Il Fatto Quotidiano

RENZI E IL DEBITO, UNA TRAGICOMME­DIA

- » MA. PA.

PURTROPPO ha avuto la malattia, altrimenti il debito pubblico era già vicino al 100% del Pil. Ora che, dopo le critiche dem al nuovo Def “espansivo”, sui social tutti gli ricordano la sua proposta del 2017 (“Back to Maastricht”) di portare il deficit al 2,9% del Pil per cinque anni filati, Matteo Renzi l’ha presa male: “Cari amici grillo-leghisti! Nel libro Avanti dico di portare il deficit al 2,9% ma solo se c'è una manovra choc di riduzione del #debitopubb­lico di decine di miliardi. Purtroppo è un libro, un libro senza figure: Di Maio non lo capisce. Ma voi potete spiegargli­elo? Grazie mille”. Tenteremo noi: il piano choc per portare il debito al 100% del Pil in dieci anni si chiamava “Capricorn”(giurin giurello) e consisteva in un’operazione contabile che coinvolgev­a le aziende pubbliche e Cassa depositi e prestiti grazie a un complicato modello matematico ispirato al gioco delle tre carte. Poi si sa come vanno le cose: niente deficit al 2,9% e l’operazione Capricorn in campagna elettorale diventò un più sobrio “piano di riduzione graduale” del debito basato sul mantenimen­to di un alto avanzo primario e (se possibile) un basso costo del debito chiamata “avanti come prima”. La cosa, com’è noto, non ha convinto gli elettori, ma questo è il meno. Ora ci perseguita una domanda: Renzi ha scritto di sicuro Avanti , ma poi l’ha letto?

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