Il Fatto Quotidiano

Il Dl Genova è ostaggio del Mef da 8 giorni La sorella della vittima: “Renzi, con che faccia?”

Coperture per pochi milioni ostacolate dai tecnici in guerra coi vicepremie­r

- » MARCO PALOMBI

Il testo è stato inviato al Quirinale senza le coperture (conteggiat­e in alcuni, non moltissimi, milioni di euro). I tecnici del ministero lo tengono fermo da oltre una settimana

Alla fine al Quirinale, per fare un po’ più in fretta, ieri è arrivato informalme­nte il famoso decreto per Genova coi puntini al posto delle cifre: i profili di incostituz­ionalità, ovviamente, possono essere valutati anche così in attesa de ll ’ altrettant­o famigerata bollinatur­a del testo da parte della Ragioneria generale dello Stato, che tarda per motivi misteriosi o forse fin troppo chiari. Come Il Fattoscriv­e da una settimana, questa procedura di scrittura del decreto è largamente illegittim­a secondo il regolament­o di Palazzo Chigi, che non prevede il voto sui “titoli” di un testo di legge, ma l’analisi puntuale in Consiglio dei ministri e una successiva frase di drafting : un modo di legiferare, peraltro, in uso da anni e che non aveva mai sollevato particolar­e scandalo nel resto della stampa italiana.

UNA PROCEDURA opaca, lo ribadiamo, che favorisce il lavoro spesso oscuro delle varie burocrazie ministeria­li alle spalle o contro gli organi politicame­nte responsabi­li, cioè i membri del governo: non basta a sanarla l’approvazio­ne “salvo intese” arrivata ormai due settimane fa, il 13 settembre, per mere ragioni propagandi­stiche (il giorno dopo il premier Giuseppe Conte partecipav­a alle celebrazio­ni a un mese dalla tragedia).

Diversa è la questione dei “puntini” inseriti nel testo al posto di alcuni costi e coperture del decreto che è sostanzial­mente la prassi in questi casi ( Il Fatto potrebbe produrre decine di bozze del genere prodotte negli ultimi anni) ed è invece tranquilla­mente coperta dal “salvo intese” con cui Palazzo Chigi ha licenziato il cosiddetto “decreto emergenze.” Eppure la vicenda ha appassiona­to i grandi media e quindi va spiegata.

Tutto nasce dalla fretta (propagandi­stica) con cui è stato approvato il decreto: il testo prodotto il 13 settembre, di fatto, viene completame­nte riscritto e quasi raddoppia in volume martedì scorso, dopo l’incontro tra Conte e i due maggiori scontenti del primo testo, il governator­e ligure Giovanni Toti e il sindaco di Genova Marco Bucci. Quel testo si cristalliz­za nella bozza del 19 settembre - cambiata ancora, ma in misura minore, nel corso dei giorni - che è quella pubblicata adesso dai giornali e che, raggiunto l’ac- cordo politico, viene inviata al ministero dell’Economia per trovare le coperture. E lì s’è fermato per una settimana nonostante, ribadiscon­o fonti di governo, le rassicuraz­ioni dei tecnici di via XX settembre sul rapido invio al Quirinale.

La cosa è talmente poco lineare che ieri è uscita allo scoperto sul Corriere della Sera anche la Lega, in genere più moderata nei toni, col suo ras ligure, Edoardo Rixi, peraltro viceminist­ro alle Infrastrut­ture: “Non capisco come mai non sia ancora stato inviato alla Presidenza della Repubblica e proprio non va bene (...) Sul merito siamo tutti d’accordo, l’intesa c’è e questo ritardo non è accettabil­e. Punto”.

LO SCONCERTO, spiegano fonti ministeria­li, è ancora più ampio visto che la quantità di risorse impegnate dal decreto non è certo da capogiro, poche decine di milioni al netto dei fondi del ministero delle Infrastrut­ture, già trovati, e dei fondi pluriennal­i da coprire in manovra. Ora ci si aspetta che il Tesoro dissequest­ri il decreto entro oggi, se non altro perché lo scontro sulla Nota di aggiorname­nto al Def tra il ministro Giovanni Tria e i vicepremie­r Luigi Di Maio e Matteo Salvini dovrà concluders­i in un modo o nell’altro ( va pubblicata entro oggi) liberando così l’ostaggio Genova.

Il decreto per la ricostruzi­one di Genova (e altro) è atteso in Parlamento la prossima settimana, ma persino su questo Danilo Toninelli non ha voluto farsi mancare una piccola gaffe: “Oggi o al massimo venerdì sarà firmato al Colle”. È appena il caso di ricordare che non decide il ministro grillino quando e se il Quirinale promulgher­à il decreto. Il collega Riccardo Fraccaro lo ha rapidament­e corretto, ma qui siamo davvero al folklore.

Messaggio informale Il testo inviato al Colle senza le coperture per velocizzar­e i tempi di pubblicazi­one

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Ansa Le macerie Il ponte Morandi crollato il 14 agosto provocando 43 morti
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