Il Dl Genova è ostaggio del Mef da 8 giorni La sorella della vittima: “Renzi, con che faccia?”
Coperture per pochi milioni ostacolate dai tecnici in guerra coi vicepremier
Il testo è stato inviato al Quirinale senza le coperture (conteggiate in alcuni, non moltissimi, milioni di euro). I tecnici del ministero lo tengono fermo da oltre una settimana
Alla fine al Quirinale, per fare un po’ più in fretta, ieri è arrivato informalmente il famoso decreto per Genova coi puntini al posto delle cifre: i profili di incostituzionalità, ovviamente, possono essere valutati anche così in attesa de ll ’ altrettanto famigerata bollinatura del testo da parte della Ragioneria generale dello Stato, che tarda per motivi misteriosi o forse fin troppo chiari. Come Il Fattoscrive da una settimana, questa procedura di scrittura del decreto è largamente illegittima secondo il regolamento di Palazzo Chigi, che non prevede il voto sui “titoli” di un testo di legge, ma l’analisi puntuale in Consiglio dei ministri e una successiva frase di drafting : un modo di legiferare, peraltro, in uso da anni e che non aveva mai sollevato particolare scandalo nel resto della stampa italiana.
UNA PROCEDURA opaca, lo ribadiamo, che favorisce il lavoro spesso oscuro delle varie burocrazie ministeriali alle spalle o contro gli organi politicamente responsabili, cioè i membri del governo: non basta a sanarla l’approvazione “salvo intese” arrivata ormai due settimane fa, il 13 settembre, per mere ragioni propagandistiche (il giorno dopo il premier Giuseppe Conte partecipava alle celebrazioni a un mese dalla tragedia).
Diversa è la questione dei “puntini” inseriti nel testo al posto di alcuni costi e coperture del decreto che è sostanzialmente la prassi in questi casi ( Il Fatto potrebbe produrre decine di bozze del genere prodotte negli ultimi anni) ed è invece tranquillamente coperta dal “salvo intese” con cui Palazzo Chigi ha licenziato il cosiddetto “decreto emergenze.” Eppure la vicenda ha appassionato i grandi media e quindi va spiegata.
Tutto nasce dalla fretta (propagandistica) con cui è stato approvato il decreto: il testo prodotto il 13 settembre, di fatto, viene completamente riscritto e quasi raddoppia in volume martedì scorso, dopo l’incontro tra Conte e i due maggiori scontenti del primo testo, il governatore ligure Giovanni Toti e il sindaco di Genova Marco Bucci. Quel testo si cristallizza nella bozza del 19 settembre - cambiata ancora, ma in misura minore, nel corso dei giorni - che è quella pubblicata adesso dai giornali e che, raggiunto l’ac- cordo politico, viene inviata al ministero dell’Economia per trovare le coperture. E lì s’è fermato per una settimana nonostante, ribadiscono fonti di governo, le rassicurazioni dei tecnici di via XX settembre sul rapido invio al Quirinale.
La cosa è talmente poco lineare che ieri è uscita allo scoperto sul Corriere della Sera anche la Lega, in genere più moderata nei toni, col suo ras ligure, Edoardo Rixi, peraltro viceministro alle Infrastrutture: “Non capisco come mai non sia ancora stato inviato alla Presidenza della Repubblica e proprio non va bene (...) Sul merito siamo tutti d’accordo, l’intesa c’è e questo ritardo non è accettabile. Punto”.
LO SCONCERTO, spiegano fonti ministeriali, è ancora più ampio visto che la quantità di risorse impegnate dal decreto non è certo da capogiro, poche decine di milioni al netto dei fondi del ministero delle Infrastrutture, già trovati, e dei fondi pluriennali da coprire in manovra. Ora ci si aspetta che il Tesoro dissequestri il decreto entro oggi, se non altro perché lo scontro sulla Nota di aggiornamento al Def tra il ministro Giovanni Tria e i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini dovrà concludersi in un modo o nell’altro ( va pubblicata entro oggi) liberando così l’ostaggio Genova.
Il decreto per la ricostruzione di Genova (e altro) è atteso in Parlamento la prossima settimana, ma persino su questo Danilo Toninelli non ha voluto farsi mancare una piccola gaffe: “Oggi o al massimo venerdì sarà firmato al Colle”. È appena il caso di ricordare che non decide il ministro grillino quando e se il Quirinale promulgherà il decreto. Il collega Riccardo Fraccaro lo ha rapidamente corretto, ma qui siamo davvero al folklore.
Messaggio informale Il testo inviato al Colle senza le coperture per velocizzare i tempi di pubblicazione