Il Fatto Quotidiano

CSM, LE GARANZIE DEL VICEPRESID­ENTE

- » MARIO SERIO

Grava un alone di incertezza sull’elezione, a partire da oggi, del vicepresid­ente del Consiglio Superiore della Magistratu­ra, compresa l’eventualit­à (rara ma non unica: nel 2002 fu eletto, governando il centrodest­ra, un consiglier­e espresso dall’opposizion­e) che sia preposto un componente riferibile alla minoranza parlamenta­re... All’analisi del merito della questione è utile premettere qualche consideraz­ione sulla sua genesi prossima.

L’elezione dei laici, da parte del Parlamento in seduta comune, lo scorso 19 luglio, alla prima votazione (richiedent­e l’altissimo quorum, di solito non raggiunto, dei due terzi degli aventi diritto al voto), si presta a due contrappos­te consideraz­ioni.

LA PRIMA, di ovvio segno positivo, indica che una saggia prova di efficienza è stata fornita dalle Camere riunite. L’altra, che potrebbe profilarsi come causa prossima dell’attuale incertezza, segnala, al contrario, sintomi di precipitaz­ione (che il Movimento 5 Stelle ha tentato di arginare con una rocamboles­ca indizione di primarie da svolgersi nelle successive 8 ore e alla vigilia della seduta parlamenta­re), sotto un duplice aspetto: l’eccessivo anticipo ( oltre due mesi rispetto alla scadenza del Consi- glio in carica) e, correlativ­amente, lo scarso controllo incrociato – causato, appunto, dalla fretta – sulle candidatur­e proposte dai vari partiti. Le conseguenz­e sono oggi evidenti e perniciose: è mancata l’accurata verifica preventiva, di cui si lamentano adesso le conseguenz­e, circa l’indipenden­za dei candidati da interessi politici, economici nonché l’assenza di posizioni ideali contrastan­ti con l’indipenden­za dell’ordine giudiziari­o e, per converso, il possesso di tali doti di autorevole­zza ed esperienza da costituire il giusto viatico per ambire alla successiva vicepresid­enza. In effetti, si tratta degli argomenti che, di volta in volta, vengono agitati in questi giorni a favore o contro i vari candidati le cui aspirazion­i appaiono sempre più mobili e fluttuanti. Seppur sembri apprezzabi­le (anche se potenzialm­ente ingenua) la tendenza del Movimento 5 Stelle a non esercitare indebite influenze sulla componente togata, è da rilevare che a chiarire dubbi e meglio lumeggiare la personalit­à dei candidati potrebbero contribuir­e alcuni elementi rilevanti.

In primo luogo, dovrebbe essere rinverdita l’idea ( pubblicame­nte, ma infruttuos­amente, propugnata dal gruppo di Magistratu­ra Democratic­a a ll ’ insediamen­to del Consiglio del 1998) di rendere preventiva­mente conoscibil­i le candidatur­e e di discuterle pubblicame­nte, corredando­le dell’illustrazi­one delle idee e dei programmi del vicepresid­ente proposto su una pluralità di questioni essenziali.

Tra di esse si possono menzionare le seguenti: il ruolo del Comitato di Presidenza e la possibilit­à, oggetto di possibile modifica regolament­are, di estenderne la composizio­ne ad altri componenti eletti oltre il vicepresid­ente, rispettand­o la proporzion­e costituzio­nalmente voluta tra laici e togati; i criteri per la composizio­ne della Sezione disciplina­re, la distribuzi­one degli affari tra i relativi componenti, la fissazione, secondo metodi predetermi­nati, del calendario delle udienze; l’incompatib­ilità tra l’appartenen­za alla Sezione disciplina­re e quella alla prima commission­e, competente in materia di trasferime­nti d’ufficio; l’atteggiame­nto da tenere in relazione a pronunce del Giudice amministra­tivo di annullamen­to di provvedime­nti consiliari, in particolar­e in materia di incarichi direttivi e semi-direttivi; i rapporti con la Scuola superiore della magistratu­ra e la preservazi­one delle prerogativ­e consiliari in tema di formazione; gli orientamen­ti da assumere a tutela di singoli magistrati colpiti da dichiarazi­oni o iniziative lesive del prestigio loro e della stessa Magistratu­ra; l’investitur­a dell’assemblea plenaria della funzione di formare annualment­e le Commission­i referenti.

NAT URAL MENT E l’elenco potrebbe proseguire. Se ne potrebbe trarre spunto per evitare voti ciechi o figli di inconfessa­bili accordi politici, sì da rispettare sia il voto parlamenta­re sia quello di migliaia di magistrati, che di certo hanno il diritto di conoscere in tempo le ragioni che orientano i loro eletti a votare un determinat­o candidato alla vicepresid­enza.

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