ecuadoriano aveva garantito un visto diplomatico che gli aveva permesso, durante la sua fuga, di volare da Hong Kong a Mosca, dove vive sotto la protezione di Vladimir Putin. Una iniziativa di cui il governo ecuadoriano non era al corrente, secondo quanto dichiarato allora dall’ex presidente Rafael Correa. Secondo il canale di news americano in lingua spagnola Univision, l’ex console aveva raggiunto Mosca lo stesso gior- no di Snowden. Il piano stava per essere realizzato, tanto che il capo dell’intelligence ecuadoriana Rommy Vallejo sarebbe arrivato a Londra intorno al 15 dicembre 2017 per dirigerlo. All’ultimo, non è chiaro in quali circostanze, l’operazione era stata annullata perché considerata troppo rischiosa.
Il principale ostacolo sarebbe stato il rifiuto delle autorità britanniche di garantire l’immunità diplomatica richiesta per Assange dall’Ecuador. Chi ha passato queste informazioni al Guardian? Lo scoop è firmato da tre giornalisti: la corrispondente investigativa a Washington Stephanie Kirchgaessner, il corrispondente dal Perù Dan Collyns e l’esperto di Russia Luke Harding, con base a Londra e autore del libro Collusion sulle presunte collusioni fra elementi del Cremlino e lo staff della campagna elettorale di Donald Trump.
SI RITORNAalla pista dei rapporti fra Russia e Assange, che resta una figura centrale nell’inchiesta del procuratore speciale Robert Muller sulle presunte interferenze russe nelle elezioni presidenziali del 2016 vinte da Trump. Secondo Mueller, Wikileaks avrebbe avuto un ruolo cruciale nella sconfitta di Hillary Clinton, dopo la pubblicazione di circa 50 mila documenti “ottenuti da spie russe”, fra cui le email che avevano azzoppato la campagna della candidata democratica. Accuse respinte da Assange, che ha sempre negato di aver ricevuto quelle email dalla Russia. Per l'ambasciata russa a Londra, come da copione, lo scoop è “l'ennesimo esempio di disinformazione da parte dei media britannici”.
Quel Natale del 2017 Per l’attivista era stata chiesta l’immunità diplomatica. Mosca replica: “Tutto falso”