Il Fatto Quotidiano

Lutti, separazion­i, sfighe Gli ospiti della disgrazia

Il “male” esposto Non c’è solo Lory Del Santo che piange un figlio morto e chiede redenzione attraverso un reality

- » VERONICA TOMASSINI

Quando Lory Del Santo, durante l’intervista televisiva a Verissimo, annuncia la morte del figlio, morte non naturale, dunque un suicidio, lo sgomento inenarrabi­le ha investito probabilme­nte molti di noi. L’irreparabi­lità di una tragedia così imperscrut­abile avrebbe preteso un silenzio definitivo. Se ci lasciassim­o tentare dal giudizio potremmo persino aggiungere: perché dirlo? Perché in un’intervista? Ma il rutilante ingranaggi­o del pietismo spinto è già un concept e sta solo provando i motori. Eccolo il caso umano. La soubrette dovrebbe partecipar­e al Grande Fratello Vip. Annuncio anche questo da far tremare le vene dei polsi. Il dolore è stato devoluto senza purificazi­one in un lancio di agenzie. Diventa il promo del format meschino (meschino nell’ufficiatur­a in loop della vita ordinaria e cafona).

Nondimeno, a un certo punto della storia letteraria (la più recente), qualcosa deve essere successo. Qualcosa che – dal nero Pasolini – abbia finito di celebrare i poeti e argomentat­o piuttosto, su tomi di critica pura, fenomenolo- gie chiamate Fabio Volo, Federico Moccia, starlette del web. Cosa è successo? Tra i poeti e il melenso, abbiamo infilato una terza rincuorant­e opzione: l’effettismo. Quindi autori portatori di casi umani.

PERCHÉ ABBIAMO bisogno di casi umani? Tra Pasolini e il melenso.

Il divertente conflitto tra voyeurismo e pruderie tuttavia ci ha stufato da un pezzo, era la novità escogitata da Costanzo, ma parliamo di mezzo secolo fa, la sua curiosità demoscopic­a era genialità. Non sappiamo cosa farcene oggi. Dai separétele­visivi alle metaforich­e terrazze intellettu­ali: anche lì, senza caso umano, ci si annoia a morte. Devitalizz­ato il talento, costretto in giudizio e in contumacia una qualsiasi forma di idea eversiva, la letteratur­a parla in sospiri mocciani (oggi il neologismo usa nuovi lemmi, ci sono i degni successori) o nel pietismo strategico e marchettar­o. Non è l’autore a realizzarl­o con partecipe consideraz­ione, l’autore ha una certa innocenza in principio, l’operazione confession­e “nuda e pura” la chiama disvelamen­to. È tutto molto greve e consapevol­e nelle intenzioni. Eppure nessuno sfugge alla seduzione peraltro caduca e esangue di finire in un mortaio dove filtrare le impurità e trattenere il grano buono. Piantare la gramigna, in luogo di erbe migliori. Il dolore diventa circense e pantomimic­o mentre nutre la noia dei suoi destinatar­i.

Sono loro stasera i migliori che abbiamo ( cit.)? I portatori di casi umani in tv. Le Lecciso al plurale

(ne basterebbe una per evocare scenari apocalitti­ci), la solita D’Urso che raduna allegramen­te i panni sporchi di non meglio identifica­te celebrità, nel disordine mediocre a cui costringe la buonafede di un pubblico oramai imbonito. Mutandine da lavare in pubblico, è la specialità del suo salotto.

Fa un po’ specie. Sono loro stasera i migliori che abbiamo? I portatori di casi umani nelle lettere. Non la chiamiamo letteratur­a. La regola televisiva e onnicompre­nsiva, applicabil­e a tutti gli ambiti. Lutti, separazion­i, sfighe personali. Trasformaz­ioni taumaturgi­che dell’autore in guru di qualcosa. Padre esemplare: diventa esemplaris­simo e ogni cosa che dirà sarà sempre più esemplare. Il suo target in letteratur­a è: il padre esemplare. E ci scriverà altri libri sopra, probabilme­nte. Che rimanga un padre esemplare. Ripetere l’aggettivo all’infinito. Esemplare. Il caso umano è un concept. Il dolore, che scongiuri ogni altra avversità, ad esempio il talento. Tutto fuorché il talento, fine a se stesso. Il talento e nient’altro.

Il caso L’ex showgirl e attrice, oggi produttric­e Lory

Del Santo ha detto in una intervista tv a Verissimo che suo figlio Loren, 19 anni appena, si è tolto la vita. Soffriva di “anedonia”, disturbo psichiatri­co che non fa percepire il piacere Salotti e lacrime Il dolore diventa circense e pantomimic­o mentre nutre la noia dei suoi destinatar­i

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Ansa La sofferenza Lory Del Santo nello studio di Verissimo

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