I leghisti e gli anti-Papa: la rete di Steve in Italia
Rapporti intensi con i “verdi”: dal sottosegretario Picchi a Salvini E poi ci sono l’ex prete Williams e l’ultra-conservatore Harnwell
platea sembra cascare per l’ovazione), passando per l’Occidente giudaico- cristiano. L’Europa non è contemplata. Un mero accidente della Storia e del benedetto partito di Davos. Conta la civiltà nata ad Atene, Gerusalemme e Roma, soprattutto.
Bannon si lascia trascinare dall’enfasi e dalla retorica: “M’inchino davanti a voi, sono onorato di essere tra voi. Prendete esempio dal coraggio dei Gracchi che si batterono a favore dei poveri”.
Ergo: Meloni, La Russa, Santanchè, Crosetto come i fratelli tribuni che fecero la legge agraria contro il Senato romano. Chi fa Cornelia, la madre? Lo stregone trasandato non dimentica tutta l’Internazionale sovranista, ma la traduzione simultanea lascia un dubbio: cita solo Le Pen nipote o anche la zia Marine? Sottigliezze. Per il resto: “Trump, Farage, Salvini, Meloni”. Quella che formerà la nuova “élite di patrioti”.
La lunga campagna populista per le Europee è cominciata in riva al Tevere e al cronista sovviene un unico grande dubbio: ma a Bannon avranno spiegato che Brothers of Italy lotta sulla soglia del 4 per cento per entrare nel Parlamento di Strasburgo? Non proprio un dettaglio secondario.
Alti prelati, lobbisti misteriosi, politici della vecchia e della nuova generazione: Steve Bannon la sua rete in Italia la sta costruendo da anni. Una via di mezzo tra un millantatore professionista e un grande burattinaio internazionale: così appare oggi l’ex guru di Trump. Sembra una contraddizione in termini, ma in tempi in cui il consenso è volatile, le vecchie categorie sono tutte defunte, essere al posto giusto nel momento giusto ha il suo peso.
AI VERTICI della Lega c’è chi alza le spalle: “Bannon? Se ci vuole dare una mano ben venga. Ma noi andiamo avanti per la nostra strada”. Con gli amici, il ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana (che sta costruendo le alleanze del Carroccio in vista delle Europee) la mette così. A conoscerlo da anni è Guglielmo Picchi, il Sottosegretario agli Esteri, che portò Salvini da Trump nel 2016. Qualche riunione con lui l’ha fatta e lo incontrerà anche domani. In realtà, Bannon intrattiene rapporti con tutta la Lega. Alcuni magari indiretti. È di settembre la foto con Matteo Salvini e con Mischael Modrikamen, uno dei fondatori di “The Movement”. Ma già a marzo incontrò segretamente il ministro dell’Interno e il presidente della Rai in pectore, Marcello Foa (lo rivelò l’Espresso).
I “Bannon boys” raccontano che nella sua visita a Roma, all’inizio dell’estate, l’ex stratega di Trump aveva un filo diretto con Armando Siri: gli era così piaciuta la “sua” flat tax che avrebbe consigliato a Salvini di cominciare da quella e non dall’immigrazione. A giugno pure l’incontro interlocutorio con la Meloni.
E poi c’è il sottobosco vaticano. In Italia, il suo agente è un giornalista americano della sezione italiana della Breitbart, il 54enne Thomas Williams, vaticanista e sommelier. Difese il capo dei Legionari di Cristo, l’ordine religioso conservatore cui apparteneva, dalle accuse di pedofilia, poi rivelatesi fondate. Fu travolto in prima persona da uno scandalo: ha dovuto lasciare gli abiti sacerdotali quando emerse che era diventato padre.
LA “ALT RIGHT” in Europa ha il suo luogo di riferimento: è un’Abbazia, la Certosa di Trisulti in Ciociaria, che guarda a Bannon e alla Chiesa anti-Bergoglio. È la sede della fondazione presieduta da Benjamin Harnwell, la Dignitatis Humanae Institute. Nel nuovo anno, partirà una scuola politica per formare i quadri del futuro. “Promuoveremo il Vangelo a livello politico e difenderemo le fondamenta cristiane della civiltà, che vuole l’uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio”, ci spiega Harnwell. Ex capo di gabinetto del deputato europeo Nirj Deva (Partito conservatore britannico), Bannon lo definì “il ragazzo più intelligente di Roma”. E con lui organizzò un convegno in Vaticano nel 2014, “Third International Conference on Human Dignity”. Lì espose alcuni temi centrali della campagna elettorale americana che sarebbe arrivata poi, scagliandosi contro il “marxismo culturale”, il “laicismo” e l’ “islamofascismo”. Presente anche Raymond Burke (che presiede il consiglio di garanzia del Dea), il prelato statunitense tra i più forti oppositori di Papa Francesco.
Quando ha ricevuto Bannon alla Certosa a fine maggio, Harnwell gli ha fatto trovare un grande vecchio della diaspora Dc, Rocco Buttiglione (che aveva tradotto in italiano lo speach del 2014 dell’americano). Questi gli ha consigliato la lettura de Il suicidio della rivoluzionedello storico Augusto Del Noce, come base di partenza per capire il fallimento della sinistra che ha preferito difendere i diritti borghesi piuttosto che le masse.